Il commentone della 14esima giornata di Serie A

Il Napoli si aggiudica il big match contro la Juve e vola al primo posto, mentre i bianconeri scivolano inesorabilmente a -8 dalla vetta. Continua l'inseguimento dell'Inter, inarrestabile contro il Como, mentre la Roma perde di misura a Cagliari. In zona salvezza gran balzo in avanti dei rossoblu e del Verona, mentre la Fiorentina è sempre più ultima.
Sassuolo vs Fiorentina
Una sfida interessantissima apre la 14esima giornata, Sassuolo-Fiorentina: i neroverdi si trovano nella parte sinistra della classifica, dimostrando di non aver avvertito particolarmente la differenza di categoria con la Serie B; è invece critica la situazione dei gigliati, che occupano l’ultima posizione in classifica e non sembrano riuscire a risollevarsi. Dopo appena 7 minuti un episodio permette di sbloccare la gara: Mandragora crossa per Parisi, che anticipa l’uscita fuori tempo di Muric e viene colpito proprio dall’estremo difensore kosovaro: rigore ineccepibile. È Mandragora ad incaricarsi della trasformazione del penalty, non senza polemiche: Kean cerca di convincerlo a cedergli il tiro dal dischetto, ma, anche grazie all’intervento di capitan Ranieri, il pallone viene dato in mano all’ex centrocampista di Udinese e Torino: dagli 11 metri non sbaglia Mandragora, spiazza Muric e porta la viola in vantaggio. Ma il +1 dura pochissimo, con gli emiliani che ristabiliscono prontamente l’equilibrio: Volpato salta agevolmente Parisi e tira in porta, con la sfera che passa sotto alle braccia di De Gea e si insacca. Errore da matita blu dello spagnolo, che compie una vera e propria papera in uno dei momenti cardine della stagione dei toscani. Dopo i fuochi d’artificio in avvio, si raffredda l’atmosfera, con il ritmo che cala e le occasioni diminuiscono a dismisura. Il primo tempo sembra poter andare in archivio sul parziale di 1-1, ma nel recupero i neroverdi ribaltano il risultato: corner insidiosissimo di Laurienté e deviazione aerea di Muharemovic, con De Gea ancora una volta imperfetto. Primo gol in Serie A per il giovane difensore bosniaco, che a suon di ottime prestazioni sta attirando l’attenzione di molti grandi club. Nella ripresa è ancora più evidente la differenza di volontà tra le due squadre: mentre i padroni di casa cercano insistentemente il gol della sicurezza, la formazione allenata da Vanoli è molto imprecisa e nervosa. Gli emiliani vanno vicinissimi al tris in due circostanze a distanza di 3 minuti: al 57’ Volpato supera Parisi e scarica un mancino micidiale sotto alla traversa, ma la rete viene annullata per un fallo dell’ex Roma ai danni dell’ex Empoli; al 60’ Cheddira ottiene l’uno-due con Thorstvedt e prova a sorprendere De Gea sul primo palo, scheggiando il montante. Ma i neroverdi non si abbattono e, al minuto 65, ecco il gol che mette il punto esclamativo sull’incontro: Volpato imbuca perfettamente per Koné, che si invola verso la porta e, con un colpo da biliardo, complica ancora di più il momento della Fiorentina. Grandissima partita della squadra di Grosso, espulso per proteste al 58’, che torna a vincere dopo la sconfitta contro il Como; sempre più ultima in classifica la Fiorentina, che continua a stupire in negativo: è l’unica formazione a non aver ancora trovato il successo in queste 14 gare. Bisogna ripartire da zero e soprattutto farlo da gruppo, cosa che in questi mesi si è visto pochissimo: continue sbracciate tra compagni, litigi anche sotto la lente d’ingrandimento delle telecamere, gioco praticamente inesistente. Vanoli è chiamato all’impresa, con l’eventuale retrocessione che ora fa realmente paura, non apparendo più solo una brutta ipotesi come nelle scorse settimane.
