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Tribunale in difficoltà: mancano 6 giudici
Gravi carenze d'organico, rinforzi part-time da altre sedi per celebrare i grandi processi
PESCARA. I grandi processi sono la punta dell'iceberg. La giustizia pescarese si conta e si scopre (sempre più) impoverita di giudici, di risorse e di personale amministrativo. In occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha lanciato pubblicamente l'allarme attraverso il rappresentante dell'Anm Camillo Romandini.
Il presidente della Corte d'appello Giovanni Canzio ha lanciato la ciambella di salvataggio: ha chiesto che i grandi processi si esauriscano nel 2011, ma ha anche assicurato rinforzi da altri tribunali per comporre i collegi. Le contromisure appaiono urgenti a Pescara. Due dati su tutti: su 21 giudici previsti dalla pianta organica (ai quali vanno aggiunti il presidente del tribunale e i due presidenti di sezione), mancano in sei, tra trasferimenti, maternità e impegni istituzionali. E sul fronte del personale di cancelleria, ormai da 15 anni chi va in pensione non viene sostituito.
ORGANICI RIMODULATI Il colmo è che il ministero, causa finanziaria, ha rimodulato gli organici tagliando i posti vacanti. Come dire, non c'è carenza di personale perché l'organico (ridisegnato, ma meglio sarebbe dire adattato) è quello attuale. In procura, ad esempio, risultano mancanti 6 dipendenti amministrativi, ma le "vacanze" sono state cancellate. E così pure nel resto di palazzo di giustizia.
Mai il tribunale di Pescara si era trovato a fare i conti con una crisi di forze così evidente. Una lacuna che spinge chi opera a un surplus di lavoro impressionante, peraltro riconosciuto pubblicamente dallo stesso Canzio.
975 CAUSE A TESTA I grandi processi al via (dal 22 febbraio comincerà Ciclone su appalti e tangenti al Comune di Montesilvano, ma l'attesa è per la Sanità, dal 15 aprile) hanno solo avuto l'effetto di far deflagrare un disagio sempre più evidente, anche tra i magistrati e gli avvocati. I quali ultimi temono lo svuotamento del settore civile, dove in media ogni giudice porta avanti un carico di 975 cause a testa. Basta spostarne uno o due al penale per provocare una semiparalisi del settore.
Il rischio c'è perché, secondo fonti qualificate della procura, per colmare l'emergenza giudici e garantire il regolare corso dei processi più importanti occorrono almeno 4 arrivi. Ma da dove? Esclusi rinforzi da Lanciano e Vasto, che hanno organici limitati, e neppure dall'Aquila, alle prese con gli infiniti problemi post sisma, restano i tribunali di Chieti e Teramo da cui attingere. E' probabile una soluzione a metà, con provvisori spostamenti interni al tribunale di Pescara e, forse un paio d'arrivi, magari part-time, da fuori, con giudici che potrebbero fare la spola tra due sedi giudiziarie.
LE INCOMPATIBILITA' In ogni caso, soluzioni sofferte, ma necessarie, pensando che a Pescara proprio le grandi inchieste, una volta arrivate al dibattimento, hanno fatto emergere un'altra questione non secondaria: l'incompatibilità di tantissimi giudici, che in un modo o nell'altro si sono espressi su un procedimento, finendo per autoescludersi dalle fasi successive. Dunque servono giudici, e che siano compatibili per processi da svolgersi a ritmi serrati e in tempi, ha chiesto Canzio, «assolutamente ragionevoli».
La crisi di giudici fa a pugni con l'organico in dotazione alla procura, dove gli ultimi due posti vacanti tra i magistrati sono stati rapidamente colmati a fine 2010 con l'arrivo dei pm Campochiaro e Giusti, su ben 20 richieste giunte al Csm per entrare a far parte del team di Pescara. La procura colma l'assenza di collaboratori attraverso la polizia giudiziaria, sottratta spesso ai propri compiti per rimediare alle deficienze d'organico. Un éscamotage che ha evitato deragliamenti alle inchieste, ma al quale il resto del tribunale non può fare affidamento. I disagi sono evidenti, specie nel settore civile: cancellerie che prima aprivano ogni giorno, oggi sono costrette a ridurre il lavoro allo sportello. Gli impiegati hanno moltiplicato gli sforzi. E non basta mai. Non basta più.
