Spadaccini, sequestrati 12 milioni investiti in yacht e appartamenti

Appartamenti in costa Smeralda, una barca e quote societarie: il flusso di denaro illecito dalle società fittizie di Madeira a quelle italiane sarebbe stato impiegato dall’imprenditore Spadaccini per comprare case ora sotto sequestro

PESCARA. Appartamenti in costa Smeralda, una barca e quote societarie: il flusso di denaro illecito dalle società fittizie di Madeira a quelle italiane sarebbe stato impiegato da Spadaccini per comprare case ora sotto sequestro. La maxi truffa al fisco scoperta dalla Guardia di finanza intreccia le cifre dell'evasione fiscale con quelle dei guadagni che, per gli investigatori, sono illeciti e sono stati usati dal «capo dell'associazione per deliquere» Giuseppe Spadaccini per acquistare case, imbarcazioni oppure per aumentare il capitale sociale di alcune società tutte appartenenti al settore aereo.

La cifra sfiora i 12 milioni di euro ed è la stessa che gli investigatori hanno sequestrato all'imprenditore degli aerei andando in Costa Smeralda per mettere i sigilli a 32 case, spostandosi a Roma oppure bloccando i conti correnti e i titoli societari riconducibili a Spadaccini. Nato a Chieti e residente a Pescara, Spadaccini è ritenuto dal pm Mirvana Di Serio il promotore di un'organizzazione composta anche da professionisti come il notaio pescarese Massimo d'Ambrosio o il commercialista di Chieti Giacomo Obletter che avrebbe evaso il fisco per 90 milioni di euro attraverso il meccanismo dell'esterovestizione, delle società fittizie.

VERSO LA PRIMA UDIENZA. Sono 14 le persone per cui il pm ha chiesto il processo e la cui udienza preliminare dovrebbe celebrarsi davanti al giudice Gianluca Sarandrea tra fine anno e l'inizio del prossimo. Alcuni componenti dell'associazione per delinquere sono portoghesi come nel caso di Maria Tereza Trindade Correia, ex presidente della società Aircrew, o di Dina Rodrigues, stretta collaboratrice di Spadaccini in Portogallo. La presunta truffa, infatti, gioca sul binario Portogallo-Italia: da una parte le società con sede formale all'estero, ma in realtà fittizie, e dall'altra il luogo operativo, il centro decisionale italiano delle società. Un meccanismo andato avanti dal 1999 al 2008 e che avrebbe permesso alle società di sottrarre ingente materia imponibile sia per le imposte sui redditti che per l'Iva allo Stato italiano e di favorire attraverso le fatturazioni per operazioni inesistenti un notevole abbattimento per le società pescaresi di Spadaccini.

SEQUESTRI. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati a Spadaccini 43 immobili per un valore di 6 milioni e 823 mila euro di cui cinque a Pescara, due a Milano, due a Roma, a Gissi, 32 a Olbia in un residence a Porto Rotondo e anche un'autorimessa a Milano. Ma i sigilli sono stati apposti anche a uno yacht denominato "La voglia of shark" ormeggiato nel porto canale di Fiumicino, a titoli societari per 3 milioni 700 mila euro delle società Sorem srl, San srl e Air Columbia detenute da Spadaccini tramite la società Bytols e ancora a conti correnti riconducibili a Spadaccini per circa 400 mila euro. Beni che ammontano a 12 milioni di euro, il denaro che per gli investigatori è stato «illecitamente acquisito» e quindi «reimpiegato con l'acquisto di immobili e di una barca sia all'estero sia in Italia».

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