Smantellato un laboratorio di false griffe a Montesilvano

Operazione della Finanza in un appartamento di via Verga. Sequestrati 4.200 capi contraffatti, tre senegalesi denunciati

MONTESILVANO. Lavoravano anche di notte, sfornando capi di abbigliamento contraffatti da distribuire ai venditori extracomunitari che, d'estate, affollano le spiagge. Il laboratorio specializzato in griffe falsificate è stato però scoperto e smantellato dalla guardia di finanza che è intervenuta nell'alloggio e ha sequestrato tutto il materiale, denunciando tre senegalesi.

Il blitz è avvenuto l'altro pomeriggio in un condominio di via Verga dove i baschi verdi avevano notato da qualche tempo un appartamento, a prima vista anonimo, con la luce sempre accesa nelle ore notturne e nel quale si registrava un via vai costante di persone che uscivano con borsoni e sacchi per i rifiuti pieni di chissà cosa. Le Fiamme gialle hanno quindi studiato la situazione e poi organizzato un blitz. I finanzieri, agli ordini del colonnello Francesco Mora, comandante provinciale a Pescara, hanno scoperto che dietro quella porta si nascondeva una vera e propria centrale della contraffazione, peraltro in piena attività, con tre senegalesi a lavoro e due macchinari di un certo valore, oltre a una valanga di merce in produzione. I tre sono stati interrotti mentre stavano cucendo etichette delle più note griffe, ovviamente taroccate, su delle magliette.

Guardandosi attorno i finanzieri hanno trovato tutto l'armamentario e le materie prime per realizzare il prodotto finito da mettere in vendita, oltre a merce già pronta. Complessivamente, c'erano 4.200 pezzi tra borse, occhiali, accessori e capi di abbigliamento con marchi fasulli, migliaia di loghi, etichette in materiale vario (plastica, metallo e tessuto) da applicare al vestiario.

Per ottenere articoli di un certo livello, per quanto falsificati, i tre senegalesi si erano dotati di due macchinari per cucire e ricamare, di cui uno più tradizionale (ma comunque industriale), e l'altro molto sofisticato, avendo delle schede di memoria e in grado di riprodurre elettronicamente scritte e marchi di ogni genere. I tre senegalesi, che quindi erano sia produttori di merce contraffatta che distributori, sono risultati in regola con la normativa sul soggiorno in Italia ma è ancora da capire a che titolo occupassero quell'appartamento e sono stati denunciati a piede libero per ricettazione, introduzione nello Stato e produzione di merce con marchi falsi.

«Operazioni come questa, che sono costanti», spiega Mora, «sono finalizzate a contrastare quelle pratiche di concorrenza sleale che danneggiano i commercianti onesti, e nello stesso tempo mirano a tutelare il consumatore. La contraffazione, infatti, provoca danni all’intera filiera rendendo disponibili a prezzi estremamente concorrenziali beni che sono di qualità inferiore anche rispetto a prodotti dello stesso genere ma non griffati».

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