L’Aquila continua a volare con Di Renzo e Sparacello

I due attaccanti piegano una Recanatese nervosa e poco lucida: i rossoblù all’inseguimento della capolista Ostiamare
L’AQUILA. Nonostante un cielo grigio piombo a incupire un classico pomeriggio d’inizio autunno, bastano due prodezze di Di Renzo e Sparacello a illuminare i volti dei tifosi dell’Aquila che continua a correre, mantenendo il passo della capolista Ostiamare.
Finisce 2-1 al Gran Sasso d’Italia una partita frizzante, forse non per gli esteti del calcio, ma concreta quanto basta a regalare al gruppo di Pochesci tre preziosi punti. Il risultato è fin troppo generoso per una Recanatese che ha provato in tutti i modi a strappare almeno un pareggio, soccombendo però alla maggiore qualità tecnica e fisica dei rossoblù, padroni di campo senza mezze misure.
Tutto si decide nel primo tempo, eppure a macchiare una gara corretta alcune scaramucce sul finale, alimentate dalla stanchezza e dalla frustrazione ospite, con l’arbitro Bassetti non sempre capace di sedare gli animi.
L’Aquila parte forte, impostando il ritmo tambureggiante con Buchel chiamato a creare gioco, mentre Banegas ha la licenza di muoversi per far saltare tutti gli schemi dei marcighiani. Si respira un clima di tensione e, dopo appena cinque minuti, i due tecnici danno vita ad un alterco a distanza che, però, presto si trasforma in un duro faccia a faccia rendendo necessario l’intervento arbitrale con tanto di ammonizione per entrambi. Pochesci invita Cioffredi e Trifelli a creare superiorità numerica sulle fasce e da lì nascono quasi tutte le occasioni da gol aquilane.
I rossoblù schiacciano nel primo quarto d’ora la Recanatese nella propria metà campo, e al 17’ dall’out di destra Cioffredi realizza un cross tagliente nell’area di rigore che Di Renzo, da vero centravanti, trasforma in gol spizzando la palla quel tanto che basta sul secondo palo. Sugli spalti è festa grande, L’Aquila continua a pressare per cercare subito il raddoppio, ma i recanatesi, smaltito il colpo, si riorganizzano e, al 33’, su ripartenza puniscono l’unica leggerezza della difesa casalinga. Mordini recupera palla a centro campo e, eludendo tre avversari, lancia D’Angelo che da solo davanti a Michielin pareggia i conti con un leggero pallonetto. Gli aquilani, però, non si disuniscono e, esprimendo un gioco a tratti spumeggiante con tocchi di prima e cambi di fronte, continuano a far male dalle fasce. Questa volta è Trifelli che innesca il secondo gol, tutto frutto di un fraseggio nello stretto tra Di Renzo e Sparacello, con il primo che lancia il collega di reparto da solo davanti a Fioravanti con un passaggio di tacco. Il primo tempo si chiude con l’infortunio di Ghio della Recanatese, addirittura costretto ad uscire in barella probabilmente per un infortunio muscolare.
Alla ripresa è dominio aquilano. I rossoblù cercano la rete per chiudere definitivamente i conti e, nonostante siano molto propositivi, mancano di precisione. L’unica azione d’annotare per la Recanatese è un tiro da oltre trenta metri di D’Angelo che spera di sorprendere Michielin fuori dai pali. Per il resto nulla. Fin quando la frustrazione prende il sopravvento. Si susseguono minuti frenetici con una rissa innescata da Fiumano che colpisce alla nuca Trifelli a gioco fermo.
L’arbitro prova a stemperare gli animi, senza grande successo. I tamburi cedono il posto ai fischi, i tesserati marchigiani non accennano a spegnere le polemiche e la gara si trascina pericolosamente verso i cinque minuti di recupero. Pochesci, con lucidità, toglie dal campo i giocatori più coinvolti emotivamente nelle proteste e attende il triplice fischio.
Poi all’unisono i tifosi aquilani intonano cori verso il tecnico romano e i suoi calciatori. Uscendo dallo stadio, la speranza collettiva si riassume in una frase: questo sembra l’anno giusto per vincere il campionato. E domenica ci sarà Chieti-L’Aquila.
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