CHIETI

Dal Milan di Rocco a oggi: lo stadio Angelini festeggia mezzo secolo di storia 

Oggi l’anniversario dell’amichevole che battezzò l’impianto. In 50 anni gli alti e bassi dei neroverdi e due volte la Nazionale under 21

CHIETI. Lo stadio Angelini festeggia mezza secolo di vita. Oggi ricorre l'anniversario di quel pomeriggio del 28 maggio 1970. Una festa attorno ad un evento che, sotto diversi punti di vista, per qualcuno risultò quasi traumatico.
Le maglie neroverdi hanno una nuova casa, ma, al tempo stesso, lasciano, portandosi dietro una lunga scia di ricordi, il vecchio campo della Civitella, punto di aggregazione ed estemporaneo esempio di impianto polisportivo, situato in pieno centro storico, a poche centinaia di metri dallo struscio di corso Marrucino e della Villa comunale. Uno struscio tradizionale che si stava peraltro arricchendo da alcuni anni con la presenza di numerosi studenti dell’allora “Libera Università degli Studi Gabriele d’Annunzio”. Immagini sicuramente diverse da quelle attuali, con il Sessantotto appena alle spalle e la crisi petrolifera e gli “anni di piombo” ormai dietro la porta.

Il contesto. Comunque problemi logistici impongono una nuova struttura sportiva e si va a giocare “a valle”, nel nuovo stadio costruito in località Santa Filomena, al termine di un lungo vialone dove si affacciano le cinque palazzine di edilizia popolare da poco costruite. Lontano il nucleo abitativo sorto attorno alla stazione ferroviaria, ancora più distante il villaggio Celdit, costruito nei pressi della storica cartiera. Si cambia casa, insomma, e il muraglione della vecchia Civitella è comunque nitido, sul colle, a racchiudere decenni di storia calcistica su quel campo in terra battuta con gli spettatori a immediato contatto con i calciatori. Una storia chiusa appena da pochi giorni, con un pareggio a suon di gol (3-3) con il Potenza nell’ultimo turno del campionato di serie C.

La città di Chieti, al tempo, contava 51.436 abitanti e sembrava avviata a proiettarsi verso una nuova era, ma quello stadio, sviluppato su un progetto Coni che risaliva alle Olimpiadi di Roma del 1960, dominato da una grande tribuna e circondato dalla pista di atletica, da un fossato e da quattro gradoni suscitò comunque più di una perplessità con i giocatori a non spuntare più da sotto la vecchia gradinata della Civitella, quando dietro la rete di protezione si percepiva distintamente un intenso odore di canfora ed era possibile intercettare a pochi metri gli sguardi, e non solo, dei protagonisti.
L’estate precedente le suggestive immagini dello sbarco sulla Luna, i Beatles preparano il loro ultimo album, “Let it Be”, arriva in Italia la legge sul divorzio e viene approvato lo Statuto dei Lavoratori. Aria di cambiamento, insomma, mentre si avvicina il giorno della inaugurazione del nuovo impianto e domenica 7 giugno sono anche in programma le prime elezioni regionali con il presidente Guido Angelini, alla guida del Chieti dal 1962, in lista con la Democrazia Cristiana (che stravinse con oltre il 42 per cento). Campagna elettorale in grande stile per Angelini il quale intende fare le cose davvero in grande.

La partita in campagna elettorale. Ed allora ecco pronto l’avversario delle occasioni che contano. Ovvero il Milan del “paron” Nereo Rocco, vincitore, dopo la finale con l’Ajax, della Coppa Campioni e di quella Intercontinentale qualche mese prima al termine un’autentica battaglia contro la formazione argentina dell’Estudiantes. Ci vuole anche un direttore di gara di assoluto livello. Beh, chi meglio di Concetto Lo Bello di Siracusa? Fervono i preparativi e il colpo d’occhio che quel pomeriggio offre il nuovo stadio, denominato, manco a dirlo, Marrucino, è davvero indimenticabile. Sugli spalti, circa diecimila spettatori, nel Milan tanti bei nomi e diverse assenze importanti, ovvero quelle di Rivera, Rosato, Prati e Lodetti, convocati in azzurro in vista degli imminenti campionati mondiali in Messico. Sì, proprio quelli del 4-3 sulla Germania in semifinale, in una notte ben impressa nella mente di diverse generazioni. Ma quella prestigiosa maglia rossonera, opposta alla formazione di casa, fa sempre il suo effetto. Stretta di mano tra i capitani sotto gli occhi del sindaco Fulvio Di Bernardo e del signor Lo Bello, assistito nell’occasione dai guardalinee teatini Paolo Pirolo ed Orazio Zappalorto. E’ la festa della squadra di casa e il Milan concede in avvio l’iniziativa ai neroverdi che, dopo 17 minuti, vanno in rete con una bordata di Antonio Cassin. Un gol beneaugurante in quello che sarà lo scenario di nuove avventure, poi l’inevitabile, quanto inflazionatissima nelle cronache del tempo, “girandola di sostituzioni” e la formazione ospite affonda i colpi, con quaterna di uno scatenato Combin, prima di consegnarsi alla festa. Nella ripresa, tra i pali del Milan, al posto del “ragno nero” Cudicini, il portiere Pierangelo Belli, cinque anni prima giovane protagonista in neroverde.

La storia recente. Guido Angelini lasciò la presidenza nell’estate del 1977, dopo una promozione in serie C, consegnando all’amministrazione comunale il patrimonio-giocatori e nessuna pendenza economica. Alla sua morte, due anni dopo, la decisione, quasi immediata, di intitolargli lo stadio. Ambizioni mortificate e problemi societari a susseguirsi prima della gestione Mancaniello, segnata da diverse belle pagine così come lo furono, in massima parte, quelle poi legate alla presidenza di Antonio Buccilli, mentre intanto il settore distinti viene dotato di un altro livello. Più recente l’ampliamento della curva (dedicata al tecnico Ezio Volpi) situata a sinistra della tribuna centrale, rimasta fedele al progetto originale al pari dell’altra curva, destinata ai tifosi ospiti. Lo stadio Angelini ha ospitato anche due gare vittoriose della nazionale italiana under 21 (3-1 contro la Romania nel dicembre del 1990 e 2-1 contro la Croazia nell’ottobre del 2007), poi la storia recente legata soprattutto alle pessime condizioni del terreno di gioco che è stato ora completamente rinnovato a margine di un intervento di straordinaria manutenzione dell’intero impianto. Neroverdi costretti a emigrare, si doveva ripartire a marzo, poi la sospensione dei campionati e cancelli pronti ad essere riaperti nel prossimo autunno. Covid-19 permettendo.
Giuseppe Rendine
©RIPRODUZIONE RISERVATA.