Tavolini all’aperto, giro di vite: multe e via i permessi a chi sgarra

Il Comune detta le norme da applicare a bar, ristoranti e pub per l’occupazione del suolo pubblico Modificato l’iter per richiedere le autorizzazioni, sono oltre 100 le domande di rinnovo in sospeso
PESCARA. Scatta il giro di vite per gli esercenti che non rispettano le norme per i tavolini all’aperto. In attesa che si pronunci il Tar sul ricorso presentato dagli operatori per contestare la riduzione degli spazi, gli uffici del Comune hanno fatto chiarezza su una serie di regole e sulle sanzioni per i trasgressori. Regole che erano state rese più permissive durante l’emergenza Covid. In pratica, in caso di violazioni scatteranno multe salate e la revoca delle autorizzazioni. Intanto, ci sono oltre 100 domande di rinnovo dei permessi per i tavolini bloccate perché ora il Comune richiede alcuni documenti aggiuntivi per poter rilasciare il permesso. L’assessore al commercio Alfredo Cremonese, nei giorni scorsi, aveva preannunciato che sarebbero arrivate ben presto delle nuove regole.
i nuovi moduli Le norme per l’occupazione dei suolo pubblico sono contenute nei nuovi moduli che la dirigente del settore Provveditorato e patrimonio Federica Mansueti ha predisposto per richiedere le autorizzazioni. «Si tratta di un aggiornamento della modulistica», spiega. All’interno ci sono regole che, in passato, avevano creato incertezze nell’applicazione. «È la corretta interpretazione delle Regolamento del canone unico patrimoniale», precisa la dirigente, «c’erano disposizioni non ben specificate e abbiamo ritenuto opportuno, nelle more di approvazione di un ulteriore regolamento, di disciplinare meglio quanto già previsto per evitare incomprensioni o sorprese». Gli esercenti, «durante l’occupazione, dovranno rispettare fedelmente quanto prescritto dal titolo autorizzativo».
le multe Ed ecco le sanzioni. «La violazione accertata dagli organi preposti», si legge nel provvedimento della dirigente, «darà luogo all’immediato ripristino dello stato dei luoghi mediante la rimozione delle opere abusive costituite da elementi amovibili. Nel caso di difformità, rispetto all’autorizzato, con elementi di arredo la cui rimozione richieda l’intervento di mezzi meccanici, sarà applicata dal servizio Gestione spazi pubblici, la sanzione della sospensione dell’autorizzazione per inottemperanza all’ordine di rimozione, nel termine massimo di 10 giorni in base all’entità delle opere, contenuto nella comunicazione di avvio del procedimento. In caso di inerzia, si procederà alla rimozione coatta da parte degli uffici comunali competenti con addebito delle spese a carico del trasgressore, previa revoca dell’autorizzazione».
«Alla seconda violazione», è scritto ancora nel documento firmato da Mansueti, «accertata dal competente organo, in ordine a qualsivoglia disposizione e/o a quanto previsto dal titolo autorizzativo, conseguirà la decadenza della concessione». E ancora: «In ogni caso, dalla violazione accertata dagli organi preposti conseguiranno le sanzioni pecuniarie irrogate dalla polizia locale ai sensi del Codice della strada e dal soggetto affidatario Ica per le ipotesi di occupazioni abusive».
Infine, gli esercenti avranno l’obbligo, alla chiusura giornaliera dell’attività, di rimuovere tutti i manufatti, gli arredi e complementi dal suolo pubblico e di collocarli all’interno del locale. Pena: le stesse sanzioni previste per le occupazioni abusive.
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