Inter vs Como
Alle 18 l’Inter ospita il Como, in un match tra due delle squadre che giocano meglio nella nostra Serie A: da una parte la nuova Inter di Chivu, in cui si vede ancora l’impronta di Inzaghi ma con qualche differenza, specialmente la verticalità del gioco; dall’altra il Como di Fabregas, a lungo cercato quest’estate proprio come successore per la panchina nerazzurra. L’inizio di gara del Biscione è furibondo: dopo appena 20 secondi Diego Carlos anticipa Lautaro a tu per tu con il portiere, mentre al 3’ è fenomenale Butez su Barella, che con i piedi nega il gol al centrocampista sardo. Dopo neanche 3 giri di orologio è però chiarissima la preparazione alla partita di Chivu e del suo staff: l’idea è quella di cercare di verticalizzare immediatamente, cercando tra le linee o sul filo del fuorigioco gli inserimenti dei compagni. E all’11’ arriva l’1-0: costruzione dal basso molto efficace, con Lautaro che viene servito da Barella e imbuca nello spazio per Luis Henrique. Il brasiliano, alla terza di fila da titolare, è imprendibile in campo aperto, seminando Diego Carlos e appropinquandosi alla porta biancoblu: l’ex Marsiglia alza fin da subito la testa ma Dimarco è in leggero ritardo sul secondo palo, allora rientra e, con il mancino, serve perfettamente Lautaro all’altezza del dischetto, che arriva in corsa e spedisce all’angolino. Prima, grande giocata di Luis Henrique con la maglia dell’Inter e 164esimo gol in Serie A per il “Toro”, che sigla un altro record: il Como è diventato la 30esima squadra contro cui ha segnato in Serie A e, dalla sua prima stagione con l'Inter (2018/19), nessun giocatore ha raggiunto questo traguardo nei top 5 campionati europei. Trovato il vantaggio, la Beneamata cerca di raddoppiare il parziale per avere maggiore tranquillità, ma la troppa frenesia impedisce ai nerazzurri di portare al termine l’obiettivo; negli ultimi minuti di primo tempo crescono anche i lariani, che pian piano trovano le distanze giuste e respingono gli attacchi avversari. Nella ripresa sono proprio i biancoblu a partire meglio, cercando di sorprendere i meneghini: l’occasione migliore è sul mancino di Douvikas al 52’, con l’attaccante greco, subentrato al 32’ per l’infortunio di Morata, che si divora il pari dopo un ottimo movimento alle spalle di Akanji. Passano 3 minuti e arriva un’altra, buona chance per i comaschi: sventagliata morbidissima di Nico Paz per il taglio di Valle, che anticipa Sommer ma non inquadra lo specchio. Azione fotocopia a quella che ha portato al gol contro il Sassuolo della scorsa giornata, ma esito opposto in questa circostanza. E, nel momento migliore dei lariani, i nerazzurri trovano il gol che spezza l’entusiasmo degli uomini di Fabregas: corner a rientrare di Dimarco, con il pallone che passa tra tanti giocatori e poi viene spinto in porta da Thuram, che da due passi non perdona e torna al gol in campionato dopo quasi 3 mesi. È molto evidente il contraccolpo psicologico per il Como, che non riesce a giocare come nei primi minuti della ripresa. Allora i nerazzurri provano ad approfittarne: al 73’ Luis Henrique riceve da Akanji e prova a servire nuovamente Lautaro, che stavolta però manca l’appuntamento con il gol grazie anche all’opposizione di Butez. Ma l’estremo difensore francese non può nulla 7 minuti dopo: Vojvoda e Perrone vengono aggrediti ferocemente da 4 giocatori interisti, con Barella che recupera palla e con il tacco innesca Lautaro. Il 10 è lucido ad alzare la testa e a servire Mkhitaryan, che prova a prolungare il pallone per Carlos Augusto: la sfera viene sporcata da Valle, con il pallone che però termina al limite sui piedi di Calhanoglu, che carica il destro e lascia di sasso Butez. Sesta rete in campionato, la quarta su azione: inizio di campionato incredibile per il turco, che ha già superato lo score della stagione passata (5). Nel finale c’è gloria anche per Carlos Augusto, che al volo schiaccia la conclusione e firma il definitivo 4-0. Vittoria roboante per Chivu, che si prende momentaneamente la vetta della classifica in attesa di Napoli e Milan; sconfitta durissima invece per la formazione di Fabregas, che forse avrebbe dovuto optare per una strategia diversa: giocare a viso aperto contro i nerazzurri è un pericolo gigantesco, anche se è difficilissimo snaturare la propria squadra in solo 8 giorni.
