CALCIO / LA STORIA

Diamoutene, dalla Champions ai Dilettanti: "A Giulianova per rinascere"

Il 36enne difensore maliano riparte dalla D: «Voglio tornare nei professionisti con i giallorossi. A Lecce gli anni più belli»

GIULIANOVA. Il giallorosso è nel suo destino. Prima il Lecce, poi la Roma in quelli che sono stati gli anni più belli della sua carriera. E adesso il Giulianova. Dalla serie A alla D, passando per la Champions League. Souleymane Diamoutene riparte dai dilettanti dopo oltre 250 presenze nei professionisti. A 36 anni il difensore maliano ha ancora una voglia matta di giocare. «Voglio rimettermi in gioco, voglio tornare nei professionisti, magari con il Giulianova», dice Diamoutene, «conosco la storia di questa società e ho accettato subito la proposta. Sono motivato. Non mi sento un giocatore a fine carriera. Dopo l’ultima esperienza al Pescara, sono andato in serie A maltese e sono uscito fuori dal giro. Ora voglio rientrarci».

Domenica col Montegiorgio ha debuttato in giallorosso e ora l’allenatore Del Grosso difficilmente lo toglierà dai titolari. Per Diamoutene parla la sua carriera. E pensare che quando era un ragazzino si nascondeva per giocare. «Sono nato a Sikasso, in Mali, e mio padre non voleva che giocassi. Nel mio Paese alcune persone praticano riti malefici e ti spaventano. A mio padre, quando giocava, dissero che se avesse segnato in una partita sarebbe morto. Dopo il gol, ebbe un malore. Voleva proteggerci e per questo non voleva che giocassi a calcio». Poi, però, il padre è stato il primo a spingerlo ad andare in Europa in cerca di fortuna. Dopo aver partecipato ai Mondiali under 17 con il Mali, l’Udinese lo porta in Italia. E Diamoutene comincia il suo viaggio in serie A con il Perugia di Gaucci. «A Lecce ho vissuto cinque anni bellissimi tra A e B. Ero una bandiera e mi dispiace che la mia parentesi al Bari abbia poi macchiato la mia storia a Lecce. Andare al Bari è stato un errore e i tifosi non me l’hanno perdonato».

Con la Roma l’esordio in Champions nel 2009 negli ottavi contro l’Arsenal. «Ho realizzato il sogno che avevo da bambino», racconta Diamoutene, «per questo sarò sempre grato a Spalletti che mi ha fatto esordire in Champions. L’allenatore più importante per me, però, è stato Di Francesco, senza dimenticare Cosmi che mi ha fatto esordire in A». E gli attaccanti più forti che ha affrontato? «Ibrahimovic era il più completo, ma quelli che mi hanno messo più in difficoltà sono stati Di Michele e Di Natale perché erano piccoli e rapidi».

I rimpianti? «Non essere andato al Newcastle in Premier League nel 2008-2009. Il Lecce non mi lasciò andare, il presidente Semeraro mi regalò un suv per farmi rimanere». Diamoutene non ha mai ricevuto insulti razzisti. «Per fortuna no, ma bisogna sconfiggere l’ignoranza e insegnare ai nostri figli che siamo tutti uguali». Domani, domenica 29 settembre, si torna in campo ad Agnone. «Sto bene, ho voglia di giocare», conclude Diamoutene, «l’obiettivo della società è la salvezza, ma mai dire mai...».
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