Strana giornata tra lutto e voglia di normalità

Il risveglio degli aquilani con le staffette commemorative e i concerti. Negozi chiusi per due ore

L’AQUILA. Una città sospesa. E non soltanto nel senso di «alla fiaccolata ci vado o non ci vado?».

Quello che accade all’Aquila, ormai da otto anni a questa parte, tra la notte del 5 e la giornata del 6 aprile è una strana parentesi del tran tran quotidiano. La città si sveglia un po’ più tardi del solito, dopo la fiaccolata, anche se la gran parte dei partecipanti (alcune migliaia di persone, con numeri in calo progressivo rispetto all’anno precedente) abbandona la scena appena terminata la lettura dei nomi delle 309 vittime scanditi al microfono in piazza Duomo, con un primo suono delle campane che, di fatto, scioglie l’assemblea. Un suono che verrà ripetuto, per pochi intimi, all’ora della scossa. Una parte degli intervenuti, poi, si sposta in chiesa per partecipare alla messa dell’arcivescovo. Una parte ancora più ristretta entra infine nella cappellina della Memoria per la veglia di preghiera che quasi sempre, e anche stavolta, finisce proprio mentre la campana delle Anime Sante manda il primo dei 309 rintocchi.

Anche il lutto cittadino, nonostante tanto di ordinanza del sindaco Massimo Cialente, è un discorso relativo. Nel senso che l’interpretazione, a volte, è libera. Alcuni negozi battono regolarmente scontrini nella “fascia protetta”, dalle 9,30 alle 11,30. Altri avvisano i clienti della sospensione dell’attività, vista la ricorrenza. In generale, la città è come divisa in due, tra le lacrime e la voglia di asciugarsele in fretta. Sembra un giorno festivo. Una sorta di sabato santo, visto il periodo pasquale. C’è stato il venerdì di Passione, insomma, ma non è ancora Pasqua.

Sarà anche per questo motivo che il programma delle celebrazioni del 6 aprile – a parte quelle religiose, di competenza dell’ufficio liturgico diocesano – è ridotto al minimo. Concerti e passeggiate della memoria. Dal punto di vista simbolico si è scelto, anche quest’anno, di accogliere due staffette commemorative, quella promossa dalla Guardia di Finanza e quella delle associazioni podistiche che attraversano tutto il territorio fino ad arrivare in piazza Duomo e alla Casa dello studente. A testimonianza del fatto che il terremoto di otto anni fa ha colpito non soltanto il capoluogo, ma anche i centri del circondario.

Nella giornata della riflessione, spazio anche alla musica. La Fanfara della polizia ha offerto un concerto all’interno dell’Auditorium del Parco del Castello.(e.n.)

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