Giorgio Repetto, 67 anni, ds del Pescara

L'INTERVISTA / GIORGIO REPETTO

«Pescara, basta parole ora voglio testa e grinta» 

Delfino al terzo ko di fila, il ds: «A Crotone gara imbarazzante, evitiamo la zona play out» 

PESCARA. L’illusione e il crollo. Nel giro di un mese si è passati dalla gloria alla rabbia. L’obiettivo play off pian piano il Pescara lo sta seppellendo, lasciando spazio alla rischiosa zona play out. Tre sconfitte di fila, l’ultima, pesantissima (4-1), a Crotone, ma, soprattutto, spaventa di nuovo la crisi di gioco e di personalità dei biancazzurri, ora tredicesimi, i quali hanno all’orizzonte un calendario durissimo e che potrebbe acuire la crisi. «Guardiamoci le spalle», mette tutti sull’attenti Giorgio Repetto, il ds del Pescara, che rompe il silenzio e prova a scuotere il Delfino.

L'allenatore Nicola Legrottaglie, 43 anni
Repetto, cosa sta succedendo al Pescara?
«È un momento di difficoltà, è innegabile. Tre sconfitte di fila devono farci riflettere e bisogna cambiare passo immediatamente».
La gara di Crotone è stata imbarazzante, non crede?
«Sì, sono d’accordo. La prestazione è stata imbarazzante, il Pescara non è entrato in campo. Ho visto giocatori immobili, tipo Subbuteo. Non riesco a spiegarmi una prestazione del genere. In campo eravamo impreparati. L’ultima mezz’ora è stata decente, abbiamo provato a rialzare la testa, colpendo anche due pali, ma ormai il risultato era in ghiaccio, per il Crotone».
Legrottaglie ha colpe?
«La partita l’ha preparata, ma non ha mai detto di voler andare ad attaccare con il baricentro alto. Due gol, se li rivedete, sono stati presi con la difesa schierata e non in contropiede. È mancata la mobilità nella fase difensiva».
L’allenatore rischia?
«Assolutamente no».
Quanto teme di finire in zona play out?
«Tanto, ma è una cosa che pensavo anche prima della partita di Crotone perché la classifica è molto corta. Il rischio è alto perché davanti abbiamo un mese di fuoco, giocando tante partite fuori casa. Ascoli, Spezia, Benevento, Pisa e Juve Stabia sono avversari durissimi. Ora serve veemenza e concentrazione».
Dopo due vittorie di fila, come si spiega questa involuzione nelle ultime tre partite?
«A Pordenone abbiamo fatto bene, certo, ma forse abbiamo incontrato una squadra in fase calante e che nelle ultime sei partite ha raccolto appena due punti. Col Cosenza ci è andata bene e, poi, col Cittadella non meritavamo di perdere. La squadra ha giocato, ma alla fine è stata condannata dagli episodi».
 

L'attaccante Cristian Galano, 28 anni

L’attaccante Cristian Galano nel dopo partita di Crotone ha fatto mea culpa, ma anche fatto intendere di non trovarsi a proprio agio nel ruolo che sta ricoprendo. Lei che pensa?

«Da sempre dico che non farei mai andare in sala stampa i giocatori subito dopo la partita. Quando l’adrenalina è ancora alta, sarebbe il caso che non parlassero. Non mi riferisco a Galano, ma in generale».
La parola play off, adesso, sarebbe il caso di metterla in soffitta?
«Io non sono né pessimista e né ottimista, ma realista. Per questo dico che adesso la classifica ci colloca a due punti sopra la zona play out. Quindi, prima pensiamo a mettere al sicuro la salvezza e poi in futuro si vedrà. La classifica è corta e può succedere di tutto, nel bene e nel male».
È arrivato il momento di mettere da parte il fioretto e di tirare fuori la sciabola?
«Non si tratta di sciabola o fioretto. Il calcio è un gioco di squadra e servono sia i gregari, che io chiamo i portatori d’acqua, ma anche i giocatori di qualità. Bisogna correre, correre, correre e giocare sempre al massimo, dando il sangue per la maglia. Ma non adesso, questa è una cosa che vale sempre. Il correre in campo è una questione di volontà, non di allenamento. È il cervello che ti permette di farlo e, quindi, bisogna tenerlo ben collegato. Il giocatore deve fare questo e basta, evitando di parlare di questioni tattiche o atletiche, visto che non ha le competenze giuste per farlo rispetto a chi lo fa di mestiere e che ha le giuste competenze. Sembra una banalità, ma ora è arrivato il momento di gettare il cuore oltre l’ostacolo».
L’assenza di Machìn quanto sta pesando?
«Se perdi subito per infortunio Pucciarelli, ovvero colui che abbiamo preso per rimpiazzare Machìn, allora è chiaro che l’assenza si faccia sentire. Purtroppo, Machìn a parte, in questo momento abbiamo tanti giocatori fuori per infortunio ed è penalizzante».
Domenica arriverà l’Ascoli, che partita sarà?
«Partita delicatissima, servirà la massima concentrazione e non sono ammessi cali di tensione. È un derby molto sentito e noi dobbiamo fare risultato. Passi falsi non sono ammessi. Ora come non mai servono testa, cuore e coraggio».
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