Stop allo spaccio in Val Pescara: sei arresti, pestato un debitore 

I militari hanno ricostruito 300 cessioni di droga tra i 10 indagati, tra cui una ragazza di vent’anni Linguaggio in codice al telefono e spostamenti con auto a noleggio sostituite ogni due settimane 

SCAFA. Erano scaltri, non facevano passi falsi, al telefono usavano un linguaggio in codice e per spostarsi viaggiavano su auto prese a noleggio. Eppure le mosse degli spacciatori che rifornivano la zona tra Scafa e il piccolo centro di San Valentino in Abruzzo Citeriore non sono sfuggite ai carabinieri della compagnia di Popoli, coordinati dal capitano Giovanni Savini, che hanno indagato a lungo nei comuni dell'entroterra e ieri hanno eseguito l'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Nicola Colantonio (il sostituto procuratore che ha coordinato l'attività è Andrea Papalia). Durante le perquisizioni eseguite ieri mattina all'alba dagli uomini dell'Arma, due degli indagati sono stati trovati in possesso di droga, per cui sono stati arrestati in flagranza e sottoposti ai domiciliari e sono Davide Ronzone, di 34 anni, che aveva in camera 10 grammi di cocaina e un bilancino, e Ivan Speranza, 25 anni, che aveva in casa una piccola serra in legno con tre piante di marijuana (nei suoi confronti era stato disposto l'obbligo di dimora, ma il controllo di ieri ha fatto scattare l'arresto). Su disposizione del giudice, tre persone sono finite in carcere, e sono Luca Stefano Di Gregorio, 39 anni, Amedeo Maffettone, 28 anni, e Leon Cako, 37 anni, un'altra ai domiciliari, cioè William D'Amico, 36 anni, e altre due sono state sottoposte all'obbligo di dimora, e cioè M.D.F., 29 anni, e L.P., 22 anni, che dovranno rimanere a casa nelle ore notturne. Gli indagati sono in tutto dieci, di cui otto di Scafa e San Valentino, uno di Lettomanoppello e uno di Pescara. Tra loro c'è una sola donna, M.S., di venti anni (l'ultimo indagato è G.D.C., 41 anni). Sono tutti spacciatori, per l'accusa, e quattro di loro si sono resi responsabili anche di estorsione nei confronti di uno degli indagati perché non avrebbe saldato un debito di droga di duemila euro e per questo è stato aggredito in strada, dopo una serie di intimidazioni. L'indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Popoli - coordinato dal tenente Cleto Della Rosa - comincia a ottobre del 2019 e va avanti per mesi, fino all'inizio dell'estate 2020, per poi riprendere vigore a luglio, nel momento in cui gli investigatori scoprono gli atti intimidatori finalizzati alla riscossione di denaro per questioni di droga. E mai, in questo periodo, la pandemia ha rappresentato un ostacolo allo spaccio. Il primo là alle indagini arriva dopo il controllo di alcuni soggetti, sospetti spacciatori nella zona tra Scafa e San Valentino.
Per acquisire elementi concreti, i carabinieri avviano le intercettazioni telefoniche e ambientali e piazzano delle telecamere in alcuni punti strategici, in strada, per studiare le mosse dei pusher, oltre a usufruire delle telecamere pubbliche. Il puzzle si compone un po' per volta, anche grazie ai controlli eseguiti sugli acquirenti dopo le cessioni di dosi di hascisc, marijuana e cocaina, che in alcune occasioni vengono recuperate dai carabinieri. Sapendo che il rischio di essere scoperti è concreto, gli spacciatori usano tutte le precauzioni del caso: nelle conversazioni, anche telefoniche, spiate dall'Arma, non si parla mai di droga ma di "toner" da consegnare agli assuntori, come se al centro dei passaggi ci fosse sempre l'inchiostro per la stampante, giallo o verde, e comunque il linguaggio è sempre criptico.
Gli indagati cambiano spesso cellulari e anche le auto prese a noleggio vengono sostituite ogni 15 giorni. Eppure i carabinieri ricostruiscono ben 300 cessioni di droga, avvenute in strada o con consegna a domicilio, a casa degli assuntori, effettuata rapidamente, spostandosi in moto.
Se uno spacciatore resta a secco si fa rifornire da un "collega", ma il debito non deve rimanere insoluto e lo dimostrano le intimazioni di cui parla oggi l'accusa. In un caso, poi, si è arrivati anche al pestaggio del debitore, costretto a saldare. Ieri all'operazione "Toner" hanno partecipato i carabinieri di Popoli, Pescara, Penne e del nucleo cinofili di Chieti.