Tajani: lo spirito di Pescara ora è un passo verso la pace
Il ministro: «Mai nessuno aveva messo insieme israeliani, palestinesi e libanesi» E oggi partono 15 camion carichi di aiuti per Gaza: «Risultati concreti e chiari»
PESCARA. «Sfido chiunque altro a fare quello che abbiamo fatto noi: nessuno è stato in grado di portare nello stesso luogo israeliani, palestinesi e libanesi. I risultati del G7 sono concreti, poi è ovvio che chiunque può dire che Gesù è morto di freddo». In chiusura del G7 Sviluppo, un vertice ministeriale durato tre giorni in una città blindata con cinque zone rosse e i soldati schierati sui tetti dei palazzi, il ministro degli Esteri Antonio Tajani parla di «evento straordinario»: all’Aurum, anche se con ingressi diversi e colloqui in stanze separate, si sono incrociati per la prima volta i destini di Israele, Palestina e Libano. «I risultati politici sono chiari e sono sotto gli occhi di tutti», dice il vice premier all’auditorium Flaino trasformato in un media center, «israeliani, palestinesi e libanesi sono venuti qua; non sono andati a Parigi» dove è in corso la Conferenza internazionale sul sostegno al popolo e alla sovranità del Libano. «Questa è la grande differenza», dice Tajani, «e bisogna spiegarla a chi manifesta».
MESSAGGIO AL NO G7
E allora, al popolo No G7 che invade le strade di Pescara «contro la guerra economica, sociale e militari», Tajani dice: «Credo che chi critica il G7 lo fa senza aver capito granché di quello che è successo qui; abbiamo lavorato solo per la pace e per aiutare la popolazione civile, non si è parlato di armi ma solo di aiuti umanitari. Ma forse manifestano per la guerra?». Tajani è certo: «Noi lavoriamo per la pace e credo sia quello che abbiamo fatto qui a Pescara e non per sostenere lo scontro tra l’uno e l’altro».
«SPIRITO DI PESCARA»
Il ministro saluta tutti i protagonisti del G7 con delegazioni di Usa, Canada, Regno Unito, Francia, Germania e Giappone e trenta Paesi in via di sviluppo, soprattutto africani, inaugura una pianta di ulivo ribattezzata “albero della pace” in piazza Italia e lascia Pescara assicurando che qui è stato scritto un pezzetto di storia contemporanea: «Sui documenti del G7 si parla dello “spirito di Pescara” e a Parigi si segue proprio questa traccia». E poi spiega: «Non abbiamo raggiunto la pace ma abbiamo fatto un primo passo. La pace si costruisce passo dopo passo. Magari avessimo la bacchetta magica per risolvere i problemi del mondo in tre giorni. Abbiamo ottenuto risultati importanti e abbattuto la barriera dei veti», dice riferendosi alla presenza di Israele, con l’ambasciatore all’Agenzia delle Nazioni Unite a Roma Orli Gil, della Palestina, con il ministro dell’Economia Mohammad Alamour, e del Libano, con il ministro degli Esteri Abdallah Bou Habib.
CAMION A GAZA
Un altro «risultato concreto» è il via libera a “Food for Gaza”, il progetto italiano per portare cibo e medicine nei territori devastati: oggi da Genova, è in programma la partenza di 15 camion grazie a un accordo sugli aiuti umanitari e sanitari rinsaldato proprio a Pescara: «Se gli aiuti andranno direttamente al popolo palestinese e non ad Hamas, che poi li avrebbe rivenduti, è merito dell’Italia. Israele ha assicurato un trattamento privilegiato per l’operazione. E l’ambasciatore israeliano alla Fao», racconta Tajani, «ci ha detto che Food for Gaza è il progetto migliore per aiutare i palestinesi».
«ITALIA PROTAGONISTA»
La presidenza italiana del G7 si chiude «con l’Italia protagonista», dice Tajani, capace di giocare «un ruolo importante per aiutare le popolazioni in sofferenza ma anche per costruire la pace e il cessate il fuoco sia in Libano sia a Gaza». Mancano due mesi e mezzo alla fine della presidenza italiana del G7: dopo il vertice di Pescara, ci saranno altre tre riunioni ministeriali, il 3 e 4 novembre a Roma sullo Sviluppo urbano sostenibile; dal 13 al 15 novembre a Firenze sul Turismo; e l’ultima, il 25 e 26 novembre, a Fiuggi sugli Esteri. Altro appuntamento il 7° Forum mondiale Ocse sul benessere, dal 4 al 6 novembre a Roma.
PER L’AFRICA
Il ministro parla anche dell’impegno per l’Africa preso con le trenta delegazioni dei Paesi in via di sviluppo presenti a Pescara: «Bisogna avere una strategia per l’Africa che punti a disinnescare l’emergenza sanitaria e su questo siamo tutti d’accordo, sia il pubblico che il privato». Un’arma per battere la mortalità infantile è la vaccinazione di massa e di questo si è parlato con José Manuel Barroso, ex commissario Ue e oggi presidente di Gavi: «Bisogna produrre vaccini in loco», secondo Tajani.
«GRANDE CITTà»
Poi, il saluto a una città catapultata sulla scena internazionale: «Pescara ha dimostrato di essere una grande città», assicura il ministro. Per tre giorni, Pescara ha smesso i panni della città di provincia per indossare i vestiti da capitale: qui sono arrivati anche i messaggi del premier Giorgia Meloni e di Papa Francesco che ha chiesto di «perseverare» nella ricerca della pace. «Pescara è andata al di là delle aspettative. Nemmeno nei grandi Paesi del Nord, avrebbero organizzato tutto così bene», dice il ministro, «Barroso è rimasto colpito dalla bellezza della pineta Dannunziana, la presidente del B7 Emma Marcegaglia mi ha detto che qui c’è un bravo sindaco; e anche dal punto di vista alimentare, qui si sta davvero bene. Ho ricevuto tanti complimenti».