ABRUZZO

Ucraina, 11 blindati fatti a Ortona diventano un caso internazionale 

L’ambasciata russa a Roma accusa l’Italia: «Così, dopo averli donati, spende i soldi dei contribuenti». Ma è una fake: a luglio il predecessore di Zelensky li ha acquistati di persona alla Tekne per 3,3 milioni

PESCARA. «I contribuenti italiani sono felici per come vengono spesi i loro soldi?». L'ambasciata russa in Italia commenta così una foto postata sui propri canali social ufficiali proprio nei giorni in cui il Parlamento discute su nuovi aiuti militari da destinare all’Ucraina. Ma è un errore che fa finire al centro di un caso internazionale un’azienda abruzzese, la Tekne, che ha il suo quartier generale a Ortona ed è considerata un marchio nella produzione di mezzi speciali usati in guerra, come accade oggi in Ucraina.
L’IMMAGINE.
Nelle fotografia pubblicata in un tweet con un tempismo sospetto dalla fonte istituzionale del Cremlino si vede un veicolo blindato, capovolto su un fianco e circondato da macerie a Bachmut, città dell'Ucraina orientale, nel Donbass. La foto in questione è quella grande che vedete qui a destra.


A detta dell’ambasciata, quel mezzo distrutto dalle bombe sarebbe un Lince Mlv. L’immagine postata dai russi è stata scattata dall'alto attraverso un drone che sorvolava il campo di battaglia. E in effetti mostra un veicolo blindato di produzione italiana. Ma qui entriamo nella zona d’ombra in cui si muove il Cremlino perché il mezzo non è un Lince, realizzato dall’italiana Iveco per l'esercito e donato a Kiev dal governo Draghi. Un particolare, questo, che non poteva essere sconosciuto ai russi. Anche perché sarebbe bastato analizzarne i dettagli che evidenziamo sempre qui a destra. In quella foto che, nelle ultime 48 ore ha fatto il giro del mondo, dopo essere stata postata sui canali social ufficiali dell’ambasciata russa, è in realtà ritratto un blindato Mls Shield, cioè un mezzo speciale costruito da Tekne, l’azienda di Ortona dalla quale è stato acquistato con i fondi di una fondazione gestita dall’ex presidente ucraino Petro Poroshenko.
LA RESISTENZA.
Una decisione presa dal predecessore di Zelensky per dimostrare il suo contributo alla resistenza dell’Ucraina invasa dal Putin. Dopo aver ordinato alla Tekne 11 Mls Shield, l’ex presidente, a luglio ha voluto essere presente in Italia per la consegna, documentata da un video che smentisce quanto afferma l’ambasciata russa
DOPPIA SMENTITA.
A rafforzare la tesi della bufala confezionata dai russi si aggiunge una seconda smentita che spieghiamo in poche righe. L’ambasciata russa in Italia riporta non solo la foto, ma anche la fonte di quest’ultima. Si tratta di un canale Telegram @milinfolive che l’aveva pubblicata il giorno prima, quindi il 28 novembre. Nel post, contrariamente al tweet dei russi, si legge che il mezzo viene identificato con il nome Tekne non un Lince Mlv.
QUANTO avrebbe SPESO.
Dell’acquisto degli 11 veicoli blindati Mls Shield si iniziò parlare tra marzo e aprile scorsi. Il loro costo sarebbe stato di 95 milioni di grivnia, la moneta ufficiale dell'Ucraina (circa 3,3 milioni di dollari). Ogni blindato quindi avrebbe avuto il costo di 300mila dollari. Circa la metà dei fondi, 50 milioni di grivnia, sono stati forniti dalle organizzazioni di Poroshenko. Il resto del denaro è stato raccolto attraverso donazioni. Quegli 11 mezzi da guerra non sono costati nulla ai contribuenti italiani. La fake, diffusa a orologeria, è svelata.


L’AZIENDA.
La Tekne srl di Ortona è nata negli anni ’90 ed è considerata fiore all'occhiello nella produzione di mezzi per la difesa e la sicurezza. Da azienda familiare per la progettazione e produzione di sistemi elettronici e impiantistica elettrica, decide sin dai suoi primi anni di puntare al settore dei veicoli speciali. Oggi, Tekne, con oltre 100 dipendenti e commesse in tutto il mondo, ha in Abruzzo sedi a Poggiofiorito (divisione elettronica generale e cablaggi); Ortona (engineering e produzione veicoli); Termoli (produzione veicoli) e Chieti (divisione difesa e sicurezza). «Mentre altre aziende delocalizzano, noi investiamo ancora di più. Il risultato è che la nostra realtà ha esportato in 50 Paesi del mondo tecnologia e tecniche all’avanguardia», disse l’Ad di Tekne in occasione del trentennale.