Il Pescara in Serie B

Letizia si gode il poker d’assi: «Pescara, finalmente la B»

10 Giugno 2025

Il terzino cresciuto alle vele di Scampia specialista in promozioni: è la quarta. Voluto dal ds Foggia si è rivelato l’arma in più: «Baldini è un grande uomo»

PESCARA. Lo specialista. Per Gaetano Letizia è la quarta promozione in carriera, dopo quelle con Carpi (due) e Benevento. Lo scugnizzo napoletano figlio dei “quartieri”, ha lasciato di nuovo il segno, mettendo in calce la firma sulla vittoria dei play off. «Ho sempre avuto il pallino di questa maglia dal 2012. Giocavo a Carpi in serie C e venni all’Adriatico per una partita di Coppa Italia, il Pescara era in A e lo stadio era strapieno. Avevo questo sogno e ci sono riuscito». Il quasi 35enne terzino napoletano è arrivato a gennaio in Abruzzo grazie agli ottimi rapporti che ha con il ds biancazzurro Pasquale Foggia. Sono stati insieme al Benevento per tanti anni e, forse anche per le origini partenopee, il rapporto tra i due è sempre stato molto stretto. Foggia ci ha visto lungo, considerando che il suo pupillo nei play off è stato decisivo. I due gol, contro Vis Pesaro e Ternana, sono da cineteca. Oltre 350 partite giocate tra serie A e B e la Nazionale di Mancini sfiorata nel 2018 fanno parte del suo curriculum. A Pescara ha trovato una seconda giovinezza e tante motivazioni e gol. «Questa è la vittoria di un grande gruppo e va dato merito a coloro che hanno lavorato dietro le quinte, come medici, fisioterapisti, magazzinieri e tanti altri. Sono al settimo cielo per questa grande promozione».

Cresciuto a Napoli, quella di Letizia è una storia di un grande calciatore, ma anche di un ragazzo che è partito dal basso arrivando nei salotti buoni del calcio italiano. Dalle Vele di Scampia alla serie A. La sintesi è questa. Una storia di riscatto sociale, da raccontare nelle scuole, da catalogare sotto il nome sacrificio, ma anche un mix di passione e amore. Gaetano Letizia è uno di quelli che può dire a voce alta «ci sono riuscito», partendo dal basso fino all’olimpo del calcio. Rimasto orfano di madre da bambino, Gaetano deve tutto alla sua famiglia: «Mia madre è morta quando avevo due anni e siamo stati cresciuti da papà e da mia zia Anna. A loro devo tutto», ha raccontato qualche tempo fa al Centro. Il terzino napoletano giocava alle Vele, luogo troppo spesso demonizzato, dove Gaetano inizia con il pallone insieme al fratello Antonio, di tre anni più grande e di ruolo attaccante (oggi gioca nel Salernum Baronissi, nell’Eccellenza campana). La prima tappa è comune: il San Vitaliano in Promozione («Fu mio fratello Antonio a farmi da “agente” perché io giocavo per strada a Scampia», ha raccontato Gaetano). Prima al lavoro al bar, la mattina, e poi a giocare a calcio nel tardo pomeriggio. Letizia nel 2008 passa al Pianura, tra i dilettanti, e da lì inizia la sua scalata al grande calcio. Tante soddisfazioni e promozioni, poi quest’anno è rimasto folgorato da Baldini: «Sono felice di averlo incontrato. Baldini ti insegna i valori della vita prima degli schemi e della tattica. E’ una persona incredibile e in tanti discorsi che fa io mi rivedo tantissimo in lui, come l’onestà, il rispetto per il prossimo, la famiglia e il sacrificio».