Il commentone della 38esima giornata di Serie A

27 Maggio 2025

Verdetti finali: il Napoli è per la quarta volta campione d'Italia, la Juve riesce a spuntarla per la Champions League mentre la Lazio cade in casa ed è clamorosamente fuori dalle coppe. Infine, oltre al Monza ci salutano anche Venezia ed Empoli

Como vs Inter e Napoli vs Cagliari

La trentottesima e ultima giornata di Serie A è subito scoppiettante, con Inter e Napoli che aprono i battenti già di venerdì sera. I partenopei si trovano a +1 in classifica sui nerazzurri e quindi hanno il destino nelle proprie mani, mentre la squadra di Inzaghi deve vincere e sperare in un buon risultato al Maradona per poter gioire a fine partita. Dato l’emozionante scontro fino alla fine, per queste due partite l’analisi e il commento andrà di pari passo, anche perché gran parte delle occasioni capitano praticamente negli stessi minuti, nonostante le due gare si giochino a ben 832 km di distanza. Pronti, via e subito chance gigantesca sia per l’Inter, al 4’, che per il Napoli, al 5’: da una parte Perrone salva sulla linea un colpo a botta sicura di Darmian, dall’altra Raspadori raccoglie una respinta corta di Sherri e conclude di mancino, con il pallone che termina a lato di pochi centimetri. Passa qualche minuto e la formazione di Antonio Conte, squalificato nell’ultima giornata così come il collega Inzaghi, continua ad attaccare, sfiorando il gol: Gilmour e Politano non riescono a superare Sherri dopo un’azione di ripartenza, con prima l’ex Brighton che si fa ipnotizzare dal portiere albanese e poi il classe ’93 azzurro che spreca la ribattuta. Nel frattempo l’Inter va in vantaggio a Como, allo scoccare del minuto 20: De Vrij impatta di testa uno splendido corner di Calhanoglu e fa 1-0, fondamentale per sbloccare la partita e anche per mettere pressione al Napoli. Ed è proprio così, perché sia allo stadio che in piazza Plebiscito cala il gelo, in un clima quasi surreale. A tentare di scacciare la paura è Spinazzola al 39’, che ha sul suo destro una grande, doppia opportunità: dopo un’uscita fuori tempo di Sherri, l’esterno italiano non riesce a gonfiare la rete per un doppio muro, prima dello stesso estremo difensore cagliaritano e poi di Zortea. È al 42’ che si decide il campionato: Politano crossa a rientrare per McTominay, che la vede un po’ arretrata e decide allora di coordinarsi in una semirovesciata potente e ravvicinata, che non lascia scampo a Sherri. Prodezza dello scozzese, che segna soltanto gol decisivi: addirittura 12 i centri in Serie A! Nell’altro campo invece c’è un altro episodio importante, al 43’: Reina esce fuori dalla sua area di rigore e in scivolata tocca la caviglia di Taremi con la punta del piede. L’arbitro Massa viene richiamato all’on field review e decide di espellere il 42enne madrileno, che saluta così il calcio giocato con un pizzico di amarezza. Nella ripresa è il 51’ il minuto chiave: da una parte Correa chiude il match con una grande azione personale alla sua ultima apparizione con il Biscione; dall’altra Romelu Lukaku ipoteca lo scudetto azzurro: il belga fa a sportellate con Mina e raccoglie un rilancio di Rrahmani, poi salta il difensore colombiano con un tunnel, resiste al pressing di Adopo e infine tira in diagonale, spedendo il pallone all’angolino. È il gol che fa esultare tutta Napoli, incontenibile a questo punto dell’incontro: il Casteddu non ha mai impensierito Meret, superando pochissime volte la metà campo e soffrendo l’assedio partenopeo fin dalle prime battute. Il fischio finale è solo una formalità, che manda ancora più in estasi i tifosi campani e invece suscita rammarico in quelli della Beneamata, che vedono nuovamente frantumarsi le speranze di vittoria del tricolore per questione di pochissimi punti.

