Lescano: sarò da 10  solo col Pescara in B 

«Gol ed emozioni, anno indimenticabile con la promozione»

PESCARA. Nome Facundo, cognome Lescano, professione goleador. E quest’anno gli sta riuscendo bene perché di reti al momento il bomber argentino ne ha realizzate 19. E senza quei due mesi così “strani” quanto incomprensibili (dicembre e gennaio) il bottino poteva essere ancora più consistente. E con le medie di Lescano da quando è arrivato Zeman gli avversari non hanno tanta voglia di sorridere. Quattro doppiette e dieci reti totali in nove partite: mica male come bilancio! Ed allora oltre all’impegno standard chiamato allenamento, quella di ieri per Facundo Lescano è stata una giornata piena senza un attimo di pausa. Prima Zeman e i soliti gradoni al mattino poi la premiazione come miglior biancazzurro dell’anno e la sera “a cena con” per raccontarsi su Rete8.
Lescano, miglior biancazzurro e tante bottiglie di vino e birra vinte.
«Sono contento di questo riconoscimento e tutte quelle bottiglie le dividerò con compagni e staff perché se sono stato scelto come miglior giocatore del Pescara il merito è anche loro».
Lescano e il Pescara. In questa stagione fino ad ora Lescano ha realizzato ben 19 gol. Ma le partite non sono finite.
«Io voglio continuare a segnare e voglio riprendere da dove ho lasciato. Con Zeman le cose vanno bene e mi auguro che i miei gol possano aiutare la squadra per centrare il passaggio del turno nei play off».
A proposito di play off e di ricordi. Lo scorso anno Lescano è stato eliminato dal Palermo che poi è andato in B. Secondo alcuni addetti ai lavori questo Pescara potrebbe ripercorrere la strada dei rosanero.
«Loro come noi arrivarono terzi e poi negli spareggi trovarono un calore clamoroso da parte del pubblico. Con noi (Entella ndc) avevano avuto qualche difficoltà. A Palermo trovammo oltre 30.000 spettatori a fare tifo».
Lescano e Ferrari: due amici, due bomber. E Facundo quest’anno ha fatto più gol di quanto fatto in biancazzurro lo scorso anno dall’attaccante del Vicenza.
«Si è vero, ho fatto più gol di Franco qui a Pescara. Lo sento spesso e sapete cosa mi dice? Che quest’anno con la Coppa Italia ha fatto più gol di me. Magari adesso ci incroceremo ai play off e sarebbe bellissimo visto che le tifoserie sono gemellate».
La corsa verso la serie B: chi sono le favorite?
«Io credo che Cesena e Crotone siano le due squadre leggermente favorite. Ma non dobbiamo avere paura di nessuna delle due e non dobbiamo preoccuparci degli accoppiamenti nei play off».
Zeman e Lescano: con il boemo in panchina quattro doppiette e dieci reti in 9 gare. Il suo arrivo lo ha definito un regalo dal cielo.
«Il miglior allenatore che potesse arrivare. Mi sono messo a disposizione del mister per cercare di capire bene cosa vuole da me. Tutti sanno che gli attaccanti con Zeman sono avvantaggiati per il gioco che propone. E vi racconto un aneddoto: quando ero a Lecce da piccolo vedevo la squadra di Zeman con Vucinic e Bojinov che in attacco segnavano sempre. Oggi sono io qui con lui e spero di continuare a dare il mio contributo».
Lescano e i tifosi. Che si aspetta nei play off?
«A loro non devo chiedere nulla. So già che non ci faranno mancare nulla e che sugli spalti ci daranno una grossa mano».
Dai giorni d’oggi al racconto del personaggio Facundo Lescano. Da dove è iniziato il suo percorso?
«Da Mercedes, mia città d’origine in Argentina. Frequentavo una scuola calcio come tanti bambini, ma presto sono venuto in Italia a Lecce nel 2005. Ero un bambino come tanti che inseguiva il suo sogno».
Lescano si sente più argentino o italiano?
«Adesso mi sento più italiano. E’ vero, sono argentino e ho tanti amici lì, ma quando torno a casa dopo un po’ avverto la mancanza dell’Italia».
Lescano quando ha capito di poter fare il calciatore?
«Quando a 13 anni andai nelle giovanili dell’Inter. Poi in Primavera ho percepito che potevo farcela perché vedevo che tanti miei compagni si erano persi per strada e io, invece, ero ancora lì».
Torino-Milan: con Ventura l’esordio in A nel 2015.
«E segnò Glik sugli sviluppi di un corner. Quasi non ci credevo quando Ventura mi mandò a scaldare».
L’arrivo a Pescara: si ricorda la trattativa?
«Certo. Con i miei procuratori ( Gerry Palomba e Carlo Di Renzo ndc) abbiamo deciso di aspettare. Noi non volevamo proporci. Ma quando Sebastiani e Delli Carri ci hanno chiamato non ci ho pensato un attimo a dire si».
Lescano, il primo ricordo in biancazzurro?
«Appena ho firmato ho chiesto di essere accompagnato all’Adriatico. Volevo vedere da vicino la curva. Lo scorso anno rimasi impressionato».
Doveva sostituire Ferrari, un peso?
«Di sicuro una responsabilità».
Nessun rimpianto per quei due mesi?
«Si, per le partite che ho perso. Ho visto la classifica dei marcatori. A parte Iemmello che ha fatto qualcosa di strepitoso tutti i bomber hanno più partite di me. E in quei mesi mi dispiaceva non poter aiutare i compagni».
L’esultanza particolare. Perché?
«Tanti miei compagni giocano alla play station e mi dicono di imitare il gesto del gioco Call of Duty».
Chi è il migliore tra di voi?
«Io non gioco. Plizzari e Ingrosso mi sembrano i più bravi. Mentre il nostro team manager Troiano un po’ meno».
Insigne e Immobile hanno faticato a far esultare Zeman. Lescano ad Agropoli, invece, c’è riuscito.
«Sto leggendo il libro del mister e ho visto che lui non esulta mai».
Lescano, un voto alla sua stagione?
«Direi un po’ più della sufficienza. Ma se vinciamo il campionato mi darò un bel 10».
Enrico Giancarli
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