Il Parma non perdona Pescara saluta la coppa 

Emiliani più forti del Delfino che va al tappeto con troppa facilità

PARMA . Non era il desolato e desolante palcoscenico del Tardini a dover regalare la gioia di una vittoria - e il conseguente passaggio del turno in coppa Italia - al Pescara in crisi nera (4 sconfitte di fila e ultimo posto in campionato). La trasferta di Parma è finita come ci si attendeva: con la sconfitta degli uomini di Oddo di fronte ai crociati allenati dall'ex compagno di squadra (ai tempi della Lazio) Liverani. Pronti-via e, dopo appena 4' di gioco, la serata del Tardini rischia già di partire in salita per il Delfino, ma solo un grande intervento d'istinto di Alastra, all'altezza del secondo palo, impedisce al colpo di testa ravvicinato di Adorante – attaccante emiliano con origini abruzzesi, visto che il papà è di Guardiagrele – di varcare la linea di porta. Il Pescara di Oddo, molto prudente e poco offensivo, si affaccia pericolosamente nella metà campo dei crociati al 12': Capone raccoglie al limite dell'area e calcia verso la porta di Colombi senza pensarci due volte, anche se non riesce a dare i giri giusti al pallone che si perde di un metro sopra la traversa. La sterile e fugace sortita offensiva dei ragazzi di Oddo si esaurisce in questo tentativo di risposta; il resto della prima frazione sarà un totale esercizio di stile degli emiliani, padroni sia sul piano piano delle occasioni create sia su quello del palleggio. I ragazzi di Liverani trovano il vantaggio dopo 25' su una verticalizzazione improvvisa di Sohm che imbuca Karamoh in mezzo alla distratta difesa pescarese (Scognamiglio e Bocchetti spettatori non paganti dell'azione): il numero 10 ducale trova la rete con uno “scavetto” che supera l'uscita disperata di Alastra. Al 29' il Parma alza i ritmi e il Pescara deve difendersi a oltranza: Nicolussi apre per Sohm che punta Scognamiglio in zona centrale, lo evita e calcia verso lo specchio con il piede destro, ma la mira è imprecisa. Il raddoppio emiliano si concretizza pochi istanti prima dell'intervallo e suona già come una sentenza: da un preciso lancio dalle retrovie nasce l'azione del raddoppio, con Nicolussi Caviglia che addomestica la palla sul dischetto del rigore prima che Bocchetti riesca a contrastarlo, poi ci pensa Karamoh, freddo sotto porta, a non dare scampo all'incolpevole Alastra.
L'inizio della ripresa, inaugurata da un doppio cambio di Oddo (fuori Valdifiori e Galano, dentro i millennials Bocic e Diambo) è soporifero e non regala particolari spunti di cronaca. Fino al 24', il minuto in cui Adorante, dopo aver puntato e saltato Guth, mette il sigillo sul 3-0 con un destro potente e preciso che si spegne all'incrocio. Al 31' è Alastra, migliore in campo per il Defino, a prendersi gli applausi con un balzo sulla propria sinistra decisivo per sventare il siluro dal limite di Sprocati, subentrato al mattatore Karamoh. E, ancora, il portiere pescarese (ex di turno) scongiura il poker, dapprima, al 34' con una respinta sul colpo di testa del centrocampista rosetano Dezi, che aveva impattato sul traversone dalla sinistra di Ricci, e, poi, al 43' facendo bella figura sul rasoterra da fuori di Sohm. Il Pescara, non pervenuto per oltre tre quarti della gara, chiude in attacco alle soglie del novantesimo con una combinazione tra Di Grazia e Belloni che consente all'argentino di cercare la deviazione sotto misura in area piccola, senza chiamare però in causa Colombi. Ma, poco prima che l'arbitro Sozza decreti la fine delle ostilità, l'undici di Oddo trova il gol della bandiera in pieno recupero: la firma è del giovane Nzita che insacca la corta respinta di Colombi sul tiro a botta sicura di Riccardi, ma gran parte del merito va a Guth da cui era iniziata la caparbia sortita offensiva sull'out di destra.
Lorenzo Fava