Gran Sasso

Wojtyla sul Gran Sasso, 30 anni fa la storica visita

28 Dicembre 2025

La notizia che fece il giro del mondo: era il 29 dicembre 1995, la gita del Papa a pochi giorni sa un malore in Vaticano

A San Pietro della Ienca, piccolo borgo alle falde del Gran Sasso non lontano da Assergi e Camarda, trenta anni fa avvenne un episodio destinato a cambiarne la storia e a farlo diventare luogo di profonda spiritualità e meta di pellegrinaggio da ogni parte del mondo. Era il 29 dicembre del 1995, venerdì, primo pomeriggio. Il giorno di Natale di quell’anno, poco dopo mezzogiorno, tutti videro in diretta, in mondovisione, Giovanni Paolo II, sofferente, costretto a interrompere la benedizione Urbi et Orbi. Le apprensioni per quel malore, nonostante le rassicurazioni di fonte Vaticana, andarono avanti per un po’. Il Papa il 27 dicembre si recò nella residenza di Castel Gandolfo per un paio di giorni di riposo. Il 29 mattina decise insieme al suo segretario Don Stanislaw Dziwisz di andare nella zona del Vasto, nei pressi della chiesetta di San Pietro della Ienca, dove si era recato altre volte a pregare in maniera strettamente privata. San Pietro della Ienca a quell’epoca era praticamente disabitato e quasi nessuno lo conosceva. Pasquale Corriere (che ci ha lasciato nel giugno scorso) aveva nel borgo una casetta, nella quale si recava di tanto in tanto. Quel pomeriggio si accorse (perché lo vide dentro la macchina) della presenza del Papa e il giorno dopo la notizia apparve sul Centro. Non era certo la prima gita privata del Pontefice nella zona del Gran Sasso, ma quella volta la notizia rimbalzò sulla stampa di tutto il mondo proprio per il malore accusato da Giovanni Paolo II pochi giorni prima. Significava che il Papa stava bene. «Non c’era neve quel giorno» raccontò poi Corriere «era però una giornata umida e con molta nebbia. Partii dall’Aquila per andare a San Pietro della Ienca. Non avevo legna nella casa in montagna e allora mi fermai a Bazzano ad acquistarne un po’ e la caricai in macchina. All’imbocco della strada che entra a San Pietro c’erano due uomini, in borghese, col telefono, vestiti in maniera distinta. Poco più sotto c’erano altri due uomini, sempre in borghese, con dei telefoni cellulari in mano. Erano fermi e parlavano fra di loro. Arrivato davanti alla chiesetta vidi altre persone e dietro l’edificio sacro notai un grosso fuoco. Il Papa quindi, che io in quel momento non ho visto, era sicuramente vicino al fuoco e dietro la chiesa. Mi sono fermato e ho chiesto, in maniera molto garbata, a una delle persone che avevo incontrato che cosa stessero facendo. Mi rispose un signore, che solo molto tempo dopo ho saputo essere il comandante del corpo di sicurezza del Papa. Mi disse: siamo dei turisti e stiamo facendo una scampagnata. Dopo aver lasciato la legna risalii verso la strada provinciale, erano le 16.15 circa, vidi alcune macchine in sosta e c’erano persone ferme in mezzo alla strada e con loro un sacerdote. A quel punto immaginai potesse trattarsi del Papa. Passai lentamente con la mia auto a fianco alle macchine parcheggiate e dentro una di loro ho visto Giovanni Paolo II. Fin qui il racconto di Pasquale Corriere. La vicenda sarebbe rimasta riservata se non si fossero verificate circostanze che consentirono al Centro di raccontare il giorno dopo, il 30 dicembre 1995, quella gita privata, una notizia che poi fece il giro del mondo proprio per la preoccupazione che a Natale si era creata sulla salute del Pontefice. Fui io, che quel giorno ero alla guida della redazione dell’Aquila, a sapere da Corriere di quella importante presenza a San Pietro della Ienca.

