Brescia, morto l'ex ct della Nazionale Azeglio Vicini

Malato da tempo, avrebbe compiuto 85 anni a marzo. Nel 1986 la Federcalcio affidò a lui la panchina dell'Italia campione del mondo

BRESCIA. È morto a Brescia l'ex commissario tecnico della Nazionale Azeglio Vicini. Avrebbe compiuto 85 anni a marzo. È stato il tecnico degli azzurri ai Mondiali di Italia 90 ed è rimasto ct fino al 1991 prima di lasciare la Nazionale ad Arrigo Sacchi. Da tempo era malato. Una delle ultime uscite pubbliche è stata a marzo di un anno fa quando a Palazzo Loggia a Brescia presentò il suo libro «Azeglio Vicini. Una vita in azzurro» scritto con il figlio Gianluca e la moglie Ines.

Nato a Cesena il 20 marzo 1933, Vicini, oltre che un allenatore molto amato per gli anni da tecnico federale alla guida dell’Under 21 e poi della Nazionale maggiore, è stato anche un calciatore. Ha iniziato la carriera da giocatore nel Vicenza, poi sette anni alla Sampdoria, quindi il trasferimento al Brescia dove gioca fino al 1966 prima di chiudere con il calcio giocato e iniziare, nel 1967-1968, il percorso da allenatore. Alla guida delle rondinelle una sola stagione, poi l’ingresso nell’organico del settore tecnico della Nazionale. Inizia con l’Under 23, poi dal 1976 al 1986 guida l’Under 21 azzurra arrivando in semifinale agli Europei del 1984 e perdendo la finale della kermesse continentale del 1986 soltanto ai rigori contro la Spagna. nell’edizione del 1986 si piazzò al secondo posto perdendo ai rigori la finale contro la Spagna. Intanto Enzo Bearzot lascia la Nazionale A e la Federcalcio affida a lui la panchina del ct campione del mondo nel 1982. Il debutto l’8 ottobre 1986 al Dall’Ara di Bologna in un’amichevole contro la Grecia vinta 2-0. Ottimo il cammino nelle qualificazioni agli Europei del 1988, ottima anche la fase finale, ma il cammino si ferma in semifinale contro l’allora Urss che si impone 2-0 a Stoccarda. Inizia il cammino per le qualificazioni ai Mondiali di Italia ’90, un appuntamento speciale a cui gli azzurri si presentano con una Nazionale forte e plasmata da Vicini che conosce bene i suoi ragazzi, molti dei quali cresciutio con lui nell’Under 21.

L’ex ct ha anche l’intuizione di chiamare Totò Schillaci, protagonista delle notti magiche di quel Mondiale con i suoi gol. Anche questa volta, però, per l’Italia di Vicini il cammino si ferma in semifinale. L’Argentina di Maradona e Caniggia (suo il gol che ci eliminò) ci chiude le porte della finale, resta quella del terzo posto che l’Italia vince battendo 2-1 l’Inghilterra a Bari. Vicini viene confermato, ma il cammino nelle qualificazioni agli Europei del 1992 non è positivo e infatti gli azzurri falliscono la qualificazione. La sua avventura come commissario tecnico si chiude dopo lo 0-0 in casa dell’Urss, allo stadio Lenin di Mosca nell’ottobre del 1991. In tutto 54 partite, 33 vittorie, 14 pareggi e 7 sconfitte alla guida della Nazionale maggiore. Il suo posto verrà prteso da arriva Arrigo Sacchi. Poi brevi esperienze sulle panchine di Cesena e Udinese, quindi la carriera da dirigente, prima come presidente dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio, poi del Settore tecnico della Figc.