Il ds dell’Aquila con il Daspo. Rossini è costretto a seguire la sua creatura a distanza

Il dirigente coinvolto suo malgrado negli incidenti del gennaio scorso: «Aspetto la sentenza del Consiglio di Stato che mi ha dato ragione»
L’AQUILA. C’è un neo in questo positivo avvio di stagione dell’Aquila: riguarda lo stato d’animo di Gianluca Rossini, il direttore sportivo rossoblù, l’uomo che ha costruito la rosa, d’intesa con la dirigenza e il tecnico Sandro Pochesci.
Il ds romano, infatti, non può assistere dal vivo alle partite dell’Aquila. Non può vedere la sua “creatura” esprimersi in mezzo al campo dagli spalti. Rossini, infatti, è stato compito dal provvedimento di Daspo firmato dall’allora questore dell’Aquila, dottor Enrico De Simone. I fatti risalgono al dopo partita contro la Sambenedettese della passata stagione (girone F della serie D). Una sconfitta netta (0-3) sul campo, poi gli incidenti tra le opposte tifoserie. La Questura ha, poi, emesso provvedimenti restrittivi nei confronti di una ventina di persone coinvolte nei disordini di quel 26 gennaio scorso al termine della gara del Gran Sasso d’Italia.
Le autorità hanno notificato i Daspo, i famosi Divieti di Accesso alle manifestazioni SPOrtive, che prevedono l’interdizione dalle manifestazioni sportive per periodi variabili tra tre e otto anni. Nel caso di Rossini il provvedimento ha durata tre anni, fino al 15 febbraio 2028. Senza obbligo di firma, ma senza poter accedere allo stadio. Una “pena” non da poco per chi lavora nel mondo del calcio. Gli scontri sono scoppiati al termine della partita, quando le due tifoserie sono entrate in contatto direttamente dentro il campo da gioco. Le immagini dell’accaduto fecero il giro sui social fino a diventare virali. Scene poco edificanti. Daspo che, ovviamente, hanno riguardato anche tifosi della Sambenedettese. Gianluca Rossini all’epoca non era direttore sportivo dell’Aquila, ma era sotto contratto con il club. Seguiva la squadra e si è ritrovato nel caos suo malgrado, perché era a bordo campo in quella domenica d’inverno. L’arrivo di Rossini nel capoluogo è datato dicembre 2024 ed è riconducibile all’ingresso in società del gruppo Baiocchi che si è concretizzato in estate.
Rossini e il ricorso. Attualmente le quote societarie sono così ripartire: 51% nelle mani dell'Associazione Tifosi Aquile Rosso Blu, 49% Baiocco Holding S.p.A. «A fine partita», il racconto di Gianluca Rossini, «mi sono ritrovato in mezzo al caos. E le immagini testimoniano quello che dico. Sono andato a dividere delle persone che si stavano picchiando. Purtroppo, sono finito nel calderone delle indagini ed è venuto fuori questo provvedimento amministrativo. Con il mio avvocato», ha rivelato il ds rossoblù, «ho fatto ricorso al Tar dell’Aquila. Ricorso che è stato respinto. E così mi sono rivolto al Consiglio di Stato. Sono in attesa della notifica della decisione che accoglie il mio ricorso». Non è un teppista Gianluca Rossini, e ci mancherebbe! Ma non è nemmeno un dirigente particolarmente fumantino da poterlo immaginare facinoroso. Spulciando tra i suoi precedenti, infatti, c’è solo un caso di inibizione. Risale al novembre del 2024, quando era direttore sportivo del Parioli calcio (dilettanti romani) e il giudice sportivo lo squalificò per una ventina di giorni, «perché al termine della gara rivolgeva espressioni offensive a tesserati avversari».
Ma niente che possa collegarlo all’ipotesi Daspo. Fino al gennaio scorso. Gianluca Rossini in passato ha lavorato per diversi club laziali come Atletico Lodigiani, Almas Roma, Lupa Roma e Marino a cui ha alternato qualche esperienza fuori regione come quella alla Cavese e una parentesi (breve) ad Avezzano. E ora all’Aquila.
«La mia vicenda», ha aggiunto il dirigente romano, «non ha niente a che fare con la squadra che sta disputando un ottimo avvio di stagione. Faccio i complimenti ai ragazzi e al mister nella speranza di proseguire su questa strada e di fare ancora meglio, se possibile. Personalmente, per quanto mi è possibile cerco di fare un passo indietro e lasciare la ribalta ai giocatori. Sono loro che determinano risultati e umori con le prestazioni in mezzo al campo. Nostro compito, quello dei dirigenti, è di sceglierli in base a un progetto tecnico e supportarli da dietro le quinte».
Come si soffre a non vedere la propria “creatura” dal vivo? «Si soffre tanto, ma la tecnologia e le televisioni mi consentono di vedere tutto in diretta, anche se non sempre dal vivo».
Prossimo appuntamento domenica allo stadio Angelini (ore 15) di Chieti con L’Aquila in campo e Rossini a soffrire a distanza per la squadra che ha ideato e costruito per poi metterla nelle mani di Sandro Pochesci.
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