Bologna vs Genoa

Di sabato si giocano due partite tra squadre senza più obiettivi in palio, Bologna-Genoa alle 18 e Milan-Monza alle 20.45. Al Dall’Ara regna un clima di festa, poiché de Silvestri e compagni riportano a casa una coppa a ben 51 anni dall’ultima volta. D’altra parte c’è il Genoa, che vuole continuare a regalarsi soddisfazioni: il primo tempo è di fatti un monologo, in cui il Grifone schianta i felsinei. Gli uomini di Vieira trovano il vantaggio al 17’ con Vitinha, che aggancia un calcio d’angolo troppo profondo di Martin, se la sistema con il petto e poi di controbalzo scarica un fendente all’angolino, imparabile per Ravaglia. Sblocca la gara l’ex Marsiglia, il cui rendimento stagionale è stato ben al di sotto delle aspettative, con solo due reti in 25 presenze e in generale prestazioni spesso non all’altezza. Si mette in discesa la gara per i liguri, che al 26’ raddoppiano con una magia di Venturino: il 2006, schierato per la prima volta da titolare, riceve palla sulla trequarti, salta Holm e Casale, resiste alla carica prima di Freuler e poi di Lucumì e infine conclude a fil di palo, siglando così il suo primo gol tra i professionisti. Al 43’ arriva anche la doppietta per Venturino, incredulo dopo il gol: Vitinha si fa largo in area, si libera di Casale e appoggia per il 18enne italiano, che deve solo depositare nella porta rimasta incustodita. Nella ripresa non c’è molto da dire, perché il Genoa gestisce il gioco e il Bologna non riesce a scardinare la difesa avversaria, se non al 64’ e per merito di una meraviglia: lancio dalle retrovie di Casale per Orsolini, che si inserisce in zona centrale, controlla con la spalla e, al volo, scatena tutta la potenza del suo mancino, con il pallone che si insacca dopo aver colpito la traversa. Altra giocatona in una stagione stupenda per Riccardo Orsolini, che non poteva avere epilogo migliore: prima vera stagione in Champions League, poiché l’altra partecipazione vide i rossoblu uscire nel turno preliminare contro l’Anderlecht nella stagione 1964-1965, e Coppa Italia di nuovo a casa dopo oltre metà secolo.

Milan vs Monza

In serata si affrontano Milan e Monza, in un clima di aperta contestazione già da qualche ora prima del match. Infatti, migliaia di tifosi milanisti si sono radunati fuori da casa Milan per esprimere il proprio dissenso contro la società e la dirigenza, reputate dai supporters rossoneri i principali colpevoli della deludente annata. Ma non finisce qui, perché la Curva Sud prepara anche una coreografia inusuale, dovuta alle restrizioni emesse per via dell’inchiesta “Doppia Curva”: non potendo sistemare cartoncini o srotolare un telo, gli ultras rossoneri si sono disposti in modo che venisse fuori la scritta “GO HOME”, che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Infine, come ultima modalità di protesta, il Secondo Anello Blu ha lasciato San Siro al 15’, come era stato annunciato nei giorni precedenti. Per quanto riguarda la gara, le emozioni scarseggiano, con ogni piccola imprecisione o errore accompagnato dai fischi del Meazza. D’altronde, è veramente difficile accettare un nono posto da parte dei tifosi, magari gli stessi che hanno visto alzare Champions League: è un tracollo quasi inspiegabile, difficilmente preventivabile a inizio anno. Ad ogni modo, il Diavolo nella ripresa fa sua la gara, con due gol in 10 minuti: al 64’ Gabbia colpisce di testa un corner di Chukwueze, mentre al 74’ trova la rete Joao Felix, che qualche minuto prima aveva anche colpito una traversa: dal limite dell’area, il portoghese segna da calcio di punizione diretto, rompendo un digiuno rossonero per quanto riguarda i gol su punizione che durava da oltre due anni.

