Il basket a Chieti: la storia e l’amore in un libro 

Dalla Civitella al Palatricalle: 140 pagine scritte da Rendine e Di Nardo con racconti e aneddoti 

CHIETI. Se una città come Chieti vanta due giocatori nell’A1 di basket vuol, dire che ha una storia alle spalle. Sì, perché Giampaolo Ricci (Virtus Bologna) e Stefano Mancinelli (Fortitudo Bologna), sono “figli” di una passione e di una tradizione nate nell’immediato Dopoguerra e sviluppate fino agli anni nostri. Dal campo della Civitella fino al PalaTricalle, passando per la Villa Comunale, la palestra di Piana Vincolato e quella di Colle dell’Ara. Sono i luoghi in cui il basket ha fatto innamorare la gente di Chieti, capace ancora oggi di raggiungere le duemila unità sugli spalti. C’è un sentimento che alimenta il tutto. Quello che ha spinto Giuseppe Rendine ed Emanuele Di Nardo a ripercorrere le tappe di una storia d’amore attraverso “Una città a canestro: storia e immagini di un’infinita passione”. 140 pagine di racconti, foto e interviste a testimoniare l’esistenza di un filo conduttore in oltre 70 anni di basket cittadino. Pardon, “lu baskett” come viene chiamato a Chieti. Il libro non ha i ritmi forsennati di chi grida. No, è una piacevole lettura in cui, alle imprese del campo, vengono abbinati riferimenti storici. Il basket contestualizzato nell’evoluzione del mondo e della città. Raccontato con il senno del poi da numerosi protagonisti. Un viaggio con la giusta enfasi: dai pionieri della Civitella fino alla gestione Marchesani, passando per i 3.600 appassionati che il 22 giugno 1984 inaugurarono il PalaTricalle (dal 2011 intitolato a Sandro Leombroni) con un torneo preolimpico. Ritagli di giornali e foto d’epoca accompagnano la narrazione degli anni Sessanta e Settanta, quelli del Torneo Internazionale alla Villa Comunale, che il capitano dell’Armata Rossa Alaciacian definì «il più bel campo all’aperto d’Europa», con le maggiori formazioni del momento. Sul quel campo in mattonelle colorate si esibivano campioni e in città arrivavano tanti addetti ai lavori per visionare i migliori talenti. Real Madrid, Armata Rossa, Jugoplastika di Spalato, lo Zadar di Cosic, Cantù, Simmenthal Milano ed Ignis Varese. E, sotto i portici di corso Marrucino, era solito intrattenersi il compianto Aldo Giordani – indimenticabile cantore del basket e voce della Rai - che parlava del Torneo in televisione e ne scriveva sul Guerin Sportivo. Nel libro traspare amore per la pallacanestro e per la propria città. A renderlo ancor più godibile, diversi aneddoti. Almeno un paio da rimarcare. Ad esempio, Filippo D’Ottavio che racconta la paura della sera del 23 novembre 1980, con la squadra teatina impegnata ad Avellino. La sera del terremoto in Irpinia. Prima la sconfitta sul parquet, poi il terrore in albergo. Una scena che, invece, strappa il sorriso è quella che vede protagonista Spencer Haywood, l’americano della Carrera Venezia con un passato nei Los Angeles Lakers. A Chieti per giocare la gara di A2, arrivò a Colle dell’Ara, pensò si trattasse di una palestra per il riscaldamento e chiese dove si sarebbe poi giocata la partita, scatenando le risate degli astanti. (r.c.)
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