Pescara senza cuore, il Padova fa festa
Il Delfino perde contro i veneti (virtualmente retrocessi), ma centra la salvezza matematica. Esordio positivo per Selasi
di Luigi Di Marzio
Sconfitta salvezza. «Bisogna dare un senso a questa partita, anche se questa partita un senso non ce l'ha», la frase pronunciata da Serse Cosmi, venerdì mattina, alla vigilia della gara con il Padova.
Beh, vedendo quello che è successo ieri a Padova, il Delfino non è riuscito a dare nessun senso alla trasferta in Veneto. Ennesima sconfitta ed ennesima prova mediocre, anche con una squadra virtualmente retrocessa in Lega Pro come il Padova. Alibi (le tante assenze) e chiacchiere meglio metterle da parte vedendo l’ennesima pessima prova dei biancazzurri, capaci di perdere 2-1 contro una squadra allo sbando e contestata per 90’.
L’ultima volta all’Euganeo finì con una goleada. Il 6-0 del 20 aprile di due anni, fa firmato dal Pescara di Zeman, è solo un lontanissimo ricordo. Il Pescara, con la sconfitta di ieri, può solo ritenersi soddisfatto della salvezza matematica acquisita con due turni d’anticipo.
Per il resto, meglio dimenticare il pomeriggio dell’Euganeo. Al Delfino servono due schiaffi biancorossi per capire che il campionato di B non è ancora finito e bisogna (in teoria) onorarlo fino alla fine. Il Pescara va sotto di due gol (Vinicius e Improta) e si sveglia, ma ormai è troppo tardi. Il gol di Mascara è solo una perfida illusione. Fino a quel momento squadra vuota, demotivata e prevedibile. Unica nota positiva della giornata? L’esordio del 18enne ghanese Ransford Selasi, arrivato l’anno scorso in biancazzurro.
Cosmi sulla carta rilancia il 3-5-2, con l’inedita coppia Politano-Caprari in avanti, ma sembra più un 3-4-3 con Ragusa che spesso va sulla linea d’attacco. In difesa fuori Zauri, che doveva rimpiazzare lo squalificato Salviato, e dentro un disastroso Dario Zuparic.
Il Pescara passeggia in campo, ma il Padova non è da meno, e per 20’ i ritmi sono blandi, forse anche troppo. Ragusa e Balzano con un paio di conclusioni provano a svegliare il match, però dopo pochi minuti arriva il gol dei biancoscudati. Vinicius, innescato da Rocchi, elude la difesa biancazzurra (inguardabile) e si ritrova tra i piedi il gol dell’1-0. Il Delfino, invece di reagire, rischia di essere travolto.
Ennesima figuraccia per il Pescara, che rientra in campo dopo l’intervallo con la testa ancora negli spogliatoi. Entrano Cutolo e il baby Selasi, cambia il modulo, ma è il Padova che spinge. Melchiorri fa ancora vedere i sorci verdi a Zuparic, Jelenic è intraprendente, ma il gol è firmato da Improta. L’attaccante biancoscudato, lasciato ingenuamente solo da Selasi, sfrutta il corner di Vinicius e batte Pelizzoli.
Solo dopo il doppio svantaggio, i biancazzurri provano a svegliarsi: Cutolo semina il panico nella difesa padovana, Caprari non inzucca e Mascara realizza il gol del 2-1.
Lo spettacolo dei pescaresi diventa decente dal 19’ del secondo tempo in poi. Il più intraprendente è il giovane Selasi, che sfiora il gol dopo una spettacolare traversa di Cutolo.
L’ex di turno, applaudito dai tifosi biancoscudati, è sicuramente uno dei migliori in campo. Quando vede i colori della sua vecchia squadra si esalta, come era già capitato nella gara d’andata dove segnò il gol della vittoria.
Selasi e Cutolo, dunque, gli unici a salvarsi e quest’ultimo prova fino alla fine a rimettere in piedi la gara, ma è troppo tardi e il Padova festeggia l’inutile vittoria. A fine partita musi lunghi, anche del presidente Sebastiani che ha seguito la partita da bordocampo. Cosmi è infuriato (?) e non si presenta in sala stampa. Il suo silenzio la dice lunga sullo stato confusionario del Pescara, che, insieme al suo allenatore non è riuscito «a dare un senso a questa partita,», riportando le parole del tecnico biancazzurro, che a fine campionato terminerà la sua avventura pescarese, come gran parte dei giocatori.
Prossimo appuntamento tra sette giorni, all’Adriatico, contro il Modena, magari provando ad evitare l’ennesima batosta...
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