Atalanta vs Parma

Alle 20.45 di domenica si giocano ben 6 gare in contemporanea, tutte riguardanti o la zona salvezza o la zona europea. Atalanta e Parma danno vita a una sfida molto divertente, ricca di occasioni e soprattutto di gol. La gara si sblocca al 32’, ma non per mancanza di emozioni: i migliori in campo fino a quel momento sono senz’altro i due portieri. Come detto, poco dopo la mezz’ora la Dea trova il vantaggio, con il secondo gol consecutivo di Daniel Maldini:l’ex Monza arriva prima di Balogh su un cross basso di Bellanova e lo spinge in porta in scivolata. Il figlio d’arte sembra aver ritrovato non solo una gran condizione atletica ma anche molta cattiveria agonistica, tanto che a distanza di appena un minuto trova anche la doppietta: stavolta il classe 2001 realizza una perla a giro sul secondo palo, una parabola meravigliosa e imparabile per Suzuki. Ma la partita è tutto tranne che chiusa, con il risultato che torna in bilico al 49’: grande azione dei crociati, con Hainaut che serve Pellegrino e cerca l’uno-due. Il francese viene favorito da un rimpallo e fa partire un bolide, che spiazza Carnesecchi e restituisce vita al match. E, quando meno sembra nell’aria, arriva il gol dell’incredibile 2-2, firmato Ondrejka: lo svedese viene imbucato da Bonny, entra in area, se la aggiusta e la piazza all’angolino con il piatto. Gran gol dell’ex Anversa, il cui ingresso ha sicuramente cambiato le sorti dell’incontro. E infatti, dopo aver anche sfiorato in ripartenza la doppietta, poi la realizza poco dopo, nel primo minuto di extratime: Ondrejka riceve da Bernabè e conclude di mancino, trovando la deviazione decisiva di Kossounou, che inganna Carnesecchi e fa scoppiare di gioia i gialloblu, che in questo modo ottengono la salvezza.

Empoli vs Verona

L’Empoli ha la possibilità di giocarsi la salvezza in casa contro il Verona, praticamente salvo a meno di una clamorosa combinazione. Però, dopo appena 4 minuti, Serdar gela il Castellani, con una conclusione di punta dal limite dell’area. La squadra di D’Aversa prova a reagire, cerca di non farsi schiacciare e anche a controbattere, ma gli azzurri sembrano parecchio in difficoltà. E allora i toscani si affidano al proprio giocatore con più intraprendenza e qualità, in un momento di forma smagliante: Jacopo Fazzini. Il 10 si vede respingere da Perilli un gran tiro dalla distanza al minuto 42 e, dopo neanche un giro d’orologio, trova il gol della parità: cross di Pezzella dall’out mancino per l’incornata di Esposito, che non termina in fondo alla rete per il gran riflesso di Perilli. Tuttavia, il pallone non viene allontanato a sufficienza, con Fazzini che è bravo ad essere il più lesto e a riportare l’equilibrio. È nella ripresa che si decide tutto, dal risultato della partita ai conseguenti responsi: 69’ sul cronometro, con Tchatchoua che crossa a rientrare per la testa dell’altro quinto, Bradaric, che batte Vasquez per il 2-1. L’Empoli sembra quasi paralizzato, incapace di abbozzare anche una minima reazione. Il match finisce per 2-1 a favore del Verona e condanna gli azzurri alla retrocessione in Serie B, colpevoli in particolare di non aver trovato neanche una vittoria in circa 5 mesi, da dicembre a maggio.

