Sport Abruzzo

Il calcio abruzzese compie 100 anni: oggi l’inserto speciale del Centro

3 Aprile 2025

Appuntamento da non perdere in edicola. L’iniziativa del nostro giornale: il primo campionato partito il 5 aprile 1925

PESCARA. Cent’anni sono un anniversario importante. È una cifra tonda che merita sempre una celebrazione.

Nel caso del calcio abruzzese è un anniversario doppiamente importante, perché una ricorrenza così rilevante è pressoché sconosciuta ai più. Il 5 aprile di un secolo fa, il foot-ball scendeva, infatti, ufficialmente in campo per la prima volta nella nostra regione, con un campionato regolarmente organizzato da un comitato regionale della Federazione italiana giuoco calcio, fondato a Sulmona da dieci società nel febbraio del 1925. Oggi, ai campionati di calcio gestiti dalla Lnd Abruzzo, sono iscritte oltre 260 squadre, alle quali si aggiungono quelle dei tornei giovanili,. del calcio femminile e del calcio a 5. Passi da gigante, fatti un po’ alla volta, dopo le prime immancabili crisi seguite a quello storico torneo di un secolo fa, alle quali pure accenniamo nell’inserto speciale di otto pagine, in omaggio con Il Centro.

Ma, soprattutto, con il giornale in edicola oggi 4 aprile, vi raccontiamo quella prima storica competizione, denominata “Campionato abruzzese di qualificazione”. Ripercorriamo le vicende più strettamente sportive, condite dalle immancabili polemiche e dall’esuberanza dei tifosi, da scambi d’accuse a mezzo stampa e da qualche intromissione della politica. Ricordiamo anche quelle che furono le “prove generali”, quel torneo della Settimana abruzzese del 1923, al termine del quale venne invocata con decisione la fondazione di un comitato della Figc. Rispolveriamo i primi passi dei dieci club che gli dettero vita, riscoprendo colori e terreni di gioco, e la passione dei primi accaniti tifosi di uno sport che non era ancora il più seguito dagli italiani. 

Con questo inserto riconsegniamo agli abruzzesi episodi e atleti di cui si è persa la memoria, e che appunto fanno della riscoperta di questo anniversario una celebrazione doppiamente importante. Raccontiamo un calcio che veniva finanche raccontato con un altro linguaggio: gli attaccanti erano forwards e terzini backs, il ground erano a volte una porzione di tratturo con il pubblico separato dal terreno di gioco da una semplice corda. E che dire di Pratola e Carsoli che rivaleggiavano con Chieti e Castellammare, non ancora unita alla vicina e più modesta Pescara? 

Quest’ultima, poi, piccolo centro costiero della provincia di Chieti, a differenza di oggi non sembrava affatto ai ferri corti con il capoluogo d’allora: ben più aspra sembrava la rivalità con i dirimpettai d’oltrefiume, i castellammaresi. Non dimentichiamo di evidenziare l’assenza di chi ha scritto pagine importanti della storia del calcio abruzzese: Teramo e Giulianova, L’Aquila e Avezzano. 

Ricordare il calcio di cento anni fa significa anche riflettere su quanto è cambiato e che non ci sarà da meravigliarsi di come continuerà a farlo. Va sempre di moda parlare del “calcio di una volta che non c’è più”, che non si gioca più per passione, che i troppi soldi hanno corrotto questo sport. E lo era anche allora. Anzi, proprio quando l’Abruzzo calcistico muoveva i primi passi, a metà anni Venti del Novecento, in Italia era la polemica del momento: in quegli anni stavano cambiando le regole per i tesseramenti dei giocatori, e si diceva che avrebbero snaturato questo sport, si sarebbe pensato solo ai soldi e non si sarebbe più giocato per passione. Polemica ciclica, del resto, riproposta ad ogni grossa innovazione. In questo pare proprio non essere cambiato nulla. Come non cambierà la voglia di vincere, che sui campi d’Abruzzo un secolo fa era la stessa. Come vi raccontiamo nell’inserto che trovate in omaggio con il giornale.

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