26 settembre

Oggi, ma nel 1968, a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, nel contesto caratterizzato dall’emozione popolare verosimilmente centomila fedeli, snodati nel corteo lungo tre chilometri e durato altrettante ore, presenziavano alle esequie di Padre Pio, futuro santo che sarà canonizzato il 16 giugno 2002 da Papa Giovanni Paolo II in San Pietro a Roma, deceduto il 23 settembre precedente, a 81 anni. Assenti le alte gerarchie vaticane presumibilmente per via dell’aspetto, eccessivamente controverso, delle cosiddette stimmate e dei supposti miracoli attribuiti a Francesco Forgione da Pietrelcina, in quel di Benevento. Come alta autorità religiosa ad assistere al funerale vi era solo Clemente da Willinger, superiore generale dei frati cappuccini. Giunto nel doppio ruolo anche di delegato pontificio di Paolo VI che avrebbe di fatto messo qualsiasi cardinale o monsignore afferente alla curia capitolina nella condizione, qualora avesse voluto esserci, di farlo solo ed esclusivamente a titolo personale. Inoltre non vi era nessuna rappresentanza governativa al seguito del feretro del monaco ritenuto taumaturgo. Quello destinato, a torto o a ragione, a divenire una delle massime figure della devozione verso il cattolicesimo non solo nel Belpaese. L’ultimo dei grandi mistici italici alla cui strabordante spiritualità la Chiesa del post secondo Concilio, in quel torno di tempo, non dava adito di prestare adeguata attenzione. Anzi. Ammantava il tutto con imbarazzo fin da quello strano fenomeno, manifestatosi il 20 settembre 1918 sulle sue mani e su altre parti del corpo, lo avevano posto come uomo fuori dalla consueta vita religiosa. Invece della carrozza trainata da 12 cavalli bianchi, come s’era vociferato -stando al resoconto dell’inviato speciale del “Corriere della Sera” Alfonso Madeo nel pezzo del quotidiano milanese del 27 settembre di quel 1968- il feretro del cenobita veniva meno pomposamente trasportato su una macchina in versione “corbillard” di fabbricazione transalpina. Era la Citroen Ds Special Hearse azzurrina, aperta, che nel 2008 diverrà anche un modellino. Sarà realizzato dalla ditta Rio di Cernobbio, fondata da Reno, Diego e Nilo Tattarletti nel 1962 e poi rilevata nel 2004 dall’azienda M4 che nella propria gamma presterà attenzione alla riproduzione di mezzi d’epoca connotati dall’utilizzo in uno spaccato di vita reale degnamente significativo, in pressofusione, in scala 1/43, in vendita a 114.95 euro, particolarmente ricercato dai collezionisti. La speciale vettura francese (nella foto, particolare, nell’immagine di presentazione “animata”) era addobbata col paramento della Casa sollievo della sofferenza, il sanatorio privato che lo stesso asceta aveva voluto far impiantare in viale Cappuccini, a poca distanza dal “suo” convento, il santuario di Santa Maria delle grazie, grazie alle donazioni e alle offerte pervenute pel tramite del suo carisma e che aveva inaugurato il 5 maggio 1956.