Lazio vs Lecce

Lazio e Lecce sono impegnate all’Olimpico in una partita fondamentale per determinare le sorti di entrambe, in vista europea e permanenza in A. Primo tempo povero di occasioni, con una sola ma decisiva opportunità: i giallorossi trovano il vantaggio a un minuto dal 45’, grazie alla pesantissima rete di Lassana Coulibaly. Break del 29 che ruba palla a Gila, favorendo Krstovic: il montenegrino poi cerca proprio il maliano, che con un gran movimento arriva prima di Guendouzi sul pallone e trafigge Mandas, accendendo le speranze salentine di salvezza. Gol fondamentale, perché permette alla squadra di Giampaolo di portarsi momentaneamente a +3 sull’Empoli terzultimo. Ma ciò che succede poco dopo può cambiare potenzialmente tutto: il Lecce si ritrova in inferiorità numerica a causa di una leggerezza di Pierotti, che si vede sventolare il secondo cartellino giallo nel recupero della prima frazione di gioco. Ora i giallorossi sono sì in vantaggio di un gol ma anche sotto di un uomo, che inevitabilmente modifica il canovaccio tattico del match: la ripresa vede una Lazio totalmente a trazione anteriore, mentre gli avversari si difendono strenuamente e faticano anche a superare il centrocampo. Nel secondo tempo i biancocelesti cercano in tutti i modi di raddrizzare la partita, ma un superlativo Falcone e anche un pizzico di sfortuna si oppongono: l’ex estremo difensore del Braunschweig prima si distende su un tiro da fuori di Guendouzi, poi para d’istinto una deviazione aerea di Castellanos. Inoltre, al 79’, Baschirotto anticipa Dia ma per poco non compie un’autorete, salvato dall’incrocio dei pali. Non ne hanno più i capitolini, che nel finale si lasciano andare anche a un po’ di nervosismo e Romagnoli si fa coinvolgere più di tutti, rimediando un rosso diretto per aver detto qualcosa di troppo al guardalinee. Impresa Lecce e dramma Lazio, con i primi che ottengono per il terzo anno consecutivo il pass per giocare ancora nella massima serie italiana, mentre i secondi cestinano clamorosamente la qualificazione alla Conference League, anche in virtù degli altri risultati.

Udinese vs Fiorentina

Anche al Bluenergy Stadium di Udine va in scena una sfida ricca di gol e rimonte, tra Udinese e Fiorentina, le cui speranze di partecipare alla prossima edizione della Conference League sono appese a un filo. Dopo appena 26 minuti i bianconeri spezzano l’equilibrio, grazie al dodicesimo gol in campionato di Lorenzo Lucca: favorito da un rimpallo, il bomber italiano infila De Gea con un rasoterra fulmineo. Ma anche qui, come a Roma, colpo di scena: la squadra che va in vantaggio poi si fa espellere un giocatore per somma di ammonizioni, che in questo caso è Bijol: lo sloveno interviene in scivolata e colpisce il pallone, ma per Marcenaro l’intervento è scomposto e meritevole di cartellino giallo, che condanna i friulani a giocare per oltre 50 minuti in inferiorità numerica. La differenza è che però la Fiorentina riesce a sfruttare il fattore dell’uomo in più, pareggiando dopo appena un minuto dal rientro dagli spogliatoi: Fagioli tira ben 3 volte, prima colpendo Ehizibue, poi centrando in pieno Kabasele e infine spedendo all’angolino, prendendo in controtempo Okoye. Ristabilita la parità nel parziale, la viola trova anche il vantaggio al 57’, grazie a un’invenzione di Comuzzo: Richardson riceve al limite, finta più volte il traversone e poi arriva sul fondo, dove mette un pallone a rimorchio che il giovane difensore italiano indirizza in porta con il tacco, facendo esplodere il settore ospiti. Che meraviglia la rete del sorpasso gigliato, che a questo punto crede alla possibilità di poter giocare in Europa anche l’anno prossimo. Ma dopo appena 4 minuti Kabasele interrompe la festa, segnando in mischia da due passi il gol del momentaneo 2-2. Momentaneo perché i toscani si gettano all’attacco e, dopo qualche tentativo poco fortunato, trovano il 3-2: ripartenza sull’esterno affidata a Gosens che, arrivato in zona cross, scarica alle spalle per Kean, bravo ad aggiustarsela per tirare e fortunato a trovare la deviazione giusta, che inganna Okoye e fa festeggiare il popolo viola. Quarta qualificazione consecutiva alla Conference, risultato ormai insperato perché non più solo dipendente dai risultati di Ranieri e compagni ma alla fine centrato al fotofinish.

