Desplanches ci crede: «Pescara, blinda la difesa e poi dritti alla salvezza»

Il portiere: «L’arrivo di Gorgone? I cambi danno sempre la scossa Quello che sono lo devo a mio fratello, Julio Cesar è il mio idolo»
PESCARA. Nonostante i numeri possano far pensare il contrario con i tanti gol subiti dalla squadra, Sebastiano Desplanches è una delle note positive della prima parte del campionato del Pescara. Portiere giovanissimo, classe 2003, è arrivato in prestito dal Palermo e la scorsa estate è stato uno dei migliori nell’Italia Under 21 all’Europeo. In tante occasioni ha salvato il suo Pescara con interventi prodigiosi, altre volte è stato costretto ad alzare bandiera bianca, ma non certo per colpa sua. Sebastiano Desplanches si è raccontato a 360° a Rete 8 durante la trasmissione “a cena con” al ristorante Foconè. Impossibile non partire dal saluto dei 30.000 del Barbera nella serata di Palermo-Pescara. Tutto lo stadio lo ha salutato e acclamato, unico sorriso per il portierone in una serata da incubo.
Desplanches, è stato emozionante?
«Assolutamente si perché ho capito che comunque qualcosa di buono avevo fatto nonostante per me era stata una stagione difficile quella in maglia rosanero. Sentire tutto lo stadio applaudirmi è stato qualcosa di unico. Palermo nel mio futuro? Ora penso solo al presente e a far bene con il Pescara».
È appena arrivato il nuovo tecnico Gorgone. Impressioni?
«I cambiamenti danno sempre una scossa, abbiamo fatto due allenamenti con il nuovo mister e ho visto tutti i ragazzi desiderosi di mettersi in mostra».
Desplanches è stato quasi l’eroe dell’Under 21 in estate. E anche Buffon l’ha apprezzata. Emozioni?
«La nazionale è un onore e un’emozione unica. Dall’Under 15 quando ho iniziato fino all’europeo Under 21 è stato un percorso unico. Peccato essere usciti con la Germania, forse meritavamo qualcosa in più ma sono orgoglioso di quanto fatto».
Quando è nata l’idea del trasferimento a Pescara?
«Dopo l’Europeo mi sono preso qualche giorno per staccare. Al mio ritorno l’agente mi ha detto del Pescara. È stata una trattativa difficile ma alla fine sono orgoglioso di essere qui».
Inizio difficilissimo per la squadra, ma per lei le cose vanno bene. Ha sempre preso voti alti.
«Le statistiche dicono che siamo la peggior difesa e non siamo contenti. Poi che personalmente sto facendo bene mi fa piacere, ma l’obiettivo primario resta la squadra e dobbiamo tutti insieme uscire fuori da questo momento di difficoltà».
Desplanches da piccolo che idolo aveva?
«Tutti direbbero Buffon che è un mito e che è un grande. E lo direi anche io. Ma voglio pensare a Julio Cesar, sono cresciuto guardando le sue parate. Giocatore straordinario, un esempio da seguire».
È sempre stato un portiere?
«Vi racconto una cosa simpatica. Io nasco attaccante, ma da bambino una volta mio fratello mi impose di andare in porta. Mancava il portiere, ero il più piccolo e fui mandato tra i pali. È stata una fortuna, oggi è diventato il mio lavoro e sono fortunato perché faccio quello che mi piace. Mio fratello? Era un terzino bravo. Il mio cognome? Papà è francese e si è trasferito in Italia».
Ricorda le sue parate più belle in carriera e a Pescara?
«La mia parata più bella quando avevo 15 anni: Gnonto fece un tiro incredibile. Ma gli negai il gol. A Pescara dico che il doppio intervento con il Cesena alla prima di campionato è stato bello. Peccato poi che abbiamo perso quella partita».
Salvezza difficile, cosa si sente di dire ai tifosi?
«Dico di starci vicino e di aiutarci come stanno già facendo in modo incredibile perché tutti insieme centreremo l’obiettivo che è difficile ma non impossibile. E noi lo vogliamo a tutti i costi».
Notiziario. Ieri a Montesilvano ancora lavoro a parte Tsadjout e Olzer. Fermo Merola, Di Nardo (schiena) e Okwonkwo ( ginocchio) sono rimasti in palestra. A scopo precauzionale si sono fermati Gravillon (contusione), Squizzato (problema all'inguine) e Valzania (colpo al ginocchio).
©RIPRODUZIONE RISERVATA