Verona vs Atalanta
In serata il Verona sfida l’Atalanta, fresca di qualificazione ai quarti di Coppa Italia ai danni del Genoa. I nerazzurri sembrano essere tornati liberi con la mente e iniziano il match con il piede sull’acceleratore: sotto alla nebbia del Bentegodi, prima Belghali salva quasi sulla linea un colpo di testa di Hien, poi Montipò si supera su un’altra deviazione aerea, ancora dello svedese, infine De Ketelaere sfiora il palo con un tiro deviato. Ma alla prima scorribanda offensiva, gli scaligeri trovano l’1-0, al minuto 28: Al-Musrati lancia in profondità per Mosquera, che con un tacco illuminante libera Belghali: l’esterno algerino mette a sedere Djimsiti con una finta e poi fa partire un missile, che spiazza Carnesecchi e sblocca il match. Che momento per Rafik Belghali, che trova il secondo gol consecutivo dopo quello al Genoa. Passano appena 8 minuti e Giovane raddoppia: rimessa lunghissima di Frese, rinvio solo parziale di Krstovic e mancino letale dell’ex Corinthians, favorito anche da una leggera deviazione. Nella ripresa la Dea si getta immediatamente all’attacco, ma è ancora molto sfortunata: gran traversone a rientrare di Bellanova, con il pallone che scivola sul secondo palo e viene colpito da De Ketelaere, forse anche in maniera fortuita; rimane il fatto che la sfera sembra destinata a terminare la propria corsa in fondo alla rete, ma Montipò con un riflesso felino la salva, con oltre metà palla che aveva oltrepassato la linea di porta. L’episodio più controverso della gara capita però al 71’: Bella-Kotchap forse sposta il pallone a Samardzic con una mano e, sul capovolgimento di fronte, Giovane trova ben smarcato Bernede al limite dell’area, che prende la mira e pesca l’angolino. Sono veementi le proteste della panchina atalantina, con l’arbitro Mariani che però dice inequivocabilmente che il pallone non cambia mai direzione e non viene dunque toccato evidentemente, con la rete del Verona che viene così convalidata. Nel frattempo la nebbia continua a infittirsi e sembra difficile pensare che vi siano i presupposti per giocare, ma la partita continua nel suo regolare svolgimento. E, forse anche a causa della poca visibilità, al 77’ il direttore di gara della sezione di Aprilia si fa sfuggire un tocco di mano piuttosto netto, sempre di Bella-Kotchap: stavolta però viene assegnato il penalty agli orobici, dopo on field review. Dagli 11 metri Scamacca è infallibile, la piazza perfettamente e segna per la seconda partita in trasferta consecutiva. Vittoria fondamentale per gli uomini di Zanetti, che staccano la Fiorentina e si portano, seppur solo provvisoriamente, a -2 dalla zona salvezza, a seguito di una partita giocata quasi alla perfezione e con gran cinismo; sconfitta dolorosa per l’Atalanta, la quarta nelle ultime 5 di campionato, che sta provando a lasciarsi alle spalle l’avvio da dimenticare con Ivan Juric.
Cremonese vs Lecce
All’ora di pranzo di domenica si affrontano Cremonese e Lecce, reduce dalla vittoria casalinga con brivido finale ai danni del Torino. Questa è una sfida che a inizio anno avrebbe potuto essere uno scontro salvezza, ma i grigiorossi si stanno rendendo protagonisti finora di un’annata meravigliosa, con la stabile presenza nella parte sinistra della classifica. I salentini iniziano con il piglio giusto, cercando quanto più possibile il proprio numero 10, Medon Berisha: l’albanese dopo appena 80 secondi mette in area un cioccolatino solo da scartare per Stulic, che da due passi si divora il gol; al 7’ l’ex Young Boys II prova a mettersi in proprio, ma la conclusione esce troppo centrale e Audero allontana il pericolo. È nella ripresa che si sblocca il parziale, con un episodio: Vandeputte prende il tempo a Ramadani, con l’arbitro Mucera che viene richiamato al monitor e, dopo una veloce discussione con i colleghi al var, opta per l’assegnazione della massima punizione. Dagli 11 metri Bonazzoli è glaciale, con una conclusione impeccabile che termina all’angolino e impedisce a Falcone di respingerla, nonostante l’estremo difensore italiano avesse indovinato il lato. Passano i minuti e la Cremo cerca in tutti i modi di raddoppiare, per potersi concedere un finale a basso rischio: è Zerbin l’uomo più pericoloso, che prima chiama in causa Falcone e poi sfiora il palo con una potente rasoiata. E, al 78’, ecco finalmente il 2-0: traversone perfetto proprio dell’ex Napoli, con Sanabria che prende il tempo a Gaspar e infila Falcone, tornando a segnare in campionato a distanza di oltre un anno dall’ultima volta. Altro, importantissimo successo per la formazione di Davide Nicola, che aggancia il Sassuolo e continua a stupire; passo falso per il Lecce, che però è in netta ripresa dopo la partenza non esattamente esaltante.