Torino vs Roma

A Torino la Roma passeggia sui padroni di casa, indirizzando la partita fin dai primi minuti: al 15’ Saelemaekers si procura un calcio di rigore che Paredes trasforma perfettamente, con una conclusione imparabile anche per uno specialista come Vanja Milinkovic-Savic. I giallorossi, nonostante il vantaggio quasi immediato, non speculano sul risultato, ma anzi cercano di chiudere subito i conti: Koné su tutti sfiora il 2-0, ma il suo tentativo viene deviato miracolosamente da un difensore e viene così sventato il pericolo. E allora è nella ripresa che la Lupa chiude i conti, in avvio di secondo tempo: Soulè pennella meravigliosamente per il colpo di testa di Saelemaekers, che segna il suo secondo gol in carriera con quello che, per usare un eufemismo, non è esattamente la specialità della casa. Al 65’ la Magica sfiora anche il 3-0 con un ispiratissimo Soulè, che riceve da Angelino, se la sposta sul mancino e conclude a giro, scheggiando la traversa. Nel finale, viene negato un gol a Cristante per millimetri, a causa di una posizione di offside di Angelino. La Roma vince ma non è abbastanza, ottenendo comunque la qualificazione alla prossima edizione dell’Europa League. In conclusione, Ranieri saluta definitivamente il suo popolo e chiude la propria carriera da allenatore nel migliore dei modi, risollevando una Roma praticamente in zona retrocessione e portandola a lottare per il piazzamento Champions, che nonostante non sia stato raggiunto non può di certo ridimensionare il lavoro del tecnico romano.

Venezia vs Juventus

Infine, al Penzo si affrontano Venezia e Juve, entrambe in lotta per un obiettivo ed entrambe obbligate a vincere. Pronti, via e gli arancioneroverdi la sbloccano subito, grazie alla deviazione goffa ma efficace di Daniel Fila: il finlandese riceve un cross dalla sinistra di Haps e spedisce in porta con il ginocchio, spiazzando completamente Di Gregorio. Reazione immediata dei bianconeri, che prima sfiorano e poi trovano l’1-1: al 5’ Alberto Costa spedisce all’incrocio un destro micidiale, ma dopo aver controllato il pallone con il braccio, con l’arbitro Colombo che inizialmente non aveva ravvisato irregolarità ma poi è stato corretto dal VAR Di Paolo con overrule. La Vecchia Signora però riesce ugualmente a pareggiare i conti, grazie all’ottavo centro stagionale di Kenan Yildiz: Cambiaso serve il turco con una rimessa veloce, poi il 10 ubriaca la difesa veneta e spedisce sotto le braccia di Radu. Trascorrono solo 6 minuti e al 31’ si concretizza la rimonta: che pasticcio della difesa dei padroni di casa, che da una rimessa laterale a favore regala completamente palla alla squadra di Tudor, con Kolo Muani che ne approfitta e trafigge Radu con un gran destro. Gol di estrema importanza, perché riporta la Juve al quarto posto in classifica, scavalcando nuovamente la Roma. Ma nella ripresa cambia lo scenario, al minuto 55: contropiede lagunare, con Doumbia che ottiene il possesso e, arrivato sul fondo, cerca Haps a rimorchio, bravissimo a tenere la conclusione bassa e a siglare il 2-2. I minuti chiave del match sono quelli iniziali del 70’, perché lì si decide la gara e le sorti di entrambe le squadre: Di Gregorio con un riflesso felino salva un tiro di Doumbia destinato a togliere le ragnatele dall’incrocio e, sul ribaltamento di fronte, Conceicao si procura un rigore in un momento cruciale: dal dischetto Locatelli è glaciale, apre il piattone e piazza la conclusione sotto alla traversa, rendendo vano l’intervento di Radu che aveva indovinato l’angolo in cui avrebbe tirato il capitano bianconero.

E finisce così, con un verdetto che costringe il Venezia a salutare la Serie A dopo solo un anno e premia la Juve, che invece avrà la possibilità di giocarsi la seconda edizione della nuova Champions League.