Leonardo Brenci esulta dopo la rete che darà la vittoria all'Aquila (foto Raniero Pizzi)

Coppa Italia

L’Aquila-cantiere fa suo un altro derby: 1-0 al San Nicolò

Brenci decide la sfida in uno stadio semideserto (293 biglietti, omaggi compresi). Curva in contestazione

L’AQUILA. «Stiamo lavorando per voi». La squadra rossoblù è un cantiere aperto. Metafora della città che cerca nuove strade per il rilancio. Ma attorno a questo cantiere ci sono sempre i soliti pochi curiosi a osservare: staccati 293 biglietti, omaggi compresi. La curva è semideserta perché la maggioranza chiede la testa dei “direttori”: Ranucci e Aureli. I quali, ovviamente, visti i precedenti, non si faranno vedere allo stadio. Così come i dirigenti. Vecchi e nuovi. I primi hanno venduto. Gli altri stanno rientrando dalle ferie. La società, per la prima assoluta in casa, schiera soltanto i propri encomiabili collaboratori.
Quello di Battistini è un gruppo in allestimento, magari ancora col fiato corto. Eppure, i pochi che vanno a vedere il debutto interno, anche se Coppa Italia, anche se calcio d’agosto, se ne vanno soddisfatti. Poteva andare meglio. Poteva scapparci la goleada contro un San Nicolò generoso che nel secondo tempo si riversa in avanti e rischia grosso almeno cinque volte. Ma, specialmente di questi tempi, c’è da accontentarsi. Il risultato è striminzito, ma non è mai in bilico. In mezzo ci sono anche un palo da una parte (Moretti) e una traversa dall’altra (Pupeschi). E pure tanti svarioni, su entrambi i fronti, sui quali si dovrà lavorare sodo per evitarne la serialità.
Dopo il Pineto, i rossoblù estromettono dalla Coppa anche il San Nicolò, che allo stadio Gran Sasso d’Italia cede 1-0. Proprio come nella semifinale play off giocata su questo stesso campo contro la Vis Pesaro il 14 maggio scorso. Battistini, che aspetta De Julis e Ranelli, e pure qualche altro, vara un 3-4-3 con una difesa nuova per due terzi e un attacco con tre facce inedite: Fabrizi (figlio d’arte sulle orme del papà Marco), Boldrini e Padovani (ex Perugia e, appunto, San Nicolò, originario di Castelvecchio Subequo).
Sul fronte opposto, Campanile, almeno in avvio, conferma il consolidato assetto 4-2-3-1 con l’altro figlio d’arte Petronio in mezzo al campo con Sassarini e Moretti terminale offensivo.
Il San Nicolò parte morbido. E allora L’Aquila passa al primo affondo. Brenci, al 13’, chiude, da attaccante di razza, un fraseggio a tre con Fabrizi e Padovani che gli spalanca la porta per l’1-0. La gara si mantiene viva con la traversa di Pupeschi su colpo di testa al 24’ e il palo di Moretti al 37’ con tocco provvidenziale di Farroni.
Nel secondo tempo gli ospiti spostano il baricentro in avanti. Campanile (che dopo 25’ del primo tempo toglie dal campo Kala, già ammonito, e a forte rischio espulsione) modifica l’assetto con una sorta di tridente. Gli effetti si vedono, più per l’occupazione dello spazio che in termini di reali occasioni da rete. Si fa vedere Chiacchiarelli dopo otto minuti, ma il suo tiro finisce alto. Subito dopo, L’Aquila spreca con Padovani. L’ingresso di Valenti sulla fascia destra dell’attacco innesca spesso e volentieri la ripartenza dei rossoblù, che aspettano gli avversari, si chiudono e rilanciano. Cinque le occasioni dell’Aquila per mettere al sicuro la gara (clamorosi i due errori consecutivi di Sow), mentre, tra gli ospiti, si salva la buona volontà di provare a raggiungere il pareggio e i calci di rigore. L’Aquila passa il turno, aspetta il nome del prossimo avversario e intanto pensa al debutto di domenica in casa col Monticelli. Il San Nicolò sarà di scena ad Agnone.
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