PESCARA. Lo sport piange Paola Mauriello morta a 44 anni dopo una lunga malattia. L'ex giocatrice di basket, che ha vestito anche la maglia della Nazionale, ha ottenuto in carriera una serie di successi entrando nella storia per lo scudetto vinto con il Napoli Basket nel 2006 che l'ha incoronata come campionessa italiana. Fortissimo il legamo con l’Abruzzo: era componente della Federazione regionale e presidentessa della Yellow Wave di Pescara.

Originaria di Benevento, si è spenta all’ospedale di Pescara. Lascia il marito Antonello, il figlio Luciano, i genitori Maria e Giovanni, la sorella Mariolina, il fratello Antonio, i suoceri e i parenti tutti. I funerali si terranno domani, lunedì 11 agosto, alle 17 nella parrocchia di Sant’Alfonso a Francavilla al Mare.

Sui social tanti i messaggi di cordoglio che ricordano l'ex giocatrice, a partire da quello del presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, Gianni Petrucci. Ricordiamo che con la maglia della Nazionale Mauriellio ha vinto i Giochi del Mediterraneo 2009 disputatisi a Pescara. In carriera ha vinto scudetto e supercoppa con il Vomero Napoli; ha militato anche nel Faenza, Ragusa, Basket Parma e Ribera. 

Cordoglio ovviamente a livello nazionale e in Abruzzo. Ecco il messaggio del Pescara basket: “Con immenso dolore, il Pescara Basket piange la prematura scomparsa di Paola Mauriello, straordinaria atleta, allenatrice e vera ambasciatrice del basket italiano, che ci ha lasciati questa mattina all’età di 44 anni . Alla sua famiglia – al caro marito Antonello, al figlio Luciano e a Mauro – va il nostro abbraccio più profondo. Vi siamo vicini in questo momento di dolore e vi porgiamo le più sentite condoglianze, nella speranza che il ricordo della sua energia, della sua dedizione e del suo amore per il basket possano darvi forza”.

Francesco Di Girolamo, presidente della Federazione basket Abruzzo: “A Paola Mauriello. Ho in mente quel giorno, purtroppo neanche tanto lontano, quando appena ricevuto il responso dei controlli medici, mi chiedesti di interpellare un luminare per scacciare dei fantasmi. E, alla pesante conferma dalla immediata visita, iniziò la tua serena, ai nostri occhi, battaglia contro il male. Quante ne avevi vinte di battaglie in campo. Ma questa non è finita come volevi. Come volevamo tutti. Da quel giorno ogni nostro contatto era una speranza. Ora vana. Ti ho voluto al mio fianco perchè ho sempre creduto nella tua voglia di lavorare per la nostra pallacanestro, quella abruzzese, che sentivi come tua. Idee, consigli, opinioni soprattutto per le nostre ragazze perchè diventassero come te. Ed ora..........ci lasci da soli. O magari no. Il tuo sorriso e la tua positiva " cazzimma " resteranno sempre con noi. Ne abbiamo bisogno. Ciao”.