LE NOTIZIE

Come accade spesso, nelle notizie importanti ci si imbatte quasi per caso. La mattina del 29 dicembre avevo telefonato a Pasquale Corriere (che è stato anche un importante personaggio politico locale e assessore comunale) per una questione amministrativa. Corriere mi disse che si sarebbe informato e che ci saremmo risentiti qualche ora dopo. Nei giornali locali succede sempre che, nel pomeriggio, si è travolti dagli eventi e dal lavoro per cui dimenticai la questione per la quale la mattina avevo telefonato a Corriere anche perché, probabilmente, si trattava di cosa del tutto “bagattellare”. Intorno alle 18 fu lo stesso Corriere a contattarmi per telefono. Mi disse che di quella cosa di cui avevamo parlato al mattino non era riuscito a sapere nulla ma che c’era un’altra notizia importante: «Ho visto oggi pomeriggio il Papa a San Pietro della Ienca» e mi riferì dei particolari. Io naturalmente sobbalzai dalla sedia anche se, quando ci si trova ad avere a che fare con informazioni di grande rilievo e che in quel caso riguardavano il Papa, l’entusiasmo deve subito fare spazio alla prudenza. Di una notizia importante “vera” ci si dimentica quasi subito mentre all’epoca una “bufala” su un personaggio “mondiale” poteva significare licenziamento in tronco. A un certo punto ricordai che Corriere mi aveva detto di aver contattato, subito dopo aver visto il Papa, la stazione dei carabinieri di Assergi. Erano ormai le 21.30 quando provai a telefonare ai carabinieri di quella località. Mi “rispose” la segreteria telefonica che con voce “metallica” diceva che la stazione era chiusa e che in caso di necessità mi sarei dovuto rivolgere al 112, che è il Radiomobile. Nella mia agenda trovai il numero dell’abitazione privata del comandante di allora, Giovanni Legnini (che oggi è avvocato, omonimo del parlamentare chietino, ndr) e nonostante l’ora un po’ insolita decisi di telefonare e potei così parlare direttamente con la persona che cercavo. Dopo i normali convenevoli e le mie scuse per aver telefonato a quell’ora gli raccontai ciò che mi aveva detto Pasquale Corriere. E poi feci la domanda cruciale: se sul Centro scrivo che oggi pomeriggio il Papa è stato a San Pietro alla Ienca tu domattina riderai della notizia o la giudicherai vera? La risposta fu precisa: è vera! Quello mi bastava. Avevo due conferme: una diretta, Pasquale Corriere e una indiretta, il comandante della stazione dei carabinieri di Assergi. La notizia finì sulla prima pagina del Centro e un articolo fu inserito all’ultimo momento nelle pagine regionali.

IL DOPO

Da quel momento a San Pietro della Ienca è avvenuto un miracolo. L’antica chiesetta vicino alla quale il Papa aveva sostato è oggi Santuario Giovanni Paolo II meta di migliaia di persone. L’associazione San Pietro della Ienca (di cui adesso è presidente Franca Corriere, figlia di Pasquale) ha realizzato un museo dedicato al Pontefice polacco e in estate nel borgo si svolgono l’evento culturale “Giardino letterario” e il premio “La Stele della Ienca”. L’ultima edizione, che si è svolta circa un mese dopo la morte di Pasquale Corriere, ha avuto due protagonisti: l’arcivescovo emerito di Cracovia (Polonia) cardinale Stanisław Dziwisz, già segretario personale di Papa Giovanni Paolo II che ha ricevuto materialmente il premio (e che in quel 29 dicembre 1995 era come sempre con il Pontefice) e lo stesso Pasquale Corriere fondatore e presidente dell’Associazione culturale San Pietro della Ienca. Pasquale Corriere è stato ricordato con affetto e commozione da tutti coloro che hanno partecipato alla cerimonia. Presenti le due storiche “guardie del corpo” della Gendarmeria Vaticana che hanno accompagnato il papa polacco nelle sue escursioni, Egildo Biocca, originario di Celano, e Massimo Illuminati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA