Roberto Fabbricini, segretario del Coni e commissario della Fgci, con Alessandro Costacurta

Il commissario Figc: «Abruzzo promosso, organizzazione impeccabile»

Roberto Fabbricini parla al Centro di dilettanti, Nazionale e Torneo delle Regioni: «Giovani in vetrina in una competizione unica nel suo genere. Il ct della Nazionale? Sarà uno che dimostra di amare l'azzurro»

Gli impegni in federazione non gli permetteranno di essere presente domani a Teramo, così come da programma. Ma Roberto Fabbricini, il segretario del Coni con l’incarico di commissario della Figc, ha voluto mandare un saluto al Torneo delle Regioni in corso di svolgimento in Abruzzo attraverso l’intervista al Centro in cui parla di dilettanti, di Nazionale, dei problemi del calcio italiano e del suo rapporto con l’Abruzzo.
Commissario Fabbricini, il Torneo delle Regioni è tornato in Abruzzo a quasi 10 anni dall’edizione interrotta a causa del terremoto dell’Aquila, qual è il senso di questa manifestazione in ottica federale?
«La competizione organizzata dalla LND è tra le più antiche in Italia è un unicum nel suo genere, sia per valori sia per numeri. Il fatto che quasi 2000 persone, in larga maggioranza giovani, si confrontino fuori e dentro i campi di calcio in una regione diversa ogni anno e lo facciano con lo spirito agonistico, ma con grande fair play, rappresenta un’ottima opportunità per maturare, prima di tutto come persone e poi come atleti».
Come giudica l’organizzazione?
«Ho partecipato con piacere alla cena ufficiale organizzata sabato scorso a Francavilla, tornando appositamente dall’Inghilterra dove era impegnata la Nazionale italiana. L’accoglienza da parte del presidente Sibilia e del presidente Ortolano è stata davvero speciale, le gare si stanno svolgendo senza alcun problema e mi dicono anche lo spettacolo non sia mancato. È un’ottima vetrina per l’intero mondo dilettantistico e giovanile».
Quali sono i suoi legami con l’Abruzzo? Quali sono i ricordi della nostra terra?
«Dal punto di vista sportivo sono moto legato all’Abruzzo per aver contribuito al successo che hanno avuto i Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009, una manifestazione talmente apprezzata da consentire all’Italia di ottenere l’organizzazione anche dei primi Beach Games».
Dopo quasi due mesi di lavoro, a che punto si trova il suo mandato?
«Dopo aver preso coscienza da vicino delle problematiche generali e specifiche, stiamo entrando nella fase operativa che culminerà in proposte di riforma concrete. Questo lavoro andrà avanti mantenendo sempre un confronto e una sintonia, ove possibile, con le componenti federali».
I pesi delle quote elettorali faranno parte delle riforme che intende adottare?
«Sicuramente alcune riparametrazioni in questo senso saranno necessarie. Credo sia anacronistico che la Lega maggiore, che concorre in maniera determinante a procurare le risorse economiche anche per le categorie inferiori, abbia una rappresentanza assembleare così esigua».
La cura dimagrante delle società professionistiche sarà un imperativo del suo mandato?
«Stiamo studiando diverse soluzioni per rendere il calcio professionistico più sostenibile, questo è il nostro obiettivo».
Per quanto riguarda la Nazionale, al di là della nomina del nuovo ct, ha in mente qualche idea per supportare il rilancio dei colori azzurri?
«Se ne sta occupando a tempo pieno il vice commissario Alessandro Costacurta con il quale mi confronto quotidianamente, ma al quale spetta la supervisione dell’area tecnica. Mi faccia dire che i risultati delle Nazionali giovanili maschili e femminili degli ultimi giorni ci rendono molto soddisfatti, come speriamo molto nella qualificazione della Nazionale maggiore femminile al prossimo Mondiale. La crescita del calcio donna va supportata, è una delle nostre priorità».
Di Biagio o un ct nuovo, in base a che cosa maturerà la scelta?
«Premesso che sulle capacità i nomi fatti fino ad ora rappresentano tutti ottimi profili, la scelta sarà dettata dalla capacità dell’interlocutore di desiderare la panchina della Nazionale tanto quanto la Figc vorrà lui. Una volta liberi da vincoli contrattuali, credo che bisognerà dimostrare di desiderare l’azzurro, è una questione di rispetto verso i nostri colori e la passione di milioni di tifosi».
E’ possibile anticipare sin da ora che il suo mandato andrà oltre i primi sei mesi previsti dal Coni?
«Lasciateci lavorare, quando sarà il momento faremo le valutazioni del caso. Indipendentemente dal tempo, che comunque sarà ragionevole, sono intenzionato a fare le cose per bene nella fiducia che, quanto prima, la federazione possa dotarsi di una nuova governante».
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