Stadi riaperti, Marsilio incalza gli uffici 

In ritardo la firma dell’ordinanza annunciata per lunedì, ma il governatore non ci ha ripensato

PESCARA. Marco Marsilio vuole firmarla e incalza gli uffici, che però tardano a procedere. Potrebbe arrivare in giornata il via libera all'ordinanza che prevede la riapertura al pubblico di tutti gli impianti sportivi, sia all'aperto sia al chiuso, in occasione delle gare ufficiali di tutte le discipline di qualunque categoria.
Il provvedimento, che rappresenta una nuova sfida al Governo da parte del presidente della Regione, è stato elaborato in base alle indicazioni del Comitato tecnico scientifico che ha previsto misure precise per il contrasto al Covid 19.
OK DEL COMITATO. L'ordinanza voluta dal governatore, e anticipata ieri dal Centro, ha ottenuto il sostanziale via libera del Cts, che ha contribuito a redigerne i contenuti, nel rispetto di misure ben precise.
«Domani riaprono le scuole, le attività produttive sono già ripartite e all'origine del provvedimento sugli stadi», afferma il referente regionale per le emergenze, Alberto Albani, componente del Comitato tecnico scientifico, «ci sono anche valutazioni di tipo economico. In un quadro in cui la vita deve ricominciare, è giusto che anche quelle tipologie di attività ripartano, ovviamente facendolo in sicurezza».
L'esperto aggiunge che, tra l'altro, «l'orientamento governativo è proprio quello di riaprire gli impianti al pubblico e l'Abruzzo si adegua e si muove in questa direzione. Ovviamente», sottolinea Albani, «sono previste regole ben precise in base alla tipologia e alle dimensioni degli impianti. In ogni caso non sarà possibile superare i mille spettatori, sempre rispettando il distanziamento sociale. Fondamentali saranno i controlli, che spetteranno a società sportive ed enti gestori delle strutture». FUGA IN AVANTI. Ma quella di Marsilio, che aveva annunciato la firma già per lunedì scorso, resta una fuga in avanti rispetto al Governo che per ora ha riaperto al pubblico, in via sperimentale, solo gli stadi di serie A, ad un massimo di mille spettatori. Una scelta che il governatore abruzzese ha definito «discriminatoria» nei confronti delle categorie e degli sport minori.
CHE COSA PREVEDE. Il provvedimento abruzzese autorizza «lo svolgimento delle partite dei campionati provinciali, regionali e nazionali previste dai calendari federali, alla presenza di pubblico». Presenza che sarà prevista «esclusivamente negli impianti sportivi al chiuso e all'aperto dove è possibile assicurare posti a sedere da preassegnare ai singoli spettatori per l'intera durata dell'evento». La capienza massima è di mille spettatori per gli impianti all'aperto e di 700 per le strutture al chiuso. Ma il numero effettivo di spettatori «dovrà essere definito dal gestore dell'impianto, in base alla capienza degli spazi individuati, per assicurare il distanziamento interpersonale, sia laterale che frontale, di almeno un metro tra testa e testa». Gli spettatori hanno l'obbligo di occupare esclusivamente il posto a sedere loro assegnato e di indossare la mascherina per tutta durata dell'evento nel caso di impianti al chiuso. Per le strutture all'aperto, invece, le mascherine andranno indossate «dall'ingresso fino al raggiungimento del posto e ogni qualvolta ci si allontani dallo stesso». (l.d.)