Camplone: Oddo e Sottil avranno un ruolo decisivo 

Il tecnico è un doppio ex: «Dovranno essere più psicologi che allenatori, bisogna entrare nella testa dei giocatori. Non solo lavorare sulla tattica»

PESCARA. Domani al Collegio di garanzia del Coni verrà discusso il ricorso del Trapani. Se verrà accolto, anche parzialmente, il Pescara retrocederà in serie C, altrimenti lunedì all’Adriatico giocherà l’andata dei play out (ritorno al Curi venerdì 14 agosto). Di fronte ci sarà il Perugia, la squadra che Andrea Camplone ha portato in B nel 2014. L’anno successivo il tecnico pescarese ha centrato i play off perdendo proprio contro il Delfino, il club dove è cresciuto da calciatore conquistando due promozioni in A.
Camplone, partiamo dal processo al Trapani. Se la penalizzazione di due punti dovesse essere ridotta il Pescara direbbe addio alla B.
«Se il Trapani ha sbagliato deve pagare. Il Catania (dove ha allenato fino a ottobre 2019, ndc) non ha pagato gli stipendi di gennaio e febbraio e gli sono stati tolti due punti. Le conseguenze della pandemia? Non scherziamo, il Covid non c’entra nulla, poi se a distanza di cinque mesi le regole sono cambiate è un altro discorso, ma non mi sembra che ciò sia successo».
Pescara e Perugia allo spareggio per evitare la C. Se lo aspettava?
«No, credevo che il Delfino potesse disputare un campionato tranquillo. La rosa costruita in estate non era da primi posti, ma nemmeno da retrocessione. Ho sempre sostenuto che il reparto avanzato avesse qualche criticità, per il resto la squadra poteva giocarsi le sue chance. Il Perugia, invece, era quantomeno da play off. Un attacco del genere, con Iemmello, Falcinelli, Melchiorri, Buonaiuto e Capone, in pochi ce l’hanno e vedere il Grifo così in basso è stato sorprendente».
Non aver preso un’altra punta a gennaio, è questo l’errore più grave commesso dal Pescara?
«Tutte hanno tre o quattro attaccanti, sono indispensabili per affrontare un torneo così lungo e faticoso. Tra i biancazzurri c’è Pippo Maniero, un grande professionista che ho allenato a Bari. Ha segnato sei gol pur non giocando tantissimo, ma da solo non può salvare la squadra. Al di là di questo ci sono stati tre cambi in panchina, significa che qualcosa non ha funzionato».
Che cosa serve per vincere lo spareggio?
«Sarà fondamentale il ruolo di Sottil e Oddo, in questa fase bisogna essere più psicologi che allenatori. A questo punto della stagione conta solo la testa, non si può fare granché a livello tattico o fisico. È necessario liberarsi dalle pressioni e avere la mente serena, poi ci vuole un pizzico di fortuna che non guasta mai. Ovviamente in campo toccherà ai calciatori, in sfide come queste si vedono il carattere e l’attaccamento alla maglia. Non conta il passato, bisogna solo lottare e sputare sangue. La B è un patrimonio inestimabile per entrambe le città, Pescara e Perugia sono piazze simili che spesso vivono di ricordi e vorrebbero sempre vincere. Purtroppo solo una si salverà».
Chi è la più forte?
«Il Pescara a centrocampo è superiore, il Perugia ha giocatori bravi, ad esempio Carraro ha grandi margini di miglioramento, ma in generale il reparto è un po’ leggerino. Le difese si equivalgono, mentre l’attacco biancorosso è migliore di quello biancazzurro. Chi sarà decisivo? Da un lato dico Galano e Memushaj, anche se quest’ultimo deve fare di più rispetto alle ultime gare. Dall’altro Iemmello, un bomber micidiale in area di rigore».
Strano destino. Oddo, un pescarese che può condannare il club della sua città.
«Dico la verità, non lo invidio affatto. È una situazione difficilissima, ragione e cuore che si scontrano. Lui è un professionista e giustamente dovrà pensare alla sua squadra».
Giovanni Tontodonati
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