NIENTE PIAGNISTEI CE NE ANDIAMO CON PIENO MERITO
di STEFANO TAMBURINI Ci sono cose che fanno più male di una sconfitta pesante come questa. E sono i passi indietro, tanti, compiuti in un sol colpo dal calcio italiano. A partire dal non sapere...
di STEFANO TAMBURINI
Ci sono cose che fanno più male di una sconfitta pesante come questa. E sono i passi indietro, tanti, compiuti in un sol colpo dal calcio italiano. A partire dal non sapere andare oltre il piagnisteo sui torti arbitrali, dal non capire che sono emersi limiti pesanti. Tiri in porta? Vicini allo zero, capacità di creare un gioco anche solo lontano parente di quello di due anni fa agli Europei, zero. Zero assoluto.
Sì, possiamo consolarci con il fatto di essere in ben riverita compagnia – Spagna, Inghilterra e presto anche Portogallo – ma serve a poco. Le riflessioni sul crollo verticale del peso specifico del calcio europeo vanno tenute in considerazione. Però è questo che passa il convento del calcio italiano, fenomeni a casa non ne sono rimasti. La Nazionale offre un attacco che si appoggia a uno fra doctor Mario e mister Balotelli (solo dopo saprai quale dei due hai schierato ma spesso, come ieri, è troppo tardi) e a un compagno di belle promesse ma che viene pur sempre dalla squadra arrivata settima. Poi, poco altro di qualità. Anche il blocco-Juve, la squadra che domina da tre anni in serie A ma che nelle coppe inciampa sempre sui primi gradini più insidiosi. Alla fine, le astuzie, le alchimie tattiche, i residui dei colpi di classe dei campioni del 2006 hanno esaurito la loro inerzia. Di questa Nazionale, del lavoro del ct Cesare Prandelli, resta quel tanto che di buono è stato fatto fin qui e questo fallimento. Il ct ha deciso di lasciare e con lui anche il collezionista di poltrone Giancarlo Abete ha annunciato il gran passo. Il ko apre uno squarcio non da poco, perché adesso forse tutti saranno consapevoli del fatto che se non si cambia ciò che abbiamo in casa difficilmente – con chiunque al timone – potremo fare meglio. Il nostro pallone, sempre meno etico, è in mano ai peggiori Genny ’a carogna, alle faide intrecciate ai conflitti di interesse sui diritti tv, alle vittime lasciate sui selciati dei regolamenti di conti fra ultrà, a quei procuratori che si mangiano i maggiori guadagni in un mondo che vive al di sopra delle proprie possibilità. Aggiungiamoci i vivai inadeguati, il nostro unico centro federale contro i 17 dei tedeschi. Ecco, pensiamo a tutto questo, e poi prendiamocela con chi vogliamo. La realtà è che la Nazionale è lo specchio fedele del nostro calcio. E torniamo a casa perché ce lo meritiamo.
@s__tamburini
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