Il presidente della Corte d'appello Giovanni Canzio ha lanciato la ciambella di salvataggio: ha chiesto che i grandi processi si esauriscano nel 2011, ma ha anche assicurato rinforzi da altri tribunali per comporre i collegi. Le contromisure appaiono urgenti a Pescara. Due dati su tutti: su 21 giudici previsti dalla pianta organica (ai quali vanno aggiunti il presidente del tribunale e i due presidenti di sezione), mancano in sei, tra trasferimenti, maternità e impegni istituzionali. E sul fronte del personale di cancelleria, ormai da 15 anni chi va in pensione non viene sostituito.
ORGANICI RIMODULATI Il colmo è che il ministero, causa finanziaria, ha rimodulato gli organici tagliando i posti vacanti. Come dire, non c'è carenza di personale perché l'organico (ridisegnato, ma meglio sarebbe dire adattato) è quello attuale. In procura, ad esempio, risultano mancanti 6 dipendenti amministrativi, ma le "vacanze" sono state cancellate. E così pure nel resto di palazzo di giustizia.
Mai il tribunale di Pescara si era trovato a fare i conti con una crisi di forze così evidente. Una lacuna che spinge chi opera a un surplus di lavoro impressionante, peraltro riconosciuto pubblicamente dallo stesso Canzio.
975 CAUSE A TESTA I grandi processi al via (dal 22 febbraio comincerà Ciclone su appalti e tangenti al Comune di Montesilvano, ma l'attesa è per la Sanità, dal 15 aprile) hanno solo avuto l'effetto di far deflagrare un disagio sempre più evidente, anche tra i magistrati e gli avvocati. I quali ultimi temono lo svuotamento del settore civile, dove in media ogni giudice porta avanti un carico di 975 cause a testa. Basta spostarne uno o due al penale per provocare una semiparalisi del settore.
Il rischio c'è perché, secondo fonti qualificate della procura, per colmare l'emergenza giudici e garantire il regolare corso dei processi più importanti occorrono almeno 4 arrivi. Ma da dove? Esclusi rinforzi da Lanciano e Vasto, che hanno organici limitati, e neppure dall'Aquila, alle prese con gli infiniti problemi post sisma, restano i tribunali di Chieti e Teramo da cui attingere. E' probabile una soluzione a metà, con provvisori spostamenti interni al tribunale di Pescara e, forse un paio d'arrivi, magari part-time, da fuori, con giudici che potrebbero fare la spola tra due sedi giudiziarie.
LE INCOMPATIBILITA' In ogni caso, soluzioni sofferte, ma necessarie, pensando che a Pescara proprio le grandi inchieste, una volta arrivate al dibattimento, hanno fatto emergere un'altra questione non secondaria: l'incompatibilità di tantissimi giudici, che in un modo o nell'altro si sono espressi su un procedimento, finendo per autoescludersi dalle fasi successive. Dunque servono giudici, e che siano compatibili per processi da svolgersi a ritmi serrati e in tempi, ha chiesto Canzio, «assolutamente ragionevoli».
La crisi di giudici fa a pugni con l'organico in dotazione alla procura, dove gli ultimi due posti vacanti tra i magistrati sono stati rapidamente colmati a fine 2010 con l'arrivo dei pm Campochiaro e Giusti, su ben 20 richieste giunte al Csm per entrare a far parte del team di Pescara. La procura colma l'assenza di collaboratori attraverso la polizia giudiziaria, sottratta spesso ai propri compiti per rimediare alle deficienze d'organico. Un éscamotage che ha evitato deragliamenti alle inchieste, ma al quale il resto del tribunale non può fare affidamento. I disagi sono evidenti, specie nel settore civile: cancellerie che prima aprivano ogni giorno, oggi sono costrette a ridurre il lavoro allo sportello. Gli impiegati hanno moltiplicato gli sforzi. E non basta mai. Non basta più.
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