Arrigoni-gol, il Teramo non si ferma più 

Una bomba da 25 metri del capitano risolve la difficile sfida con la Juve Stabia e vale il secondo posto solitario

TERAMO. Il Teramo, in questo momento, è più forte di tutto. Più forte del Covid, che poche ore prima della partita gli ha tolto Costa Ferreira; più forte della perdurante assenza del suo uomo forse più importante, Bombagi; più forte di una Juve Stabia che al Bonolis ha dimostrato di essere squadra solida e dai buoni valori tecnici e tattici, ma che dopo un primo tempo molto equilibrato è stata messa sotto dal Diavolo.
Stavolta, dunque, il copione è cambiato: la partenza a razzo del Teramo è avvenuta non nel primo ma nel secondo tempo, condita dallo strepitoso gol del capitano Andrea Arrigoni che finora, in biancorosso, non aveva mai segnato e che ieri si è rifatto con gli interessi della lunga astinenza tirando fuori dal repertorio una bomba di sinistro (non il suo piede, nota bene...) che ha lasciato di ghiaccio l’ex compagno Tomei, infilandosi sotto l’incrocio dei pali. Il Teramo ha legittimato la vittoria soprattutto dopo questo episodio, sfiorando il raddoppio più volte e rischiando pochissimo. Nel primo tempo il Diavolo aveva sofferto, anche se due dei tre episodi da gol più nitidi erano stati suoi (una gran girata di Cappa su cross di Lasik sventata in angolo in modo miracoloso da Tomei al 24’, un tiro da eccellente posizione di Arrigoni deviato da un difensore al 33’). Dall’altra parte la Juve Stabia aveva gridato al gol al 31’ su un angolo che, scavalcato Lewandowski, sarebbe finito dentro se Tentardini non avesse ricacciato la palla quasi sulla linea con un intervento prodigioso quasi quanto il tracciante di Arrigoni, e si era fatta minacciosa un altro paio di volte. I campani, con un 3-5-2 molto manovriero e avvolgente, sembravano poter neutralizzare l’arma migliore del Teramo, cioè la riconquista alta del pallone e il contropiede corto. Quando attaccava, poi, il Teramo aveva grosse difficoltà a verticalizzare vista la densità e l’ottima tenuta difensiva degli ospiti.
Le scelte iniziali di Paci (la sorpresa Cappa nel ruolo di trequartista centrale e Mungo allargato a sinistra a sostituire Costa Ferreira, ma anche Diakite rimesso al centro della difesa e non a spingere sulla fascia) non sembravano l’ideale per dare alla squadra il cambio di passo necessario a far male a un avversario così solido, ma l’impressione si è rivelata sbagliata nella ripresa. Il Teramo è rientrato in campo con il piglio della grande, ha trovato subito il gol con la bomba di Arrigoni da 25 metri e poi ha continuato a pungere: Lasik ha calciato alto al 7’, Cappa ci ha provato due volte dal limite (9’ e 14’) trovando Tomei pronto (e sulla seconda respinta del portiere Mungo ha fallito il tap-in). La Juve Stabia – che nell’intervallo aveva lasciato negli spogliatoi il regista Berardocco, colpito duro – ha dato un segnale di vita con Bubas al 12’ (sinistro largo), poi ha cambiato volto con tre sostituzioni tutte insieme e il passaggio al 4-3-3. Risultati? Quasi nulli. Il Teramo, messo dentro Di Francesco a sinistra con Mungo riportato in mezzo, ha continuato a chiudere tutto e a ripartire, trascinato da uno strepitoso Santoro, ed è andato ancora al tiro con Arrigoni e Di Francesco. Nel finale Paci si è chiuso, come già altre volte, con un 4-3-2-1, e i campani hanno creato una mezza occasione con Romero al 38’ (colpo di testa largo). Troppo poco per negare la vittoria a un Teramo che ora è secondo da solo – non per caso – e ha una partita in meno della Ternana capolista.
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