Stadio, la procura indaga sul grande appalto

La squadra mobile preleva gli atti al Comune, nel mirino i lavori da 10 milioni di euro

PESCARA. La procura di Pescara ha aperto un'inchiesta sui lavori di ristrutturazione dello stadio Adriatico. Gli agenti della squadra mobile sono tornati a bussare in Comune per acquisire documenti e capire i dettagli di un appalto milionario. L'inchiesta ruota intorno a un'ipotesi: lavori frazionati, assegnati aggirando le regole, con una procedura accelerata. Da grande evento.

L'acquisizione è stata eseguita la settimana scorsa: il fascicolo sul grande appalto di Pescara è stato aperto dalla pm Anna Rita Mantini che ha delegato per le indagini gli agenti della squadra mobile di Nicola Zupo.  Il primo atto è stato prendere i documenti: un cumulo di delibere che ha dato il via a un appalto assegnato con l'acceleratore premuto. Anche se la scelta di Pescara come sede dei Giochi del Mediterraneo risale al 3 ottobre 2003, quattro anni dopo, il Comune si è visto costretto a ricorrere a una procedura d'urgenza per affidare i lavori. 

Tra le carte nel mirino degli investigatori, anche una delibera: la 301 del 17 aprile 2007 con la quale la giunta del sindaco Luciano D'Alfonso ha detto sì all'«accelerazione delle procedure per la realizzazione degli interventi di riqualificazione dello stadio». Una patente da «grande evento», strada usata dalla Protezione civile anche in caso di calamità naturali, «vista la ristrettezza dei tempi a disposizione», come è stato scritto sull'atto. 

Nella delibera è stato inserito anche un altro passaggio chiave: «Considerato che nel provvedimento di individuazione del Comune di Pescara quale soggetto attuatore degli interventi, dovrebbe essere prevista la possibilità di derogare alle normative in materia di appalti». Una frase, con l'uso del verbo al condizionale, utile per uno scopo: «Consentire la riduzione dei termini».

Così, avviare i lavori con «urgenza» perché, dal 2003 al 2007, si è perso tempo.  Sette le imprese che si sono contese l'appalto da dieci milioni di euro ma, secondo l'ipotesi della procura, ritoccato al rialzo. Tre i colossi abruzzesi: il gruppo edile pescarese Di Vincenzo guidato da Gianni Di Vincenzo e la ditta Paolo Di Giampaolo (Pescara) costituta in associazione temporanea d'impresa (ati) con la Walter Tosto spa di Chieti.

Le altre imprese partecipanti sono state: ati ditte Claudio Favellato (Isernia) e Costruzioni Camardo (Campobasso); ati Edilduemila (Isernia) e A.m. contractor (Genova); ati Costruzioni generali e appalti Co.G. e A.p. (Napoli); ati Debeco (Teramo) e Troiani e Ciarocchi (Ascoli Piceno); Mazzi impresa costruzioni (Verona).  I lavori per la «manutenzione straordinaria, riqualificazione, ampliamento e adeguamento alle norme di sicurezza» sono stati affidati all'ati Di Giampaolo-Tosto (81,15 il punteggio; 16 punti in più della seconda Di Vincenzo), obbligata a una corsa contro il tempo: i lavori sono cominciati nel 2008 con il rischio di non finirli per l'inizio dei Giochi del Mediterraneo 2009.

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