Stangata sugli aiuti per gli affitti Esclusa la metà degli inquilini

Pugno duro del Comune nei confronti delle famiglie indigenti che hanno richiesto il contributo Bocciate le domande di coloro che hanno detratto dal 730 il canone di locazione dell’anno scorso

PESCARA. Una legge del 1998, applicata solo a campione negli anni scorsi dagli uffici comunali, ha provocato quest’anno una strage tra le domande presentate dagli inquilini indigenti per ottenere i contributi per pagare gli affitti. Oltre la metà delle famiglie è stata esclusa, perché hanno portato in detrazione nelle loro dichiarazioni dei redditi i canoni di locazione. Una norma di questa legge, infatti, vieta il cumulo di questi due benefit, ossia la detrazione e il contributo statale pagato annualmente dal Comune.

Così, su 489 domande presentate, ne sono state ammesse al contributo solo 227, mentre sono stati esclusi ben 262 inquilini. Un numero così alto di richieste bocciate non era stato mai raggiunto in passato. L’anno scorso, su 396 domande, hanno ottenuto gli aiuti 276, mentre 120 inquilini sono stati esclusi. Nel 2013, su 436 domande, 335 erano state ammesse e 128 bocciate.

La differenza è che negli anni passati, questa legge non sarebbe stata applicata in maniera così rigida. E molto probabilmente, alcuni inquilini non conoscevano affatto questo divieto di cumulo. Del resto, nell’avviso che il Comune ha pubblicato nell’aprile scorso non c’è alcun riferimento esplicito al divieto indicato nella vecchia legge.

Tra i requisiti per l’ammissione erano richiesti la cittadinanza italiana o dell’Unione europea; la residenza nel Comune di Pescara, la titolarità per l’anno 2014 di un contratto di locazione per un alloggio a Pescara, stipulato per abitazione principale e non avente natura transitoria; la residenza anagrafica nell’alloggio per il periodo interessato al contributo. Inoltre, veniva richiesto un reddito annuo convenzionale non superiore a 15.853,63 euro, da cui si dovevano detrarre 516,46 euro per ogni figlio minorenne e per ogni ulteriore componente familiare, oltre i primi due (esclusi i figli minorenni), fino a un massimo di sei. Infine, l’incidenza del canone di locazione sul reddito complessivo doveva essere in misura non inferiore al 14 per cento, se il reddito annuo complessivo non era superiore a 12.881,18 euro e in misura non inferiore al 24 per cento, se il reddito annuo complessivo non era superiore a 15.853,63 euro.

Del divieto di cumulo, dunque, non si parla esplicitamente. Ma l’Ufficio politiche della casa del Comune ricorda che la legge è in vigore dal 1998 e in base a un controllo a campione è emerso che molti inquilini, che hanno presentato domanda quest’anno, non erano in regola, per cui le loro richieste sono state bocciate.

Ora, l’Ufficio ha pubblicato sull’albo pretorio l’elenco delle domande ammesse ed escluse provvisoriamente. Gli esclusi hanno 15 giorni di tempo per presentare eventuali ricorsi. Trascorso questo periodo, l’Ufficio formulerà l’elenco definitivo che sarà trasmesso entro il prossimo 30 settembre alla Regione. Una volta stanziata la somma a disposizione, l’amministrazione regionale provvederà ad erogare al Comune la cifra che dovrà poi essere ripartita tra i vari inquilini ammessi al contributo.

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