Da sinistra, Olena Savchuk e Valentina Azzini, battuta in finale

PUGILATO FEMMINILE

Dall’Ucraina alla Marsica: Olena è la regina del ring 

Savchuk, a Capistrello dal 2005, in tre anni ha conquistato due titoli tricolori Il passaggio dalle arti marziali alla boxe le ha aperto le porte della Nazionale

CAPISTRELLO. Ha iniziato a fare pugilato da appena tre anni. Ma domenica scorsa ad Avellino ha vinto il secondo titolo italiano di fila nella categoria dei 51 kg. Fa male Olena Savchuk quando tira pugni. Ha cominciato con le arti marziali, poi grazie al maestro Sauli è passata alla boxe. «Mi sento portata per questa disciplina sportiva. Non mi chiedete il perché, ma quando salgo sul ring mi sento a mio agio. E non soltanto perché tirando pugni scarico la rabbia o la tensione. No, credo di essere a mio agio con la boxe». Vive a Capistrello, nella Marsica, e ogni giorno si sposta nella vicina Civitella Roveto per allenarsi agli ordini del maestro Giuseppe Sauli. In Italia è arrivata, con la mamma, nel 2005 quando aveva appena 10 anni. Nella Marsica è cresciuta ed è diventata donna, ha preso la cittadinanza italiana e da un paio d’anni, dopo la vittoria del Guanto d’oro, è entrata nel giro della nazionale azzurra. Questo le permette di vivere di pugilato. «A un certo punto ho dovuto fare una scelta. Dopo il diploma all’istituto d’arte avevo intrapreso l’università, Psicologia all’Aquila. Mi sono dovuta fermare, perché era inconciliabile con l’attività pugilistica. Che è si è rivelata una passione dominante. Amo l’arte e la pittura, mi diletto a dipingere nel tempo libero. Ma voglio continuare a coltivare il mio sogno». Arrivare il più in alto possibile significa partecipare alle Olimpiadi. Difficile essere presente a Tokyo. Nella mente ha Parigi 2024, è quello il suo obiettivo.

Olena Savchuk, 26 anni, campionessa italiana categoria 51 kg
La carriera. «Ad oggi ho disputato una quarantina di match, con una percentuale più che positiva di vittorie. Nel 2019 ho vinto il torneo Guanto d’Oro nei kg 51 che mi ha permesso la prima convocazione in nazionale élite. Nello stesso anno ho vinto anche la medaglia d’oro nei kg 51 dei campionati assoluti e, quest’anno, mi sono riconfermata negli assoluti, sempre nei kg 51. La vittoria di domenica ad Avellino è stata perfetta per rompere il ghiaccio in questo periodo di inattività lungo un anno a causa del Covid-19. Essendo testa di serie, ho disputato due match valevoli per le semifinali e finali».
Vita da atleta e rinunce. Si allena tutti i giorni, di media tre ore tra mattino e pomeriggio. È legata sentimentalmente a un giovane del posto, anch’egli impegnato nel pugilato, Antonio Scatena. «A volte ci alleniamo insieme, ora lui si è preso un periodo di riflessione. Io continuo nella speranza di poter tornare alla normale attività agonistica. In pratica, causa Covid, siamo stati fermi dal marzo scorso. Ci siamo allenati, spesso da soli. Ma la boxe è contatto, tirare pugni. E le restrizioni ci hanno penalizzato. All’orizzonte ci sono dei tornei all’estero, dovrei farne uno in Ungheria. Spero si possa tornare alla normalità». Italiana, certo, ma non dimentica l’Ucraina dove – a Ostropol a 400 km da Kiev – conserva ancora i parenti. «Ogni tanto torno a trovare i nonni, l’Ucraina è la mia infanzia. Prego per la pace». Lontana dal ring fa vita da atleta. «Questo significa compiere delle rinunce sia sul piano dell’alimentazione che dei comportamenti. Rientrare nel peso (51 kg, ndr) vuol dire non sgarrare a tavola e fare sacrifici. Magari rinunciare a fare tardi la sera e altro ancora». L’irlandese Katie Tailor è il suo idolo. «Un modello per tutti», la sentenza di chi ha incrociato i guantoni a 23 anni e non ha più tempo da perdere per salire il più in alto possibile.
Il maestro. «Olena è una grande incontrista, sa aspettare l’avversario per poi piazzare il colpo. Mentalmente è super, ha fame. È molto motivata, a differenza di altri coetanei», sostiene Giuseppe Sauli dell’omonima scuola di pugilato. «In tre anni ha fatto progressi enormi, partendo da una buona base costruita nelle arti marziali. È un talento allenato che diventa campionessa». Il futuro? «Guardiamo sempre al ciclo olimpico, ma ci sono anche altre manifestazioni. Il salto di qualità va fatto a livello internazionale».
@roccocoletti1.

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