Andrea Pirlo

PALLA AL CENTRO

Cambio mentalità e post lockdown: reti a volontà

C’è un calcio - quello dilettantistico - costretto a fermarsi per l’impennata dei contagi di Covid-19 e un altro che regala gol ed emozioni. Le due facce di un pallone che rotola e regala sensazioni agli antipodi. In serie A c’è una costante nelle prime cinque giornate: l’aumento del numero dei gol. Un trend consolidato negli ultimi mesi, intensificato dopo il lockdown. Non c’è una spiegazione, ma, probabilmente, più motivazioni: un atteggiamento più offensivo ordinato da allenatori di nuova generazione è sotto gli occhi di tutti. Un tempo i tecnici erano “figli” di Nereo Rocco, Bearzot e Trapattoni e crescevano con una mentalità, cosiddetta, all’italiana; oggi in panchina ci sono quelli cresciuti con il Milan di Sacchi negli occhi o quelli che hanno visto splendere il Barcellona di Guardiola. In più il fatto di giocare senza pubblico (o quasi) ha liberato i calciatori da ogni pressione o freno. Il caso del Milan è emblematico. Senza contare che la facilità con cui vengono concessi i rigori cambia più facilmente l’andamento delle partite. Reti a volontà, quindi: anche nell’ultimo turno gol su tutti i campi. Peccato non poterseli godere dal vivo. Da oggi stadi chiusi nella speranza di fermare il virus.
Intanto, la Juve ha lasciato per strada altri due punti dopo quelli di Crotone. Per un’ora il Verona ha anche meritato il risultato positivo. Sta di fatto che i campioni d’Italia - per un motivo o per l’altro - stentano a decollare. Manca Ronaldo, certo. Le occasioni da rete create nell’ultima mezzora con CR7 magari avrebbero prodotto un altro punteggio. Resta il fatto che la Juve dà la sensazione di spendere troppe energie e raccoglie meno di quanto semina. Equilibri da perfezionare, lavoro per Andrea Pirlo. L’Inter, invece, si è aggrappata al suo leader Lukaku per riprendere la corsa.
@roccocoletti1
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