Testa si dimette, Mascia fa dietrofront

Il presidente della Provincia lascia oggi, il sindaco forse ci ripensa: la sfida è come quella di due velocisti su pista del passato

PESCARA. Le dimissioni di Mascia e Testa non sono ancora arrivate. Il presidente della Provincia le presenterà domani mattina e comunque entro la mezzanotte, cioè entro la scadenza fissata dalla legge per potersi poi candidare eventualmente alla Regione come consigliere. Ma quelle del sindaco non sono affatto certe, anzi ora potrebbe non presentarle più, lasciando Testa a fare il passo da solo.

Il sindaco e il presidente della Provincia si studiano, si controllano, si spiano come due velocisti di pista d’altri tempi. Ognuno è pronto a scattare per l’ultima volata finale fino al traguardo. Tutti e due desiderano candidarsi a sindaco e sono pronti a giocarsi tutto per raggiungere questo scopo. La competizione politica tra il sindaco, di Forza Italia e presidente della Provincia, del Nuovo centrodestra, si è trasformata in una partita a scacchi e le dimissioni diventano a questo punto solo una tattica, probabilmente per mettere fuori gioco l’avversario. Tanto più che la legge consente agli amministratori di poterci ripensare entro 20 giorni.

Fatto sta che Guerino Testa avrebbe dovuto lasciare l’incarico ieri. Ma non lo ha fatto. Ha passato la giornata tra mille ripensamenti e poi in serata ha rivelato: «Mi dimetterò domani (oggi), subito dopo aver assegnato le deleghe dei due assessori Martorella e Ruggieri, che hanno già lasciato l’incarico per candidarsi come consiglieri regionali». Una decisione che ha creato qualche perplessità, visto che con le dimissioni di Testa sono destinati a decadere sia la giunta che il consiglio provinciale.

E Mascia attende le mosse del suo avversario. Fonti bene informate sostengono che il sindaco starebbe riflettendo seriamente di rimanere alla guida della città sino alla scadenza naturale del suo mandato anche con le dimissioni di Testa. Lo scontro nella coalizione di centrodestra per la scelta del candidato sindaco si fa sempre più aspra. Ieri, due esponenti di spicco di Forza Italia, il capogruppo regionale Lorenzo Sospiri e il deputato Fabrizio Di Stefano hanno detto senza mezzi termini che Mascia deve essere il candidato sindaco. «Un amministratore uscente che ha lavorato bene deve essere ricandidato», ha affermato Di Stefano, «e Mascia, a mio avviso, ha lavorato bene in questi cinque anni ed è quindi giusto che venga ripresentato dalla coalizione per un secondo mandato». Dello stesso avviso Sospiri: «Il sindaco uscente ha tutti i requisiti per essere ricandidato», ha osservato, «Forza Italia difende il sindaco uscente». Tuttavia, Di Stefano non è apparso favorevole all’ipotesi di dimissioni anticipate del sindaco. «Se si dimette vuol dire che si vuole candidare alla Regione e a questo punto dovremo valutare la situazione», ha rivelato. Dalla parte di Mascia, comunque, si sono schierati, oltre che Forza Italia, anche Pescara futura e Fratelli d’Italia. Mentre il Nuovo centrodestra punta tutto su Testa. L’Udc, invece, non ha una posizione univoca. Ad esempio, l’Udc-Ppe del capogruppo Vincenzo Dogali dice di no a Mascia, ma anche alle primarie che sarebbero necessarie nel caso in cui non si trovasse un accordo su un candidato unico. A proposito di primarie, c’è chi sostiene che sarebbe impossibile organizzarle in tempo, perché non è stato ancora stilato un apposito regolamento. Sembra difficile, a questo punto, che un accordo possa essere raggiunto nel nuovo incontro della maggioranza, organizzato dal coordinatore regionale di Forza Italia Nazario Pagano per lunedì prossimo. Quello che si è svolto mercoledì scorso, ha fatto registrare un nulla di fatto. Le parti sono rimaste distanti e per questo motivo la riunione è terminata in poco tempo. I vertici dei partiti a Roma sono stati già avvertiti della situazione che si è creata a Pescara. Testa è ancora in attesa di incontrare Angelino Alfano e Gaetano Quagliariello.

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