Giannitti: «Grande occasione, Gorgone ha stoffa: è bravo a lavorare con i giovani»

L’ex direttore sportivo del Frosinone Marco Giannitti, 54 anni, racconta il nuovo tecnico biancazzurro: «Ha lavorato in piazze importanti e ha personalità»
PESCARA. Chi meglio di Marco Giannitti conosce Giorgio Gorgone? L'ex direttore sportivo del miracolo Frosinone, in pochi anni dalla serie C alla serie A fra il 2013 e il 2019, ha lavorato a stretto contatto di gomito con il nuovo allenatore del Pescara, all'epoca secondo di Roberto Stellone nello staff tecnico dei ciociari.
Direttore, Gorgone aveva già all’epoca del suo Frosinone la stoffa per fare l’allenatore?
«Sì, già da subito avevo intuito che era dotato di una certa personalità -spiega il 54enne plurivittorioso dirigente nativo di Nettuno ma stabilitosi da tempo a Celano- Si calò perfettamente nel ruolo di allenatore in seconda ma si vedeva che aveva delle idee e che, un giorno, si sarebbe messo in proprio per essere alla guida di un gruppo».
Quel Frosinone era reduce da un campionato di Lega Pro concluso in ottava posizione con due tecnici a libro paga come Sabatini e Corini.
«La proprietà decise di ripartire promuovendo Stellone che aveva vinto il titolo nazionale nella stagione precedente con la Berretti. La squadra si classificò al settimo posto, pagando forse un calo di risultati nel finale di campionato ma il mister e lo staff per intero vennero confermati e da lì iniziò il ciclo vincente del Frosinone, culminato con il doppio salto dalla C alla A».
Una squadra che fece innamorare l'Italia con l'esplosione di due attaccanti ex Celano come Federico Dionisi e Daniel Ciofani.
«Era un piacere veder lavorare quel gruppo, tutti erano in sintonia l'uno con l'altro. D'altronde ero stato con loro in C2, poi sono andati per altri lidi, ma li ho voluti con forza a Frosinone perchè avevo toccato con mano che tipo di ragazzi erano».
Pensa che Gorgone sia in grado di risollevare le sorti di questo Pescara?
«Lui ha lavorato da secondo quasi sempre in piazze molto importanti, penso a Bari, Frosinone, Palermo, Ascoli e Arezzo, fino al salto di qualità con l'esperienza da allenatore in prima nella Lucchese dove ha compiuto un mezzo miracolo, salvando dalla retrocessione certa una squadra senza società e pluripenalizzata. Ora gli si prospetta questa nuova sfida molto stimolante. Con il suo carattere riuscirà sicuramente a farsi voler bene dalla tifoseria e con un presidente come Sebastiani al suo fianco potrà fare bene».
Tra le sue peculiarità c'è anche quella di non essere un allenatore integralista, riuscendo ad adattarsi alla rosa che ha a disposizione.
«Gorgone ha dimostrato di essere abile con i giovani, non dimentichiamo che a Frosinone ha ottenuto pure una promozione in Primavera 1 attraverso i play off. Poi l'aspetto bello è che si è lasciato in buoni rapporti in tutte le piazze dove ha giocato da calciatore, tanto è vero che è stato richiamato da tecnico a Lucca, dove era stato a fine anni '90, e ora a Pescara che lo aveva già conosciuto come un buon centrocampista centrale una ventina d'anni fa. Credo che sia giunto a un bivio della sua carriera».
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