Cagliari vs Roma
Alle 15 la Roma va a giocare a Cagliari, con la voglia di cancellare il ko contro il Napoli e di riprendersi, seppur momentaneamente, la vetta della classifica a pari punti con l’Inter. Il primo tempo racconta di una Roma piuttosto sottotono, con poche idee e molta confusione: non si riesce ad arrivare fluidamente alla porta difesa da Caprile. D’altro canto, i rossoblu sono più frizzanti dei giallorossi, sebbene creino poco in zona realizzativa: da segnalare solo una respinta con i pugni di Svilar su un tiro teso, ma centrale, di Sebastiano Esposito. Nella ripresa cambia tutto fin dalle prime battute: Folorunsho intercetta a centrocampo, salta in palleggio Koné e viene steso da Celik, con Zufferli che indica il dischetto. Passa però qualche istante e il direttore di gara viene richiamato all’on field review: il fallo c’è ma è fuori area, per cui la revisione viene effettuata per valutare un’eventuale espulsione del turco. La decisione finale è quindi calcio di punizione e cartellino rosso per l’ex Lille causa DOGSO, cioè per aver negato una chiara occasione da gol. Dopo questo episodio si delinea sempre più chiaramente lo spartito tattico del match: è il Casteddu a fare la partita, mentre la Magica prova a sfruttare, quando possibile, le ripartenze. L’occasione migliore capita al 59’ sul mancino di Obert: lo slovacco riceve in area di rigore, elude l’intervento di Cristante e N’Dicka con una veronica e prova a beffare Svilar, ma il portiere serbo prima salva con la gamba e poi blocca in due tempi, compiendo un’uscita a valanga da manuale. Al 68’ è ancora una volta l’estremo difensore giallorosso a negare l’1-0, stavolta a Folorunsho: l’ex Napoli prova a girare in porta di prima con il mancino, ma la conclusione esce fuori poco potente ma angolata e necessita di un altro riflesso del portiere ex Benfica, che in allungo evita guai. Il Cagliari è però molto propositivo e continua a spingere: se Palestra non riesce a coronare la meravigliosa azione personale al 76’, è diverso l’esito della gran giocata di Gaetano al minuto 82: corner arcuato e profondo di Esposito che arriva al 10, bravissimo a effettuare un controllo orientato di petto e a tirare di potenza sul secondo palo, con il pallone che passa tra le gambe di El Aynaoui, sbatte sul palo e infine termina la propria corsa in fondo alla rete, facendo esplodere l’Unipol Domus. La prima rete in campionato di Gaetano regala la terza vittoria in Serie A ai rossoblu, che non trovavano i 3 punti da quasi due mesi; seconda sconfitta consecutiva per la squadra di Gasperini, che viene staccata dall’Inter, in attesa di Napoli e Milan: è sempre più evidente come manchi un vero bomber ai capitolini, anche se è discutibile la scelta del Gasp di optare per un attacco “leggero”, preferendo ancora una volta Baldanzi a Ferguson. Ingiudicabile oggi la prova dell’irlandese, ma con un attaccante di peso dal primo minuto chissà come sarebbe potuta andare la partita.
