Celano in C2 resta un capolavoro

Dalla radiazione della Cliternum fino alla prima volta tra i professionisti: un paese nel pallone
CELANO. Come a volte accade nel mondo del calcio, anche la favola che nel 1987 avrebbe portato la squadra di calcio dell’Olimpia Celano in C2, ebbe inizio con un esonero. Il licenziamento in questione fu quello di un certo Prospero, allenatore di Prima categoria che a sua volta, nel 1983, era stato chiamato a guidare i castellani al posto del marsicano Luigi Prezioso. La storia inizia quindi dalla Cliternum, prima squadra celanese nata nel 1928 e andata avanti tra alterne fortune fino al 1973, anno in cui avviene qualcosa che sconvolge il mondo calcistico marsicano, con involontario protagonista l’arbitro lancianese Pasquini. Un evento che fece sensazione, perché quel pomeriggio il fischietto frentano viene aggredito brutalmente dai dirigenti celanesi che non condividevano alcune sue decisioni, tanto da costringerlo a far ricorso alle cure dei medici ospedalieri e la Cliternum viene esclusa da tutti i campionati nazionali. Dopo quei fatti, per qualche tempo a Celano di calcio vero non si parla più in maniera concreta, ma la volontà di alcuni appassionati non tarda a prendere il sopravvento sull’oblio e come per incanto si decide di ripartire dall’Olimpia che milita in 3ª categoria. Ed è tanta la voglia di rivalsa, che nel giro di pochi anni, il vecchio stadio Bonaldi torna ad essere una autentica fossa dei leoni, esattamente come lo era stato prima dell’aggressione a Pasquini. Esonerato Prospero, sulla panchina va a sedersi l’avezzanese Checchino Andreetti, che proprio per le sue origini, inizialmente non viene visto di buon occhio. Ma a favore dell’ex terzino biancoverde, giocano subito i risultati e dopo un anno di assestamento prende il via la cavalcata trionfale che ha il suo epilogo con la conquista della C2. Nel campionato Interregionale (allora si chiamava così), Andreetti ha a disposizione un mix fra giovani ed esperti che poche altre squadre possono permettersi. Ad elementi navigati quali il teramano Arnaldo Magno, il sardo Paolo Manunza, il rosetano Franco Cistola e il romano Giancarlo Ceccarelli, si affiancano giovanotti di assoluto valore che rispondono ai nomi di Alessandro Paoletti (vivaio Lazio), Giampiero Alivernini (Roma), Fabrizio Sansonetti (Napoli), Paolo Ferro (Pescara) e in corsa anche Guglielmo Ferrante (ex Avellino), gente che la serie A l’ha in qualche modo assaggiata, anche se per poco tempo. E come per incanto prende il via una cavalcata trionfale che coinvolge e inebria il paese. Il cervello della squadra, l’uomo attorno al quale gira tutto, è Giancarlo Ceccarelli che sa sempre chi servire e in quale momento. Il giocatore che, invece, riscuote maggiori consensi è Sansonetti, per via di un sinistro al fulmicotone che tanti dispiaceri procura ai portieri avversari. Ma quel Celano può contare anche su un ariete della forza di Vincenzo Vivarini, all’epoca imberbe centravanti che sarebbe esploso di lì a poco, e sull’estro e sulla generosità dell’idolo di casa, quell’Augusto Cantelmi che percorre senza sosta avanti e indietro la fascia destra, fino a far ammattire il terzino di turno, lavorando per sé e per gli altri con una continuità e una lucidità che cozza con un fisico dai più giudicato maggiormente adatto alla scrivania. Un successo dietro l’altro, con prestazioni da leccarsi i baffi e un record iniziale di otto vittorie consecutive, come la Juve in serie A. Alla nona occasione, il Celano si trova di fronte gli “odiati” cugini dell’Aquila, che approfittano dell’ansia che pervade i biancorossi locali, desiderosi di mostrare all’Italia che il record dei bianconeri si può battere, e offrono una prestazione semplicemente perfetta e tale da irretire le manovre della squadra di Andreetti. Come per incanto le idee di Ceccarelli sembrano annebbiate, Alivernini viene marcato a uomo in ogni zona del campo e al 37’ L’Aquila passa in vantaggio con D’Antimi. Sembra finita per il Celano, ma capitan Cantelmi rimette le cose a posto, evitando almeno la beffa della sconfitta.
Poi, la marcia riprende regolare e a dare una mano al Celano sarà un altro avezzanese, il giovane Alessandro Di Matteo che poi verrà ceduto al Carpi per la bella cifra di 100 milioni. A fine stagione la festa che coinvolge l’intero paese. Altri tempi, sì, ma indimenticabili.
Plinio Olivotto
(hanno collaborato
Abramo Frigioni, Raffaele Rosati, Agostino Di Renzo,
Gianni Castellucci,
Simplicio Lumacone)
©RIPRODUZIONE RISERVATA .

