Pescara

L’intervista all’ex bomber Ganci: «L’Adriatico metterà i brividi»

6 Giugno 2025

Nel 2010 in finale contro il Verona un suo gol regalò al Pescara la promozione, oggi si racconta a il Centro. «Io tiferò Delfino. I giocatori non dovranno pensare alla gara d’andata perché la Ternana è una squadra tosta»

PESCARA. «Domani vorrei essere a Pescara». Nostalgia canaglia per uno che ha fatto la storia del Delfino. Giugno 2010, un tiro da trenta metri e la palla che s’infila all’incrocio dei pali, vale la serie B: è il 12’ del secondo tempo quando lo stadio Adriatico si infiamma e Massimo Ganci entra diretto nell’Hall of Fame biancazzurra. Il matador biancazzurro, oggi 43enne, è stato l’ultimo bomber a regalare una promozione in B al Delfino.

Ganci, torniamo indietro di 15 anni: Pescara-Verona del 13 giugno 2010 le dice nulla?

«La promozione in B, che gioia! Un ricordo indelebile, ho la pelle d’oca solo a ripensare a quel boato dello stadio Adriatico-Cornacchia».

Si riferisce alla sua rete nella finale di ritorno che valse la serie B?

«Esatto, non potrò mai dimenticare quel 13 giugno di 15 anni fa, un caldo tremendo, lo stadio pieno e il gol davanti a 20mila spettatori».

Un siluro dalla distanza che i tifosi del Pescara ricorderanno per sempre.

«Se penso a quel Pescara-Verona, il primo ricordo che ho è quello della palla che entra in porta… poi non ho capito più nulla. Era un tiro forte, eppure nella mia testa lo ricordo come se fosse al rallentatore. Sono già alcuni giorni che ripenso a quella partita, tanti tifosi pescaresi con cui sono in contatto mi scrivono e mi inviano immagini di quel gol e di quella partita. In carriera ho girato tantissimo, ma l’emozione di quella promozione con il Pescara è stata davvero grande, la metto ai primi posti dei momenti più belli vissuti finora nel calcio. Quello al Verona nella finale play off, però, è stato il gol più importante della mia carriera».

Quella stagione 2009-2010 con Di Francesco in panchina fu davvero magica.

«Era un periodo bellissimo nella storia biancazzurra ed è stato fantastico farne parte: la società appena rinata dal fallimento, la squadra forte costruita per vincere, lo stadio appena riaperto dopo i lavori per i Giochi del Mediterraneo del 2009. E poi la vittoria di quel campionato…»

Domani si giocherà Pescara-Ternana, appuntamento con la storia. Il Delfino, dopo la vittoria nella finale d’andata, ha già un piede in serie B?

«No, i giochi non sono chiusi. La Ternana è una squadra forte, ben allenata e con giocatori molto esperti. È una partita molto difficile e il Pescara non deve sottovalutarla»

I giocatori quali errori non dovranno commettere?

«Devono dimenticare la gara dell’andata. Bisognerà andare in campo pensando solo alla vittoria, se al contrario si penserà a gestire, allora potrebbe diventare molto pericoloso».

Un giocatore che le piace di questo Pescara?

«Ovvio, Davide Merola. Ha il pedigree del bomber e sarà un vero peccato non vederlo domani in campo. Tuttavia, i campionati e le partite si vincono con due ingredienti: il sacrificio e il grande spirito di squadra. I singoli possono incidere, certo, ma non sempre».

Baldini le piace come allenatore?

«Sarebbe facile esprimersi in maniera positiva ora, io l’ho sempre apprezzato anche da avversario quando ci incontravamo sui campi di serie B. È un grande comunicatore e sa farsi voler bene dai suoi giocatori».

Domani sera il “muro biancazzurro” dei 20mila all’Adriatico-Cornacchia potrebbe influire sul risultato finale?

«Ma scherza? Certo, quello stadio trascina i giocatori. I pescaresi sono famosi ovunque per passione e tifo, io non vorrei essere al posto di qualche giocatore della Ternana. L’Adriatico è una bolgia, io ne so qualcosa. Il tifo è davvero l’uomo in più».

Lei per chi farà il tifo?

«Ragazzi, ma è ovvio: per il Pescara. Il biancazzurro è sulla mia pelle».

Addirittura?

«Pescara è la città alla quale sono rimasto più legato. A Pescara ho avuto casa fino a qualche anno fa, poi l’ho venduta per via del mio lavoro, ma torno spesso per vedere i tanti amici che ho».

Prima parlava del suo lavora, di cosa si occupa?

«Mi sono stabilito a Civitanova da tempo e da qualche anno ho aperto la mia accademia, la “Ganci Football Academy”».

Cosa darebbe per essere in campo domani?

«Guardi, darei tutto per tornare indietro di 15 anni e rigiocare quel Pescara-Verona. Le emozioni che ho vissuto a Pescara sono indelebili».

Con i suoi vecchi compagni di squadra si sente ancora?

«Certo, con Olivi, Mengoni e Sansovini ci sentiamo spesso. Poi abbiamo sempre la chat WhatsApp di quel Pescara promosso in B». La conversazione si chiude tra aneddoti e ricordi, poi, prima dei saluti finali, Ganci sbotta: «Senta, qualche biglietto da comprare si trova ancora?» Risposta: tutti finiti da giorni. «Immaginavo, Pescara, per fortuna, non cambia mai ed è una cosa bellissima. Devono andare in B, subito».

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