Trovato morto nella cella frigorifera di un supermercato, i genitori accusano la compagna, lei si difende: «Ricostruzioni infondate»

23 Ottobre 2025

La madre e il padre del 38enne deceduto per suicidio, hanno affermato che sarebbe stato il figlio minore della coppia a riferire che la madre picchiava il padre

PENNE. Tre mesi dopo la tragedia che scosse la comunità di Termoli - piccolo centro del litorale molisano - potrebbe emergere una storia diversa, o almeno questo è quello che sospettano i genitori del 38enne deceduto. La madre e il padre dell'uomo, che vivono in provincia di Pescara, non credono all'ipotesi del suicidio e hanno presentato una denuncia alla Procura di Larino ipotizzando l'omicidio o, in subordine, l'istigazione al suicidio. A depositare l'atto è stato il loro avvocato, Piero Lorusso, che ha anche allegato alcune foto del corpo che - è scritto nella denuncia - "presenta strani segni intorno al collo che fanno fortemente presumere uno strangolamento". I genitori puntano il dito, in particolare, contro la convivente dell'uomo ipotizzando violenze domestiche da parte della donna. Secondo quanto affermano, infatti, sarebbe stato il figlio minore della coppia a riferire che la madre picchiava il padre. Tensioni e violenze in famiglia sarebbero legate alla volontà del 38enne di separarsi dalla compagna e di lasciare la loro casa a Termoli per tornare a vivere nel paese dei genitori in Abruzzo e lavorare nell'azienda agricola del padre. La compagna inoltre, sempre secondo quanto riferito dai genitori dell'uomo, oggi impedirebbe ai nonni di avere contatti con il nipote, potenziale testimone. Nella sette pagine della denuncia vengono anche avanzate ipotesi più inquietanti e si chiede ai magistrati di "valutare l'eventuale collegamento tra la morte del 38enne e l'infiltrazione della criminalità organizzata nel territorio abruzzese e molisano".

L'avvocato Paola Cecchi, legale della compagna dell'uomo trovato senza vita a settembre in un supermercato di Termoli in merito alla denuncia presentata dai genitori del 38enne, afferma in una nota che 'le ricostruzioni gravissime, prive di riscontri e fonti verificabili sono totalmente destituite di fondamento e contribuiscono unicamente ad alimentare speculazioni che ledono la memoria del defunto e la serenità dei suoi cari". Secondo il legale, "il compianto non aveva manifestato alcuna intenzione di riprendere rapporti professionali con l'azienda di famiglia, né risultano atti, documenti o iniziative che possano avvalorare tale circostanza, né tantomeno possono confermare violenze domestiche da parte della donna". L'avvocato inoltre evidenzia che "le notizie diffuse, oltre a ledere la dignità e la serenità personale della compagna del defunto, rischiano di arrecare grave pregiudizio soprattutto al figlio minore, già profondamente colpito della perdita del padre".