COPPA ITALIA

Pescara d'attacco, Zeman agrodolce

L'analisi dell'allenatore dopo la vittoria 5-3 contro la Triestina ai tempi supplementari: «Bene in avanti, soffriamo nelle retrovie»

PESCARA. Sarà calcio d'agosto, ma un esordio tanto pirotecnico quanto faticoso forse era impensabile anche per Zeman. Che, naturalmente, ha una lettura tutta personale degli eventi e della gara. «Da centrocampo in su abbiamo fatto bene, penso che non è stato un caso aver costruito undici azioni da rete, peccato che sei sono state annullate. Dietro? Beh, non è novità che un po' soffriamo in copertura».

Magari anche in virtù di un centrocampo molto di costruzione, con i tre play del primo tempo. «Io credo che in mezzo hanno fatto bene, certo non c'è ancora l’abitudine a tenere le distanze giuste, ma si tratta di prendere i riferimenti del caso, questione di tempo e lavoro. Per questo è importante che ci sia la disponibilità dei ragazzi». Sul piano dei singoli, forse, Gaston Brugman resta quello più portato a dirigere la manovra. «Si vede che è abituato. Ma i tre insieme li avevo già provati con qualche soddisfazione, ovviamente abbiamo grande facilità di palleggio, arriviamo spesso al tiro ma si soffre un po' sul piano del ritmo, mentre con Coulibaly in mezzo abbiamo più esuberanza fisica, facilità di corsa. Ma è ancora prematuro dire su chi si potrà contare», aggiunge subito Zdenek Zeman quasi a sottolineare che le sue osservazioni sono accademiche non anticipazioni di scelte. «Abbiamo da lavorare ancora. Molti hanno il vantaggio di essere giovani, devono sfruttarlo». Al solito il boemo non concede indizi per capire su quali scelte si sta orientando, ma sembra abbastanza chiaro che il trio titolare uscirà dai quattro schierati ieri sera più eventualmente Palazzi, meno probabile grandi spazi per Selasi (almeno a oggi) e salvo clamorosi ripensamenti sul “vecchio” Memushaj dato in partenza.

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Sul fronte mercato, invece, Zeman è stato abbastanza chiaro nel far capire che è ansioso tanto di sfoltire la rosa quanto di inserire un ulteriore ritocco per la difesa. E certo non pensa soltanto a Campagnaro, mai citato nemmeno per dire che lo aspetta, ancor meno agli altri assenti della serata. «Abbiamo ancora da fare, ma non era facile lavorare in 40 prima e nemmeno lo è adesso in 30. Richieste alla società? Certo, ma le ho fatte a maggio. Poi, non sono io che faccio il mercato», aggiunge il tecnico biancazzurro, senza nascondere un po' di disagio per la situazione che si è creata, nonostante la prima sfalciata di nomi dalla rosa. Ad onor del vero qualche indicazione è arrivata dallo stesso Zeman nel momento in cui sabato ha diramato la lista dei convocati...
Sul piano delle individualità, al solito poche concessioni alle curiosità dei cronisti. «Proietti? Sì, lui in quel ruolo può fare bene, ma ora è presto per dire chi sarà il titolare. Carraro è giovane, può imparare molto lavorando». Qualche battuta in più la regala per Mazzotta, ma nulla di clamorosamente nuovo. «Meglio in spinta? Sì, sono d'accordo, ma in realtà Mazzotta nasce cosi, come uomo di spinta. Deve imparare ancora qualcosa per la fase difensiva, ma ha voglia di lavorare e quindi può fare anche lui meglio».
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