CALCIO / SERIE B

Pescara, dieci punte e solo otto gol segnati 

Problema chiaro sin dalle prime partite, ma mai risolto

PESCARA . Un punto nelle ultime quattro partite, la discesa del Pescara verso la serie C pare inesorabile. Eppure, l’avvento in panchina di Gianluca Grassadonia sembrava aver ridato slancio a una squadra disorientata e l’approccio del tecnico salernitano era stato positivo. I due pareggi contro Frosinone e Lecce, seguiti dal successo a Cittadella avevano rilanciato le ambizioni salvezza. Poi il crollo che ha vanificato gli sforzi. Dopo aver mostrato una buona solidità in fase difensiva, tutti speravamo di vedere progressi in quella offensiva, invece le aspettative sono state tradite.

L’atteggiamento rinunciatario dell’ultima gara a Vicenza, dove i biancazzurri sono apparsi anche privi di grinta e cattiveria agonistica, ha fatto infuriare i tifosi che speravano in un’inversione di tendenza. Una sola occasione con Daniele Dessena, addirittura oltre il 90’, e attaccanti mai assistiti nell’arco della partita.

La mancanza di un bomber continua ad essere un peso insostenibile per il Delfino e se si gioca con una disposizione iper difensiva creare palle gol diventa impossibile. Certo, i limiti del reparto offensivo del Pescara sono innegabili. Nelle prime 30 partite di campionato i tre allenatori che si sono succeduti in panchina (Massimo Oddo, Roberto Breda e Gianluca Grassadonia) hanno schierato ben dieci attaccanti diversi che in totale hanno realizzato la miseria di 8 gol. Il capocannoniere è Damir Ceter con 4 centri (gli stessi di Fabio Maistro, un centrocampista offensivo); poi nei tabellini dei marcatori sono finiti Cristian Galano (3 reti) e Jens Odgaard (una a Cittadella). Per rendersi conto di quanto siano imbarazzanti i numeri relativi all’attacco del Pescara, basta leggere la graduatoria dei cannonieri della B. Ebbene, per trovare un biancazzurro bisogna scorrere verso il basso e arrivare alla quarantesima posizione, dove compaiono appunto i nomi di Ceter e Maistro, insieme a quelli di altri quindici giocatori. Per il resto, il nulla assoluto con gli altri sette interpreti che non sono mai stati capaci di infilare la porta avversaria: Cristian Capone (13 gare), Niccolò Giannetti (4 presenze) e gli altri cinque che non sono più in organico. Raul Asencio, 4 partite e zero gol, ceduto alla Spal nel mercato invernale, Milos Bocic, 7 incontri disputati e nemmeno una gioia prima di passare alla Pro Sesto, Andrea Di Grazia (4 presenze) e tanti infortuni prima di firmare per l’Arezzo, oltre ai baby Nicolas Belloni (4 gare) e Vladislav Blanuta (un gettone), tornati nella formazione Primavera per proseguire il giusto percorso di crescita.

Eppure, l’esigenza di assicurarsi un centravanti affidabile nel mercato era nota da mesi. Già durante la gestione di Oddo i problemi fisici di Asencio e Ceter avevano privato il Delfino delle sue bocche di fuoco e, nonostante ci fosse tanto tempo a disposizione per pianificare il rafforzamento del reparto offensivo, in riva all’Adriatico del vero bomber non si è vista nemmeno l’ombra.

La società ha ingaggiato Jens Odgaard, un calciatore di prospettiva, che però non ha ancora l’esperienza per caricarsi la squadra sulle spalle in un torneo duro come quello di B. Diventerà un buon attaccante, ma oggi nessuno può pretendere che il danese faccia la differenza. L’altro elemento scelto per potenziare l’attacco è Niccolò Giannetti che, prima di trasferirsi in Abruzzo, aveva totalizzato appena 127’ nel girone di andata con la Salernitana alle dipendenze di Fabrizio Castori. Il 29enne cresciuto nel Siena si è infortunato subito saltando quattro partite, poi è rientrato, ma non è ancora riuscito a sbloccarsi. Attaccante generoso, ma non un bomber, visto che nella sua lunga carriera ha chiuso la stagione in doppia cifra solo una volta nel 2015-16, quando vestiva la maglia del Cagliari e realizzò 10 reti. Insomma, se nessuno si scuote… c’è poco da fare.
Giovanni Tontodonati
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