Lazio vs Bologna
Alle 18 la Lazio di Sarri affronta il Bologna di Italiano, che vuole lasciarsi alle spalle la sconfitta casalinga dello scorso lunedì contro la Cremonese. Dopo neanche un giro d’orologio il match si fa subito infuocato, con una grande occasione per i felsinei: Orsolini salta Tavares con un controllo spaziale, poi arriva in zona tiro e prova a pescare il jolly dalla distanza, ma colpisce solo l’esterno della rete. I rossoblu cercano spesso la conclusione da fuori come in avvio, e al 14’ ci prova anche Odgaard: posizione simile rispetto a quella di Orsolini e tiro che ha lo stesso esito, cioè termina sul fondo. È una sfida in cui si risponde colpo su colpo, con azioni anche simili tra loro: al 15’ erroraccio in disimpegno di Casale, che favorisce Castellanos dopo l’intercetto di Basic: il Taty è bravo a scegliere Isaksen al suo fianco, ma Ravaglia para con il piede. Al 30’ chance fotocopia per il Bologna: Marusic si rende protagonista di una follia, con un passaggio sbagliato che regala una grande possibilità a Odgaard: il trequartista danese prova a sorprendere Provedel con un tiro rasoterra, ma l’estremo difensore biancoceleste salva, anche lui con il piede. Passano solo 3 minuti e stavolta è Pobega ad avere una buona opportunità: l’ex centrocampista del Milan fa sua una seconda palla e conclude con potenza, trovando però il bel riflesso di Provedel. L’1-0 arriva al 38’, dopo una bella azione corale: Marusic viene liberato sulla destra e mette un bel cross rasoterra tra difesa e portiere, con il pallone che arriva sul secondo palo per Zaccagni. L’ex Verona prova a sorprendere Ravaglia con un tiro a giro, ma l’estremo difensore rossoblu si fa trovare pronto: sulla ribattuta il pallone termina però tra i piedi di Isaksen, che da due passi non può sbagliare. Passano appena 2 minuti e si torna immediatamente in parità: sventagliata di Castro per Orsolini, che premia la sovrapposizione di Zortea. L’ex Cagliari salta secco Nuno Tavares con un tunnel e poi cerca di piazzarla con il piattone sul secondo palo, ma Provedel respinge con l’aiuto, fondamentale, del legno: la sfera resta però in zona pericolosa e il più lesto è Odgaard, che con i tacchetti spinge in porta la palla dell’1-1. Nel finale di primo tempo sono ancora gli emiliani a spingere, cercando di sfruttare l’inerzia a proprio favore: Miranda riceve in zona pericolosissima e salta Provedel con un morbido pallonetto, ma Gila salva sulla linea un gol già fatto. Nella ripresa il canovaccio tattico del match si modifica: i felsinei non riescono più ad attaccare con la stessa cattiveria dei primi 45 minuti, mentre i biancocelesti minacciano a più riprese la porta di Ravaglia. È proprio l’ex portiere del Frosinone il vero protagonista del secondo tempo: al 62’ riesce a respingere una conclusione piazzata quasi alla perfezione da Guendouzi, al 63’ arriva con le unghie sullo stacco aereo di Cancellieri, al 73’ arriva quasi gattonando sul tiro deviato di Guendouzi, con la sporcatura che rischiava di metterlo fuori gioco, e, sul corner seguente, si esalta anche sul colpo di testa di Noslin. È solo per merito della prestazione fenomenale di Ravaglia che gli emiliani restano a galla, mentre l’Aquila non sa più come cercare di sorprenderlo. Un improvviso episodio cambia però gli ultimi minuti: Gila compie un fallo ai danni di Castro e viene ammonito, facendosi scappare qualche parola di troppo nei confronti dell’arbitro Fabbri: il direttore di gara decide allora di espellere il 34 biancoceleste, senza alcuna esitazione. Dunque, nel finale, è il Bologna a gettarsi all’attacco, non creando però grattacapi alla retroguardia capitolina. Lazio e Bologna si dividono perciò la posta in palio, dopo una sfida avvincente e piena di occasioni.
