Alla Virtus Lanciano manca il colpo del ko

22 Novembre 2015

Rossoneri in rete con Di Cecco, replica dell’Entella con un rigore contestato

CHIAVARI. E’ un rigore contestatissimo a frapporsi fra il Lanciano ed il ritorno alla vittoria. Sarebbe stato bellissimo, il coronamento di una gara di grande sacrificio. Ma soprattutto sarebbe stato l’epilogo di un periodo cupo, in cui però la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. L’1-1 in casa dell’Entella è il risultato più giusto, bisogna dirlo, anche perché le due formazioni hanno dato vita ad una gara equilibrata che il Lanciano, con un pizzico di malizia in più, avrebbe potuto portare a casa tranquillamente. Un tempo sarebbe andata così (basta riavvolgere il nastro ad un anno fa), la realtà odierna dice che per la squadra di D’Aversa c’è da soffrire, e tanto, in questo campionato. La classifica è eloquente: penultimo posto. Che non deve però creare pressioni, ma solo qualche campanello d’allarme ormai da tempo azionato dalle parti di Lanciano. Le sei partite senza vincere (tra l’altro quella vittoria arrivò con un rigore in extremis contro l’unica squadra che finora ha fatto peggio del Lanciano, il Como) la dicono lunga sul momento dei rossoneri. Il pari di Chiavari, però, rappresenta anche il ritorno ai punti lontano dal Biondi: l’ultima volta fu due mesi fa, stesso risultato, a Trapani. E quindi bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Dipende dai punti di vista. Vedendo l’andamento del match, col Lanciano prima in vantaggio e poi ripreso a metà secondo tempo da un rigore contestatissimo, crescono i rimpianti. Ma per quanto detto prima, ossia delle sterilità in trasferta dei frentani, ed una certa graniticità in casa dell’Entella, allora può essere anche un buon punto. Lo è senz’altro per ripartire, da qualche certezza. La prima riguarda la porta, con Angelo Casadei confermato per la terza volta di fila al posto di Aridità e che in avvio si fa trovare pronto sul destro dal limite di Caputo e la botta insidiosissima di Cutolo. D’Aversa, che per l’occasione si è affidato a Zé Eduardo in attacco e a Vastola, lasciando Lanini e Marilungo in panchina (con l’ex di Lecce e Samp per 90’ a guardarsi la gara da bordo campo), ha trovato delle risposte incoraggianti. Il brasiliano ha fatto il suo nel primo tempo, rappresentando un buon cursore fra centrocampo e attacco, mentre il sempreverde centrocampista, il primo a suonare la carica con un diagonale dopo appena 9’, ha svolto il suo compito in maniera egregia. L’attacco, però, ne ha risentito di questo schieramento diverso dal solito. Piccolo ha dovuto fare il grosso del lavoro, Padovan invece è stato lasciato spesso e volentieri da solo, anche se ha avuto il merito di entrare, in maniera decisiva, nell’azione del gol. Fa tutto Di Cecco, lui si ritrova il pallone sul sinistro, calcia debolmente, ma il pescarese Iacobucci fa peggio di lui e consegna al centrocampista rossonero la palla del vantaggio. La difesa frentana, che fino a quel momento aveva rischiato solo su qualche tiro da fuori, si incarta nel finale di tempo. Rigione, che va a vuoto su un lancio dalle retrovie di Jadid, ringrazia la traversa che nega a Caputo il pari, mentre Cutolo allo scadere sfiora il legno con un sinistro carico di effetto. Nella ripresa il Lanciano dà l’impressione di poterla gestire, rischia di chiuderla con Piccolo e Zé Eduardo nei primi 10’, poi però Mammarella commette l’ingenuità che costa i due punti, alzando la gamba per contrastare Caputo: calcio di rigore che lo stesso numero nove ligure realizza freddando Casadei.

Nell’ultima parte di gara sembra averne di più l’Entella, anche i cambi di Aglietti danno questa sensazione (dentro Sforzini per Cutolo), mentre D’Aversa dalla panchina cerca di serrare i ranghi e, con gli ingressi di Lanini e Di Matteo, disegna un 4-1-4-1 che ha come obiettivo quello di chiudersi e ripartire. Va a buon fine solo il primo.

Paolo Marinari