L’ascesa di Tomei: da vice di Di Francesco al rilancio dell’Ascoli

Il tecnico pescarese alla guida dei bianconeri domenica torna in panchina dopo sette turni di squalifica
Adesso non è più (solo) l’ex vice di Eusebio Di Francesco. Adesso è Francesco Tomei, allenatore dell’Ascoli. E farsi apprezzare in una piazza che ha visto la serie A e oggi fatica ad accettare la C non è facile. Lui c’è riuscito. Un testardo, puntiglioso. 53 anni, pescarese doc, anche se a Pescara non ha mai giocato. Si è seduto sulla panchina dell’Adriatico-Cornacchia da vice di Eusebio Di Francesco nel 2010 e nel 2011. Tomei appartiene alla generazione di Luca D’Angelo, ora a La Spezia. Entrambi pescaresi che si sono messi in luce nel Chieti del compianto Mancaniello all’inizio degli anni Novanta. Prima terzino sinistro e poi trasformato in difensore centrale da Gianni Balugani. Negli anni Novanta l’allora ds neroverde Claudio Garzelli l’aveva venduto all’Ancona in B, ma lui si ruppe un ginocchio in scivolata allo stadio Arechi sul 5-1 per la Salernitana. Sfortunato è dire poco. Addio soldi per il Chieti e niente serie B per Tomei che, poi, ha ricominciato e tra i cadetti ci è arrivato lo stesso. Ma non era il Tomei imperioso di prima. Non era nemmeno un calciatore normale, dedico al divertimento fuori dal campo. No, lui leggeva e studiava. La lettura, durante il viaggio per una trasferta, di un autore russo gli valse il nomignolo del “russo”. Poi, la mutazione in allenatore e l’incontro con Eusebio Di Francesco. Nel gennaio 2010 il Pescara promuove Di Francesco in prima squadra al posto di Cuccureddu, lui è il vice. E insieme vincono i play off. Inizia un sodalizio durato anni. Serie A e B, Champions League. La promozione in A con il Sassuolo, la famosa notte della Roma che batte ed elimina il Barcellona. L’amicizia con Kolarov, Totti e De Rossi, tra gli altri. E quell’ambizione, mai negata, di mettersi in proprio. Ne parlano spesso Tomei e Di Francesco. Ci sono anche discussioni sul piano tattico e delle scelte. Il distacco dopo l’esperienza di Verona, nel 2021. Tomei vuole fare l’allenatore, mica facile inserirsi in un mercato saturo! È determinato, ma fatica ad accettare una realtà che non sempre premia il merito e le idee.
Le caratteristiche. L’eredità tattica di Di Francesco è evidente: Tomei predilige un calcio propositivo, fondato sul possesso palla e sul controllo del match. Il modulo preferito è il 4-2-3-1, che al Picerno ha saputo valorizzare grazie a una manovra fluida e alla capacità di imporsi sull’avversario. Le statistiche parlano chiaro: nella stagione 2023/24, il Picerno ha mantenuto una media di oltre il 60% di possesso palla e ha chiuso con la terza miglior difesa del girone, subendo appena 27 reti. Solo Avellino e Monopoli hanno fatto meglio in termini di solidità difensiva.
Il nuovo corso. Tre anni fa parte da Monopoli. Comincia bene, ma poco dopo metà stagione ecco l’esonero. Assapora l’amara realtà della C. La passata stagione a Picerno, la piazza giusta per lavorare senza pressioni. E i risultati arrivano: ottavo posto e qualificazione ai play off.
Follia e risultati. L’estate scorsa il salto di qualità. C’è una nuova proprietà ad Ascoli e la ricerca di un tecnico emergente coincide con le caratteristiche di Francesco Tomei. Il matrimonio produce entusiasmo. E, almeno finora, buoni risultati. L’Ascoli piace ed è seconda in classifica. Soprattutto, domenica tornerà il derby con la Sambenedettese. Ma… C’è un ma, perché la vena di follia che è in Francesco Tomei è emersa. È buono e caro, ma non fatelo arrabbiare oltre il dovuto. Il 6 settembre scorso, in occasione della partita con la Juventus NG, Tomei lancia una bottiglietta verso il campo. Sebbene non avesse colpito l’arbitro, cadendo solo nelle sue vicinanze, l’episodio era stato segnalato dal quarto uomo: sette giornate di squalifica. Ricorso respinto, l’inibizione sta terminando e domenica tornerà in panchina. Dopo quella partita, l’Ascoli ha trovato compattezza e spirito di gruppo, inanellando una serie di vittorie consecutive. Esattamente sei, sette in otto partite. L’assenza del tecnico non ha intaccato l’intensità e la solidità del gruppo, che ha risposto con grande maturità alle difficoltà del momento. Un segnale chiaro: l’impronta di Tomei si vede anche a distanza. Al posto del tecnico, in panchina è andato il suo vice Giuseppe Agostinone, ex calciatore del Foggia.
Domenica il ritorno. Ovviamente, il rientro di Tomei, domenica al Del Duca, rappresenterà un momento importante, non solo simbolicamente. Il tecnico potrà finalmente riprendere il contatto diretto con la squadra, tornando a guidare i suoi giocatori sul campo con la consueta intensità. Paradossalmente, l’episodio che aveva portato alla lunga squalifica ha segnato una svolta positiva nella stagione dell’Ascoli. Da quel momento in poi, la squadra ha trovato equilibrio e concretezza. Secondo posto in classifica nel girone B della serie C, insieme al Ravenna, a meno tre dalla capolista Arezzo. Squadra imbattuta. Tomei sta risvegliando la passione calcistica dell’Ascoli che fu di Rozzi, Renna e Mazzone. Testardo e ambizioso.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

