Hugo Campagnaro

L'INTERVISTA

Campagnaro: ultimo sprint, poi inizio a fare l’allenatore 

Il difensore a giugno compirà 40 anni: «Pronto per la ripresa del campionato. Abbiamo reso tutti sotto le aspettative, al completo sarà un’altra storia»

PESCARA. L’addio al calcio giocato si avvicina. Il 27 giugno compirà 40 anni e tre giorni dopo scadrà il suo ultimo contratto da calciatore. Se si tornerà in campo il rapporto sarà prolungato per qualche altra settimana, ma in ogni caso Hugo Campagnaro ha già deciso: farà l’allenatore, magari partendo dalle giovanili biancazzurre. Pescara è ormai la sua città adottiva, a breve l’argentino comprerà casa sul lungomare nord, una zona che ha fatto innamorare la moglie Noelia e i figli Sofia e Andrès. «Resteremo qui, indipendentemente dal mio lavoro», precisa il difensore vicecampione del mondo con la Nazionale albiceleste nel 2014. Almeno per ora nessuna intenzione di tornare il Argentina, il Paese che lasciò nel 2002 per trasferirsi al Piacenza. In seguito le belle esperienze con Samp, Napoli e Inter fino all’approdo in riva all’Adriatico.
Campagnaro, conferma di voler smettere?
«Sì, è arrivato il momento di dire basta. Sono contento del mio percorso e ora bisogna pensare al futuro».
Pronto per il corso da allenatore?
«Sì, anche se a causa del coronavirus nessuno sa quando si potrà partire. Comunque sia, prima di appendere gli scarpini al chiodo dovrò completare l’opera e dare una mano al Pescara. Se, come sembra, si tornerà in campo dovremo risalire la classifica».
Giusto terminare la stagione?
«Noi siamo a disposizione, vedremo quando ci saranno le condizioni per ricominciare. Intorno al calcio gravitano interessi economici enormi, però con la salute non si scherza. Personalmente dico che non vedo l’ora di giocare, ho tanta voglia di chiudere bene il torneo e la carriera».
Favorevole al taglio degli stipendi?
«Certo, tutti dovremo rinunciare a qualcosa per salvare il sistema. Tuttavia, il problema principale riguarda chi non arriva a fine mese e ha difficoltà a comprare da mangiare».
Com’è la situazione in Argentina?
«Per fortuna ci sono meno contagi rispetto all’Italia che, seppure a fatica, sta fronteggiando una situazione gravissima grazie a un sistema sanitario efficiente. Non oso pensare a cosa potrebbe accadere nel mio Paese se dovesse dilagare il virus».
Se si ripartirà il Pescara dovrà cambiare marcia. Come mai quest’anno tanti alti e bassi?
«Non so, tutti abbiamo reso al di sotto delle nostre potenzialità».
Il mancato feeling tra Zauri e alcuni senatori ha influito?
«Qualche discussione c’è stata, ma escludo che sia stata la causa di risultati altalenanti. Ripeto, tutti dovevamo dare di più».
Legrottaglie, dopo un buon impatto, ha raccolto pochi punti.
«Avevamo iniziato con due vittorie, poi non siamo riusciti a decollare. L’ultimo periodo non fa testo, gli infortuni ci hanno penalizzato. Con la rosa al completo sarebbe stata un’altra storia».
Tra i compagni chi potrà ripercorrere le sue orme?
«Tra i tanti dico Bettella. Ha forza, tecnica e intelligenza tattica».
Come sarà Campagnaro allenatore?
«Un tecnico bravo è colui che fa stare bene il gruppo, al di là della tattica che tutti studiano e approfondiscono. Quindi, direi che in cima alla mia agenda ci saranno allenamenti divertenti e la giusta dose di nozioni. Saturare i giocatori con troppe informazioni è dannoso, meglio tenere la testa libera».

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