Sette chilometri di degrado: nel canale di fosso Grande fra rifiuti e tre metri di erba

Da Montesilvano a Spoltore e Pescara: ecco il corso abbandonato Gabrielli visita le zone a rischio. La Regione promette 600 mila euro

PESCARA. «Io sto qua da 11 anni e non ho visto mai nessuno». Mai un operaio? «Mai». E neanche un trattore? «Mai». Nemmeno una ruspa? «Mai». Da mattina a sera, Angelo Landi sta lì, a un passo da fosso Grande, il canale abbandonato ed esondato proprio un anno fa. «L’anno scorso l’acqua è arrivata quasi fino al recinto», racconta Landi, titolare del distributore di carburante appena sotto la Motorizzazione civile. Al di là di quel recinto, ecco una distesa di alberi, canne che sfiorano i fili della corrente elettrica ed erba: eccolo il canale di scolo che dovrebbe raccogliere l’acqua e portarla fino al fiume Pescara. L’anno scorso, l’esondazione di fosso Grande ha seminato danni su danni, a Spoltore e a Pescara. Quest’anno, se possibile, è ancora peggio.

Ieri, sul ponte di via Francia che nel 2013 ha rischiato di sprofondare, sono arrivati anche il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, il presidente Pd della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso e il commissario Pierluigi Caputi: uno sguardo in basso, ed ecco il canale che fa ancora paura. È Caputi a spiegare a Gabrielli il disastro di fosso Grande: il canale non è stato mai pulito, fa capire, «e da un’ora all’altra qui si può riempire tutto».

Non serve altro. La visita di Gabrielli continua a Villa Raspa di Spoltore, dove sono stati sommersi garage e scantinati: i residenti mostrano le foto di un anno fa al capo della Protezione civile e gli consegnano un documento per ricordargli che non è cambiato quasi niente, se non in peggio. «A Gabrielli abbiamo posto la necessità di un intervento radicale su fosso Grande», dice il sindaco Marco Alessandrini che annuncia l’avvio di 600 mila euro di lavori, pagati dalla Regione, per ripulire il canale e di aver inserito nel piano triennale dei lavori pubblici altri 350 mila euro per il collettore fognario di via del Circuito che raccoglie proprio gli scarichi del fosso. «Mi auguro che l’impegno della Regione si concretizzi in tempi brevi», dice il sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito.

Fosso Grande nasce a Montesilvano, attraversa Spoltore e muore a Pescara e, lungo i suoi 7 chilometri, raccoglie soltanto abbandono. In contrada Barco, a Montesilvano, sono in corso i lavori per la strada provinciale Colle Morgetta: per 15 residenti di Villa Raspa di Spoltore riuniti in un comitato spontaneo, guidato da Alfonso Nori, e sostenuti da Codici, è «un altro sbarramento» allo scolo dell’acqua. Più a valle, vicino all’ex discarica di fosso Grande, nel canale è finito anche il guardrail della strada: l’alveo è bloccato dagli alberi crollati e dai rifiuti abbandonati e l’acqua che arriva finisce in due tubi di un metro di diametro. Troppo poco quando piove. «Fosso Grande ha bisogno di una bonifica immediata tesa alla raccolta dei rifiuti trasportati nel corso dell’alluvione scorsa, al ristabilimento delle sponde naturali e alla potatura degli alberi», spiega Stefano Coppini, portavoce del comitato No Rifiuti a fosso Grande. «L’alluvione ha solamente reso evidenti i problemi che abbiamo sollevato da 4 anni a questa parte. L’eccessiva antropizzazione dei terreni vicini a fosso Grande ha prodotto questi drammatici risultati. I problemi sono iniziati prima con la localizzazione della vecchia discarica di via Prati cui è seguito il raddoppio a monte cancellando di fatto parte della sponda pescarese, poi», dice ancora Coppini, «è stata la volta della Motorizzazione civile e, infine, numerosi interventi privati, anche piccoli, ma che sono sfuggiti agli occhi di chi doveva controllare, hanno permesso che si creasse questa situazione».

Continuando lungo il canale, si arriva tra le case di Villa Raspa, all’altezza della chiesa di via Parigi: ormai la vegetazione cresciuta senza controllo è diventata così alta che ha invaso i parcheggi sotto le palazzine di via Veneto. Da viale Abruzzo, sempre a Villa Raspa, il canale diventa sotterraneo e sfocia in via Nuoro: in questo tratto, l’anno scorso, gli allagamenti si sono susseguiti e da qui sono partite anche due denunce ai carabinieri del Noe. L’inchiesta è ancora aperta. «È necessario un maxi intervento risanatore», dice Coppini, «che preveda la pulizia del tratto intubato».

Solo un pugno di metri e c’è via del Circuito, Pescara: un anno fa nel primo condominio sono state sommerse 27 macchine. «Oltre al danno, la beffa», dice il presidente del consiglio Antonio Blasioli, «la causa, una volta tanto, non è la politica ma la burocrazia: i residenti hanno fatto domanda per il risarcimento dei danni e poi sono stati costretti a ripresentarla per far asseverare i danni anche dai periti. Altre spese inutili per pratiche che non troveranno, a oggi, alcuna soddisfazione risarcitoria».

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