«Turni massacranti di 13 ore», a Pescara i dipendenti Tua scendono in piazza

Bus, filovia e treni. Protesta degli addetti: «Orari stravolti, contratti non rispettati e ferie impossibili», e se la prendono con la Regione: «Complice o vittima di questa gestione?». Il caso diventa politico
PESCARA. Turni estenuanti da 13 ore e oltre, completamente stravolti e costruiti in modo tale da impegnare gli autisti per intere giornate. Turni che sul lungo periodo consumano fisicamente e psicologicamente i lavoratori, togliendo loro ogni possibilità di vita privata. Sono queste alcune delle criticità quotidiane che devono fronteggiare i dipendenti della Tua, l’azienda del Trasporto unico abruzzese che gestisce bus, filovia e treni in tutta la regione. «Ma siamo circa 900 dipendenti», denuncia Giuseppe Lupo, segretario regionale Ugl autoferro, «ne servirebbero altri 50 per riuscire a coprire tutti i turni».
Turni che, a detta dei sindacati, diventano sempre più critici a ridosso delle feste e con le ferie da smaltire. «Ferie? Non è proprio possibile farle, non c’è disponibilità». E la protesta è sfociata ieri con una mobilitazione, organizzata da Filt Cgil, Fit Cisl, Faisa Cisal e Uiltrasporti. «Ecco gli sprechi di Tua, treni turistici, ristrutturati e fermi nei depositi», recita il cartellone con le foto esposto davanti alla sede dagli autisti.
«POCO PERSONALE» «C’è una gestione dei turni profondamente problematica», dice Lupo che fa l’elenco dei problemi a partire dai contratti part-time. «Vengono informati dell’orario di servizio soltanto il giorno precedente, rendendo impossibile qualsiasi pianificazione personale o familiare. Ancora più preoccupante è l’utilizzo quasi sistematico del personale part-time su turni di fatto equivalenti a quelli full-time. Si tratta di una pratica che esula dalla corretta applicazione del contratto e che rischia di violare principi e normative a tutela del lavoro part-time». Preoccupanti le «pressioni, ritorsioni e clima di paura» che si vengono a creare in azienda verso «chi non accetta condizioni inique rischia trasferimenti forzati, ferie negate, permessi bloccati o continue vessazioni». Il sindacalista denuncia poi gli stipendi dei dirigenti: «I loro stipendi non vengono sacrificati e, come se non bastasse, hanno a disposizione l’auto aziendale anche fuori dalla loro attività lavorativa», prosegue Lupo che attacca poi la Regione. «Deve dirci se è complice o vittima di questa gestione fallimentare. Il silenzio non è più accettabile: i lavoratori meritano risposte e rispetto».
LA POLITICA A SOSTEGNO A sostenere ieri la manifestazione sindacale dei lavoratori Tua anche il vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Blasioli del Pd, con il consigliere regionale Silvio Paolucci e il segretario regionale dei Giovani dem Saverio Gileno. «La situazione che si profila desta forte preoccupazione», dicono, «siamo vicini ai lavoratori, che hanno avviato lo stato di agitazione per condizioni non più sostenibili, e al fianco delle organizzazioni sindacali che da tempo denunciano criticità gravi, messe nero su bianco nella richiesta di procedura di raffreddamento». I politici dem si fanno portavoce delle difficoltà «dal mancato rispetto di più accordi e norme contrattuali alla condizione critica dei mezzi, con manutenzioni insufficienti e problematiche nelle officine». A ciò si sommano «gli effetti pesantissimi del deficit sanitario, che continua a produrre tagli sensibili e importanti anche sul trasporto pubblico, trasferendo i disagi su utenza e operatori». Con il bilancio di previsione 2026 e accantonamenti sanitari già a 126 milioni, il comparto rischia di implodere secondo i consiglieri.«Una gestione fallimentare che rischia di aggravarsi ulteriormente». Per Paolucci e Blasioli la mancata pubblicazione degli atti del Cda e l’assenza di un confronto con la Regione Abruzzo aggravano un quadro già critico. Annunciano verifiche nelle commissioni competenti, perché «molte aree interne rischiano di pagare il prezzo più alto», concludono i due dem, «le aree interne, già fragili, rischiano di subire i tagli più pesanti. Occorre un cambio di passo immediato, prima che il sistema del trasporto pubblico regionale venga definitivamente compromesso».