Napoli vs Juventus
A chiudere la domenica il big match tra Napoli e Juventus, con i partenopei che sfidano il proprio passato, Luciano Spalletti: il tecnico del terzo scudetto torna in Campania dopo l’esperienza negativa con la Nazionale e vuole fare uno sgambetto ai suoi ex tifosi, da cui viene accolto con grande riconoscenza. Fin dai primi minuti sono gli azzurri a condurre il gioco, cercando il gol che possa sbloccare immediatamente l’incontro: se al 6’ McTominay dà solo l’illusione del gol colpendo l’esterno della rete, al 7’ si rompe l’equilibrio: Neres viene servito sulla fascia da Di Lorenzo, poi brucia in velocità Koopmeiners e serve in mezzo Hojlund, bravissimo a prendere il tempo a un disattento Kelly e a insaccare dall’interno dell’area piccola. La coppia che ha portato i 3 punti contro la Roma si conferma in uno stato di grazia anche 7 giorni dopo, con l’esterno brasiliano che qui restituisce il favore al danese. Il gol subito non sveglia però i bianconeri, dunque sono sempre i campani a continuare ad attaccare: al 26’ il pallone viene mosso da corner, con la sfera che torna tra i piedi di Lang e dall’olandese finisce sulla testa di Di Lorenzo, che gira magistralmente verso la porta ma vede l’opposizione ancora migliore di Di Gregorio, che con la punta delle dita evita il doppio svantaggio. L’ultima grande occasione del primo tempo arriva ancora da calcio d’angolo, stavolta battuto direttamente: Lang va a centro area e trova la testata di McTominay, che scheggia il palo e si spegne oltre la linea di fondo. La ripresa inizia sulla falsa riga del primo tempo: è sempre il Napoli a rendersi pericoloso, cercando di sfruttare il buon momento di squadra e di approfittare anche della poca organizzazione della Vecchia Signora. E un’altra chance capita ancora sui piedi di Hojlund, al 49’: l’attaccante in prestito dal Manchester United riceve sulla destra all’altezza della trequarti, punta Kelly e poi prova a sorprendere Di Gregorio con una gran conclusione di destro, ma un altro super intervento dell’ex Monza nega il 2-0. Il momento chiave della gara arriva a cavallo del minuto 59: Locatelli recupera il pallone con una gran scivolata ai danni di Hojlund, dando il via alla ripartenza: è ottima la triangolazione tra Cambiaso e Yildiz, con l’esterno italiano che cerca nuovamente di restituirla al 10 ma sbaglia la misura. Il pallone diventa però buono per Conceicao, che cede la sfera al turco, bravo a velocizzare il gioco allargando su McKennie: lo statunitense aspetta l’inserimento sempre di Yildiz, che di prima intenzione è bravissimo a freddare Milinkovic-Savic da posizione defilata. Altra gemma del classe 2005, che raggiunge quota 5 reti in campionato dopo 14 giornate. Alla prima vera occasione la Juve pareggia i conti, al primo tiro in porta e con il secondo tocco in area avversaria: è un dato molto significativo, a dimostrazione dell’insufficiente apporto offensivo fino a quel momento, ma anche del grande cinismo piemontese. Nonostante il parziale reciti 1-1 e l’inerzia si supponga tendere verso la sponda bianconera, si nota subito come i partenopei siano più affamati degli avversari: malgrado le numerose assenze, la formazione di Conte mostra una generosità esemplare, cercando il nuovo vantaggio. E il gol del definitivo 2-1 viene realizzato, al 78’: ancora un pallone scaricato su Neres e ancora un traversone dell’ex PSV, stavolta molto alto e non granché forte, alla ricerca di una sponda. Di Gregorio decide di non uscire dai pali, non fidandosi di abbandonare la porta: il risultato è che McKennie perde il duello aereo con Lang e serve inavvertitamente Hojlund, che da due passi non sbaglia e realizza la doppietta personale, mandando in estasi il popolo partenopeo. Vittoria importantissima per Di Lorenzo e compagni, che si prendono la vetta della classifica in solitaria, aspettando il Milan; ancora negativa la prestazione delle Zebre, con Spalletti che deve ora cercare una soluzione in breve tempo ai problemi della propria squadra.
Chiudono la giornata i posticipi Pisa-Parma, sfida salvezza fondamentale anche alla luce della vittoria di Verona e Cagliari; Udinese-Genoa, con i padroni di casa in una situazione momentaneamnte più stabile del Grifone, che però è completamente rivoluzionato dopo l’arrivo in panchina di De Rossi; e, infine, Torino-Milan, con i rossoneri che vogliono mantenere il passo di Napoli e Inter e approfittare del passo falso della Roma.

