Gli ex: «Pescara-Perugia è una gara mai banale»

Torna una sfida ricca di blasone “giocata” da chi conosce bene le due piazze
PESCARA. Sfide epiche, incroci di mercato, trionfi e lacrime. Pescara-Perugia non è mai una partita banale. Neanche in serie C. A confermarlo, alla vigilia del posticipo di domani sera all’Adriatico-Cornacchia (inizio alle 20.30, diretta tv su Raisport), alcuni grandi personaggi che hanno scritto la storia sia al Curi che in riva all’Adriatico. Domani va in scena il 26° confronto in casa del Delfino: nei 25 match precedenti, 8 successi del Pescara, 11 pareggi e 6 vittorie degli umbri.
Il 54enne Giacomo Dicara, pescarese doc, oltre 200 partite in biancazzurro, ma anche un triennio d’oro perugino, sarà allo stadio con il figlio: «È sempre una partita da non perdere», dice l’ex difensore centrale, «Due squadre che non meritano di ritrovarsi in questa categoria, con un grande passato. Meritano altri palcoscenici». Dicara folgorato dal Baldini-pensiero: «Sposo appieno la sua idea: è una mosca bianca in questo calcio. Con una squadra che, sulla carta, non è stata costruita con nomi importanti e non sembra poter ambire al massimo obiettivo, sta già stupendo: merito della mentalità, dello spirito e della determinazione. La squadra sa reagire nelle difficoltà, sa fare la partita e ottenere risultati. Rispecchia lo spirito del suo allenatore». È già un Pescara in grado di fare magie? «È piazza che si entusiasma subito, che quando arrivano risultati si accende e ti trascina. Pescara la conosco benissimo: sono stato tifoso e giocatore, so quanto conta l'entusiasmo. Con la gente che ti spinge, superi ogni difficoltà».
Michele Gelsi, 56 anni, livornese ma pescarese acquisito, ha centinaia di gettoni in biancazzurri e due parentesi a Perugia (1992 e 1994). «Una partita tra squadre che per anni hanno calcato i campi di A e B, con storia e blasone. Vederle in C una contro l'altra mette una certa malinconia», dice l’ex centrocampista. Sul Pescara che viaggia ai vertici della classifica, Gelsi frena: «È molto presto, i risultati stanno venendo e c'è entusiasmo, ma bisogna vedere come i giovani supereranno eventuali difficoltà. Baldini? Parla la sua storia: è esperto, sa di calcio. Pescara è un ambiente che a lui piace. Ha visto il potenziale e ci ha creduto». Che partita sarà? «Aperta, il Perugia è una buona squadra, con gente di categoria. Può arrivare qualsiasi risultato. Il Pescara deve limare gli errori difensivi, ma ha tutto per fare bene».
Gianluca Colonnello, 100 presenze con il Pescara e 67 con il Perugia, è uno dei doppi ex più amati. «Due esperienze che hanno segnato la mia vita», ricorda l’ex terzino sinistro di Guardiagrele, «e due piazze che ho amato. Il Pescara di oggi è partito bene, le vittorie aiutano a dare entusiasmo e lavorare nel migliore dei modi. In campo fa venire con naturalezza le giocate. Dopo la decima giornata, però, si potranno fare i primi calcoli sull’annata. Silvio Baldini? Ha una storia che parla per lui, è un’anima buona, ha un gran cuore, si lega ai luoghi e alle persone. Se parte bene, e tutti continuano a seguirlo, si possono fare cose buone». E il Perugia? «È un’incognita, dopo il cambio di proprietà. Spero riesca a riportare entusiasmo in una piazza che lo ha perso ultimamente. In C, però, non è semplice risalire. Bisogna essere umili, conoscere la categoria e capire come vincerla». Il direttore sportivo Marco Giannitti, ex Celano e abruzzese d’adozione, ha vinto un campionato di C a Perugia qualche anno fa (il terzo, dopo San Marino e Frosinone), e ha avuto alle sue dipendenze Silvio Baldini: «Ha mentalità, viene dalla gavetta e vive di emozioni. Sa trasmetterle a tutti: giocatori, dirigenti e tifosi. È una bella favola conoscerlo. A Pescara può fare molto bene», dice l’ex dirigente degli umbri. «Il Perugia sta ritrovando entusiasmo, e ne sono felice. Ha una tifoseria matura e che ti fa lavorare, a cui sono grato. Per ora non c'è un “ammazza campionato” nel girone B: è tutto da giocare. Pescara ha un collettivo che segue l’allenatore, ma non lo stoccatore decisivo. Il Perugia è in piena metamorfosi, nel mercato di gennaio la nuova proprietà dovrà dare un segnale se vuole vincere».