Tasse, arrivano le misure per evitare liti col Comune

Sono entrate in vigore le nuove norme sull’interpello, mediazione e reclamo Più tutele per i contribuenti nei confronti degli errori commessi dall’Ufficio tributi

PESCARA. Ora i contribuenti hanno delle armi in più per difendersi da eventuali errori commessi dall’Ufficio tributi del Comune. Nei giorni scorsi, il consiglio comunale ha approvato le nuove norme per regolamentare tre strumenti utili ad evitare rischi di contenziosi in tribunale. Si tratta dell’interpello, della mediazione e del reclamo, ossia misure finora utilizzate solo dall’Agenzia delle entrate per regolare i rapporti tra contribuenti e Fisco e adesso in vigore anche a Pescara con effetto retroattivo, a partire dal primo gennaio scorso.

Così, anche a livello locale i cittadini hanno maggiori tutele nei confronti della macchina amministrativa. La novità è stata illustrata ieri dall’assessore ai tributi Adelchi Sulpizio, dalla vice presidente del consiglio comunale Gabriella Lola Berardi e dal responsabile del servizio Tributi Antonio Mastroluca.

Il primo strumento a disposizione è quello dell’interpello. «Si tratta di una forma di tutela», ha spiegato l’assessore, «che il cittadino richiede con un parere sull’applicazione del tributo al suo caso specifico. Questo nel caso ci siano incertezze sull’applicazione delle norme». «Il contribuente», ha aggiunto, «chiede al Comune di conoscere l’orientamento interpretativo, evitando così di rivolgersi alla Commissione tributaria. Il Comune risponde alla domanda e si evita il contenzioso. Il parere è vincolante».

In sostanza, l’interpello è una richiesta che il contribuente rivolge all’amministrazione per conoscere l’interpretazione delle norme ai casi concreti. È un istituto preventivo che va azionato prima che si verifichi un inadempimento. La risposta dell’amministrazione vincola le future azioni e, in caso di mancata risposta entro novanta giorni, il silenzio equivarrà a una condivisione della soluzione prospettata.

Le figure del reclamo e della mediazione, invece, sono collegate. «Anche questi», ha osservato Sulpizio, «sono strumenti da utilizzare per cercare di evitare contenziosi costosi, sia in termini di tempi, che di risorse».

In pratica, si comincia con un’istanza obbligatoria, da parte del contribuente, che anticipa il contenuto del ricorso. Con il reclamo il cittadino può chiedere l’annullamento totale o parziale dell’atto sulla base degli stessi motivi che intenderebbe portare all’attenzione della Commissione tributaria provinciale. Il contribuente che presenta un reclamo può inserire nell’istanza anche una proposta di mediazione. In qualsiasi caso, questi strumenti possono essere utilizzati esclusivamente per cause di valore non superiore a 20.000 euro. Se la mediazione dovesse fallire, il contribuente avrà comunque la possibilità di continuare il ricorso alla Commissione tributaria. Resta il fatto che il ricorso non è procedibile per novanta giorni, periodo entro il quale dovrà essere concluso l’intero procedimento.

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